venerdì 26 maggio 2017

ITALO ALLODI COLPITO DA ISCHEMIA CEREBRALE ED ICTUS A NAPOLI (12/01/1987)

Di Giampaolo Carboni.

Allegro e ciarliero come ai bei tempi. Italo Allodi ha festeggiato negli spogliatoi lo scudetto d' inverno del Napoli. "Una grande soddisfazione, spero solo che sia l' anticipo della grande festa che faremo a metà maggio". Questo il suo sogno, ma anche il suo obiettivo, quando nella primavera del 1985 accettò l' invito del suo vecchio amico Corrado Ferlaino. "Mi ero chiesto più volte - raccontò in seguito - perché lo scudetto non approdava mai in questa città. Era una sfida che mi avvinceva". Poi fu travolto il totonero, il giudice Marabotto, il processone a Milano, mesi e mesi di angosce e di stress. Lui, sempre così elegante e compito, perde le staffe un giorno in aula, poi si gira verso i giudici e dice: "scusate, ma sono tre mesi che non dormo". I capelli gli si sbiancarono all'improvviso, gli occhi sempre più scavati. Un lungo riposo a Ponza, nella bella casa a picco sulle scogliere. I giornali "anticipano": Ferlaino l' ha licenziato. E lui ingoia, in silenzio. Esce fuori da quella vicenda a testa alta, ma incubi e brutti ricordi sono difficili da smaltire. Qualche mese più tardi annuncia che a scudetto conquistato se ne andrà dal Napoli. "Ho voglia di cambiare, non me la sento di restare troppo a lungo in una società". "Licenziato" nel 1982 da Coverciano, accarezza adesso un nuovo incarico, qualcosa che non fosse Coverciano ma gli assomigliasse, una sorta di grande centro studi del calcio. Sperando che la vecchia amicizia con Franco Carraro potesse rimetterlo in una posizione del genere. Figlio di un capostazione, scappò il giorno che lo mandarono a sostenere questo esame. Provò a calzare, senza gran successo, le scarpe da calciatore. Un giorno incappò in Mondino Fabbri che gli disse: "Vieni pure al Mantova, ma occupati di altro". E prese a fare il segretario, carica oscura a quei tempi quando i presidenti-padri-padroni erano tutto. Ma si dette talmente, e bene, da fare che quando il grande Angelo Moratti ha bisogno di uno sveglio e capace, se lo prende subito all' Inter. Poi la Juve. Anni indimenticabili. Difficile dire tutto quello che Allodi ha fatto per il calcio. Glielo hanno chiesto spesso: invariabile la sua risposta "la cultura". In senso lato: professionalità, managerialità, efficienza, cognizioni in un mondo facilone e improvvisatore. Un grumo di pochi milligrammi di grasso è sufficiente a provocare la lesione che ha colpito quest'oggi Italo Allodi. Un grumo microscopico che chiude una delle arterie che portano il sangue, con il suo prezioso nutrimento, al cervello e decimare in pochi secondi milioni di cellule nervose. Dal bollettino medico diffuso si apprende che la lesione determinata dall'assenza di sangue (ischemia in termini medici) interessa l'emisfero destro del cervello e ciò fa prevedere difficoltà di movimento alla gamba ed al braccio di sinistra. Attualmente anche lo stato di coscienza appare compromesso perché Allodi reagisce poco e lentamente agli stimoli. La visita cardiologica ha messo in evidenza le ottime condizioni del cuore ma l' alterazione dello stato di coscienza non consente ai medici di pronunciare previsioni per le prossime ventiquattro ore. La prognosi infatti è ancora riservata ed il paziente rimane in rianimazione.

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