sabato 4 marzo 2017

IL PRESIDENTE DEL CONI ATTACCA I PRESIDENTI DELLE SQUADRE DI CALCIO ITALIANE (03/08/1958)

Di Giampaolo Carboni.


Nel mezzo di un clima da burla che sembra coinvolgere il calcio italiano tra fiaschi e scandali ecco come un uragano le parole del Presidente del Coni Giulio Onesti "Il nostro paese è l'eldorado dei calciatori stranieri. Il nostro calcio,in crisi,non sa produrre nuovi talenti. Con incredibile leggerezza certi presidenti di società si fanno guidare dal tifo,cioè da un impulso irrazionale. Come si conciliano spese da nababbi come quelle effettuate per importare giocatori stranieri con le disastrose situazioni dei bilanci sociali? Oggi mezzo mondo ride dietro a noi i ricchi scemi del calcio. E come se non bastasse è venuta fuori la trovata dell'oriundo:e nonostante questa profusione di trovate il calcio italiano è stato escluso dalle finali ai mondiali del 1958". L'attacco di Onesti era stato rivolto soprattutto contro i grandi Presidenti del calcio italiano ovvero sia i manager industriali che avevano preso le redini delle società più importanti,gestendole spensieratamente e tappando ogni buco (il deficit globale di tutte le squadre era, all'epoca,di circa tre miliardi di lire,una cifra che ben presto si moltiplicherà) a suon di assegni. C'erano Angelo Moratti, petroliere succeduto nel maggio del 1955 a Rinaldo Masseroni come Presidente dell'Inter, il giovane Umberto Agnelli angelo custode della Juventus e come Presidente del Milan Andrea Rizzoli. Portando all'interno del mondo del calcio i disinvolti e moderni sistemi di gestione degli affari essi volevano sbarazzarsi dell'incomoda autorità centrale per avere mano libera nel movimento dei giocatori stranieri e nella guida delle loro società. Essi univano come è ovvio che sia il tifo ed uno spiegabile desiderio di accrescere la forza e quindi l'attrattiva e quindi gli incassi delle squadre.

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