mercoledì 30 maggio 2012

COVERCIANO:GIANLUIGI BUFFON PARLA E FARA' ANCOR PIU' DISCUTERE (30/05/2012)

Di Giampaolo Carboni.
Ad ora di pranzo a Coverciano è tempo di conferenze stampa ed oggi tocca al portiere Gianluigi Buffon colui che tre giorni fa disse l'infelice concetto del "meglio due feriti che un morto" in un periodo in cui il pallone è decisamente sgonfio e le celle al contrario ospitano calciatori divi o simil tali.
Il tutto parte dal 26 maggio quando l'estremo difensore azzurro uscì così: «Chi conosce il calcio e lo vive giorno dopo giorno sa cosa succede. In alcuni casi si dice meglio due feriti che un morto». Gianluigi Buffon non ha ancora varcato il cancello di Coverciano e già fa discutere. È il capitano, il leader, l'anima della nazionale. Ed è sincero, diretto, schietto. A volte anche troppo. Come stavolta, in un'intervista a Sky. L'argomento in questione sono le scommesse. E tutto parte dal coinvolgimento del suo allenatore, Antonio Conte. Gigi sta dalla sua parte: «Non ho paura che ce lo portino via perché lo conosco, conosco il calcio e perché ho sentito che molti giocatori del Siena hanno dato una versione completamente diversa da quelle accusatorie». Il quarto punto è quello scottante, che aprirà il dibattito e costerà critiche feroci al portiere. Perché meglio due feriti che un morto, vuol dire che quando il pareggio va bene ad entrambe può essere la soluzione. «Sono affari loro. È chiaro che le partite sono fatte per essere vinte e sarà sempre così. Però, ogni tanto, se qualcuno fa qualche conto è giustificato».Parole forti.Come quelle dopo il gol-non gol di Muntari. «Se mi fossi accorto che il pallone aveva superato la linea bianca non lo avrei detto all'arbitro», la frase che aprì il dibattito e accese la polemica. Ora, almeno su quell'argomento, l'animo è lieve: «Non ho visto se il pallone aveva superato la linea. E se l'avessi visto lo avrei detto». Buffon è in forma, rilassato con lo scudetto sul petto. A proposito che numero? «Sul campo è accaduta una cosa, in altre sedi un'altra. Se mi chiedessero quanti ne ho vinti, risponderei cinque anche se me ne hanno assegnati tre». C'è anche spazio per rimpiangere Del Piero e parlare di mercato: «Van Persie mi ha stupito perché non pensavo diventasse un finalizzatore così importante. È riuscito a cambiare ruolo e diventare decisivo, ma non saprei che collocazione potrebbe trovare nella Juve». Dove, invece, accoglierebbe a braccia aperte Balotelli: «Mario lo vedrei bene in tutte le squadre più forti del mondo perché ha dimostrato di poter essere decisivo. Se venisse da noi diventerebbe l'idolo dei tifosi».Insomma Buffon è pronto a calarsi nella parte del paladino dell'Italia light di Cesare Prandelli. Un gruppo in cui la parola d'ordine è entusiasmo. Non importa essere alti, ricchi e famosi per avere chances di vincere l'Europeo. E non è fondamentale neppure l'esperienza perché, come dice Giovinco, «prima o poi da qualche parte l'esperienza bisogna cominciare a farsela». Non è una nazionale di giganti, soprattutto in attacco, considerando che Di Natale arriva ad un metro e 70 e Cassano è appena cinque centimetri di più. Giovinco, il più piccolo della compagnia con i suoi 164 centimetri, è anche il più lesto a lanciare la sfida attraverso uno slogan: «Il Barcellona ha dimostrato che si può diventare grandi anche senza un grande fisico». È lo spirito giusto, quello che vuole vedere Prandelli. E nell'Italia in cui risparmiare è diventato un imperativo, anche il c.t., involontariamente, si è adeguato. Betfair.it, sito italiano di scommesse, ha confrontato gli stipendi dei 32 preconvocati con quelli dei giocatori chiamati due anni fa da Lippi al Mondiale sudafricano. La media degli attuali azzurri è più bassa di quasi 500 mila euro. Una nazionale in linea con i tempi. Risparmiosa e ambiziosa.Buffon, capitano e leader riconosciuto, fissa l'obiettivo: «Almeno la semifinale. Anche se il girone di qualificazione è storicamente il nostro tallone d'Achille e stavolta sarà ancora più duro perché troviamo subito la Spagna». Da oggi lo ricorderà a tutti, ai più esperti e ai tanti giovani che animano il gruppo e che vogliono entrare nell'elenco dei 23. Giovinco su quell'aereo ci andrà di sicuro e magari a Buffon racconterà della sua voglia di Juve: «Non ha senso essere merce di scambio. O torno a Torino o resto a Parma. Io mi sento pronto per un grande club...».
Non sembra di certo che mancano undici giorni all'avvio della rassegna continentale in Polonia ed Ucraina:la bufera

