lunedì 24 aprile 2017

LA MORTE DI UGO TOGNAZZI (27/10/1990)

Di Giampaolo Carboni.

E' morto a tarda sera a Roma Ugo Tognazzi. Il popolare attore, re della commedia all' italiana aveva settantotto anni. Era stato colto da malore due giorni fa ed era stato ricoverato nella casa di cura Villa Nomentana. Ieri mattina, una nuova emorragia cerebrale che gli è stata fatale. Alle ventitré e quindici informano i medici, ha cessato di respirare. I funerali dell' attore, che era nato a Cremona il 23 marzo 1922, si svolgeranno martedì 30 mattina nella chiesa di santa Maria del Popolo. In questi giorni Ugo Tognazzi era impegnato nella lavorazione di una serie di telefilm per Raiuno intitolati Famiglia in giallo' . Il 7 novembre avrebbe dovuto riprendere, accanto al fantasista Arturo Brachetti, le replice al teatro Eliseo della fortunata commedia Madame Butterfly' . Romano di adozione, Ugo Tognazzi è rimasto sempre cremonese, padano. A causa di una grave malattia del padre, a quindici anni fu costretto a prendere lavoro in un salumificio, dove divenne contabile. In un oratorio parrocchiale a Folgaria in Trentino aveva debuttato dodicenne, e l' emozione fu grande. Tanto, che appena pochi anni dopo si mise in luce in una selezione di dilettanti al Puccini di Milano. Venne la guerra e andò marinaio, ma ne approfittò per fare parte di una compagnia delle Forze Armate. Dopo la Liberazione il giovane attore fece la trafila di tutti i giovani attori di allora, e debuttò finalmente davanti a una vera platea in una rivista, W le donne di Marchesi (Facevo i versacci, la platea rideva, ma in fondo mi vergognavo). Non era contento insomma del tipo di lavoro che stava facendo, e rivolse la sua attenzione al cinema, dove si buttò a testa bassa, accettando ruoli di secondo e terzo piano, in fondo pensando che prima o poi avrebbe trovato il modo di emergere. In quegli anni, era il 1950, debuttò con Walter Chiari in una commedia scanzonata, di tono avanguardistico I cadetti di Guascogna di un maestro di allora, Mario Mattoli. Incontrò nei primi anni cinquanta, all' avvento della televisione, un altro comico che non si accontentava della battuta facile, scurrile, scontata: era Raimondo Vianello, con il quale per tre anni consecutivi fece Un, due, tre, una indimenticabile stagione in cui gli italiani impararono ad apprezzare la vena straordinariamente comica, così nuova, di quei due. Il balzo fu immediato. Il cinema finalmente si accorse del suo talento. Ma ancora per tutti i Cinquanta a Tognazzi furono riservati personaggi di tipo macchiettistico, di una comicità semplice, immediata, e in cui spesso si faceva il verso alla televisione, come Domenica maledetta domenica (1958) di Camillo Mastrocinque. La vera fortuna di Tognazzi, ma anche il pieno riconoscimento alla grande comicità dell' attore, arriva con l' affermarsi di un nuovo genere cinematografico che rilancia improvvisamente in tutto il mondo il nostro cinema : la commedia all' italiana. Ed è subito in prima fila con Il Federale di Salce, che gli affida il ruolo di protagonista anche in La voglia matta. Soggetto di ambedue i film, di Castellano, Pipolo e Salce. Dopo aver reso con grande mestiere la fisionomia di Primo Arcovazzi, il fascista del film di Salce, si vide offrire un nuovo ruolo di camicia nera in La marcia su Roma di Dino Risi, accanto a un magnifico Gassman (1962). L' incontro con Ferreri gli diede modo di tracciare un suo ritratto personale e grottesco della media borghesia italiana. Sei furono i film Tognazzi-Ferreri: Una storia moderna: l' ape regina (1963), La donna scimmia (1964), Marcia nuziale (1966), L' udienza (1971), La grande bouffe (1973) e Non toccare la donna bianca (1974). Nello stesso anno dell' Ape regina, un altro film di Dino Risi ottenne un vivo successo: era I mostri e ancora una volta Tognazzi vi appariva insieme a Gassman. In quegli anni fece anche una serie di film forse non troppo conosciuti, ma sicuramente di gran livello artistico, come Una questione d' onore di Zampa (1966), L' immorale di Germi (1967), Il padre di famiglia di Loy, Porcile di Pier Paolo Pasolini, Nell' anno del Signore di Magni e Il commissario Pepe di Scola. Insieme con Mastroianni, Sordi, Gassman e Manfredi Tognazzi è ormai all' apice della carriera, è ormai uno dei migliori attori della commedia all' italiana. Ed ecco ancora i titoli sfilare: Venga a prendere il caffè da noi, di Lattuada, Amici miei di Monicelli, La stanza del vescovo, Il vizietto di Molinaro, La terrazza di Scola, La tragedia di un uomo ridicolo di Bertolucci (Palma d' Oro come migliore attore al Festival di Cannes del 1981) Sebbene sia preponderante l' aspetto cinematografico della sua carriera, non si può dimenticare quanto grande sia stata la sua passione per il teatro. E i recenti, grandissimi successi ottenuti soprattutto al Théatre de l' Europe, dove nel 1986 recitò in francese I sei personaggi in cerca d' autore insieme agli attori della Comédie Francaise, dimostra che la sua grandezza aveva ormai varcato i confini della commedia all' italiana e del CONTINUA A LEGGERE QUI


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