martedì 10 luglio 2018

UDIENZA DEL PROCESSO A SALVATORE CICU E PAOLO CAU (10/07/2018)

Di Giampaolo Carboni.

Indagini patrimoniali e bancarie, pagamenti e flussi di denaro tra Napoli e la Sardegna: il lungo e complesso controesame del colonnello della Guardia di Finanza Stefano Rebechesu è stato il centro dell’udienza odierna mattina al dibattimento in cui è imputato l’europarlamentare forzista Salvatore Cicu, insieme all'ex capogruppo di Sestu Paolo Cau ed all'ex sindaco Luciano Taccori, tutti accusati - insieme ad altre quattordici persone di origine campana, in gran parte legate alla Camorra - di concorso in ricettazione e riciclaggio di denaro proveniente da traffici di droga gestiti dai clan camorristici dei Casalesi e dei D'Alessandro. L’ufficiale ha risposto davanti al tribunale presieduto da Tiziana Marogna alle domande dei difensori, mettendo in relazione dati e posizioni individuali. Fra l’altro Rebechesu - rispondendo a una domanda dell’avvocata Valeria Aresti, che difende Cicu - ha chiarito che agli atti dell’inchiesta non risulta alcun rapporto diretto tra l’ex viceministro ed esponenti della criminalità organizzata campana. Il pm Emanuele Secci sostiene al contrario che Cicu e i due ex amministratori di Sestu abbiano venduto per la cifra di un milione e trentamila euro la società Turicost, proprietaria di un’area edificabile a Villasimius, consapevoli che il denaro proveniva da attività criminali o comunque da personaggi legati alla Camorra. Una parte del denaro, ha sostenuto in aula Ugo Cappellacci, sarebbe stata versata nelle loro tasche in nero. 

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