del calcioscommesse ,e forse non potrebbe essere altrimenti,tiene banco nel ritiro degli azzurri.
Buffon, più che parlare dell'esordio con la Spagna o del test con la Russia che si terrà tra tre giorni,a domanda precisa,si sofferma sulle parole del premier Monti,che ha parlato di sospensione del calcio: "Non mi permetto di proferire verbo sulla questione. Parliamo sempre del presidente del Consiglio, la nostra massima autorità, sicuramente una persona capace e di buon senso. La risposta migliore, che è poi quella vera, l'ha data il presidente della Federcalcio (Abete, ndr)" (NELLA PRIMA FOTO UN'ATTIMO DELLA CONFERENZA STAMPA CON UN PRIMO PIANO DELL'ESTREMO DIFENSORE).  
Il portiere della Juventus è anche tornato sulle sue recenti esternazioni e sulla possibilità che nelle ultime giornate di campionato vi possa essere in campo un tacito accordo tra due squadre per raggiungere un obiettivo sottolineando che "non posso dire quello che realmente cuore e mente pensino. Ho avuto l'ennesima conferma che alla fine le persone con la coscienza a posto e senza scheletri nell'armadio non possono esprimere il proprio pensiero. Credo che la prima cosa da preservare sia la democrazia, la libertà: per questo poi accetto le critiche e mi prendo le responsabilità, però dispiace sentire poi da voi (i giornalisti,ndr) delle paternali. Se per quelle frasi sarò ascoltato in Procura? Non lo so, il brutto è che le cose si apprendono sempre dai media e giorni prima". "Dopo anni che ho vinto uno scudetto, ora si parla di campionato virtuale... Si parla di cose del passato,quest'anno è stato un campionato senza ombre. Quando uno sbaglia è giusto che paghi, visto e considerato che di mezzo c'è il valore della lealtà, le pene devono essere esemplari. Poi però bisogna fare delle distinzioni tra colpe molto gravi e relative, senza mettere tutto nel calderone". Sulle questione del tecnico bianconero Conte: "Non temo di perdere Conte, è un'eventualità che non ho nemmeno preso in considerazione. Da quello che ho letto e sentito dire da lui e dal nostro presidente (Andrea Agnelli, ndr), le accuse che gli sono state rivolte non sono così forti". "Ho fiducia che i pm facciano giustizia. Non c'è niente di peggio che giocare o speculare sulla vita delle persone. E lo dice uno cui hanno detto, dopo l'errore di Lecce che qualcuno pensava avessi scommesso. Se una persona è talmente maliziosa per pensare una cosa simile - prosegue Buffon - è inutile che io venga qui a parlare di morale. Ho già perso in partenza. Sono offese che ti disarmano". Buffon è tornato anche sull'irruzione della polizia a Coverciano: "Ci sono delle operazioni giudiziarie, e voi lo sapete tre o quattro mesi prima. Uno parla con i pm e voi sapete il contenuto dieci minuti dopo: è una vergogna. Fuori da Coverciano c'erano le telecamere dalle 6 del mattino" Quindi Buffon ha affrontato anche il tema azzurri, attesi dall'impegno Europeo: "Ci arrivo bene, con tanta voglia di vincere, con i compagni vogliamo ritagliarci un ruolo di protagonisti. Ma se vinciamo il titolo non si dica che le polemiche fanno bene alla competizione. E' una cosa così stucchevole che fa rabbrividire".


Alcune considerazioni,punto per punto,su quanto sostenuto da Buffon perchè su certe cose personalmente mi trova d'accordo ma su altre anche in disaccordo decisamente netto:nessuno vieta a Buffon come a nessun'altro di esprimere il suo persona da persona libera.

Ma da personaggio pubblico ed idolo di migliaia di ragazzi quale lui è,per le sue prodezze sul campo esprimere giudizi come quello sul gol di Muntari o come questo sui pareggi accomodati in un mondo,quello dello sport,che è impostato totalmente su altri valori come quello di superare l'avversario sempre e comunque e sull'onestà di fondo appare veramente vomitevole:il Buffon libero cittadino può dire quel che pensa ma il personaggio pubblico dà,ancora una volta,il pessimo esempio (dopo quelli storici del boia chi molla e del numero 88 ai tempi del Parma giustificati con un non conoscevo la storia scritto su un suo libro,indice di un errore multiplo in quanto scriversi su una maglia una frase di cui non si sa il significato è indice di un'ignoranza di fondo non trascurabile).



Diverso il discorso che il portiere della nostra nazionale fa sui rapporti tra tifoseria e calciatori in cui,e qui son veramente d' accordo con Buffon,emerge la falsità delle persone che ora puntano il dito sul fatto che calciatori e tifoseria organizzata si sentano,si frequentino o si incontrano e poi tra un pò (nel caso non l'abbiano già fatto) scriveranno che non va bene che i calciatori si sentano degli idoli e che siano staccati dalla gente:delle due cose solo una può essere quella buona ed io propendo per l'esserci rapporti tra calciatori e tifosi, perché,forse in tanti lo dimenticano vedendoli come extraterrestri in tutti i sensi,i calciatori son esseri umani fatti di carne e di sangue come tutti noi,niente di diverso.

Ciò che va male,ciò che fa orribilmente schifo è ciò che ci sta dietro con società di calcio che sembrano inermi ed ignare di fenomeni in cui son coinvolti dei loro tesserati manovrati da organizzazioni malavitose composte da persone schifose ed ignobili e con una società civile,fatta di persone e cittadini che non si accorge di alcun movimento sospetto:è possibile credere che nessuno sapesse niente? Io non ci credo scusate.


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