sabato 22 febbraio 2020

LA CASSAZIONE ASSOLVE DEFINITIVAMENTE ENZO TORTORA DALLE ACCUSE DELLA CAMORRA (13/06/1987)

Di Redazione.

L'Odissea giudiziaria è finita. Enzo Tortora è innocente: quella storia di cocaina e camorra è falsa. E' innocente anche Franco Califano e con lui altri centuno imputati nel maxiprocesso contro la Nco di Raffaele Cutolo. Dopo due giorni di camera di consiglio, a tarda sera la Cassazione ha messo la parola fine a uno dei capitoli più controversi della nostra storia giudiziaria iniziato il 17 giugno 1983. I magistrati della prima sezione hanno confermato la sentenza emessa dalla Corte d' apello del Tribunale di Napoli che il 15 settembre scorso ribaltò il verdetto di primo grado assolvendo con formula piena il presentatore di Portobello e il cantautore romano. Respinto anche il ricorso del Procuratore generale di Napoli. Al centro del pronunciamento della Suprema corte, non c' è solo l'immagine di un uomo pubblico accusato di una lunga serie di reati ma l'uso a volte troppo disinvolto dei pentiti, delle loro dichiarazioni, degli accertamenti e dei riscontri necessari per confermare le cosiddette chiamate di correità. E forse anche gli stessi maxiprocessi come quello appunto contro la Nuova camorra oragnizzata di Raffaele Cutolo: centinaia e centinaia di imputati, migliaia di udienze, decine di migliaia di pagine di verbali, tre distinti dibattimenti, sei diversi verdetti. Immediato, da Milano, il commento del presentatore: Avevo capito subito che quest' ultima fase del processo non mi riguardava. Essa era il maldestro tentativo di pervenire ad un' assoluzione per insufficienza di prove da parte di coloro che in questa vicenda hanno compiuto atti di imperdonabile ingiustizia. Adesso ha aggiunto Tortora inizia la fase dell' accertamento delle responsabilità. Una ricerca che sarà portata avanti con ogni mezzo per ottenere un risarcimento che comunque non mi ripagherà mai di quanto ho subito. Le previsioni sono rimaste incerte fino all' ultimo, anche se i rappresentanti della pubblica accusa, nelle loro requisitorie, avevano sollecitato la conferma delle numerose assoluzioni dei processi di secondo grado e l' annullamento del solo giudizio del terzo troncone del dibattimento. Tre diverse conclusioni Ma a caricare di attesa il verdetto della Cassazione erano soprattutto le tre diverse conclusioni cui erano giunti i giudici del Tribunale di Napoli sugli altrettanti tronconi del maxi processo contro la Nuova camorra di Raffaele Cutolo. Nel primo giudizio d' appello, quello contro Tortora e Califano, i magistrati infatti avevano ribaltato la sentenza di primo grado. I pentiti non erano stati ritenuti attendibili, le chiamate di correità non sufficientemente provate, le dichiarazioni d' accusa non sorrette da accertamenti e riscontri. Il presentatore di Portobello era stato quindi assolto, con formula piena, insieme con altri 89 imputati coinvolti nell' inchiesta. Nella seconda tranche, contro altri imputati, nonostante le continue ritrattazioni, i pentiti erano stati invece ritenuti credibili e con loro i cosiddetti riscontri oggettivi. Tanto che nel giudizio d' appello, i giudici comminarono pene addirittura più severe di quelle inflitte in primo grado. Infine, nel terzo troncone del processo (sempre diversi gli imputati), un terzo e diverso verdetto. Forte riduzione delle pene, condanne dimezzate, molte assoluzioni. I pentiti, in questo caso, non furono elemento di discussione in camera di consiglio. A pesare sul giudizio del collegio fu soltanto il comportamento processuale degli accusati. Gran parte di essi aveva confermato le proprie responsabilità e per loro si aprì la strada delle attenuanti generiche, applicate tra l' altro nella maniera più ampia. Contro la sentenza d' assoluzione propose ricorso il Procuratore generale di Napoli, Armando Olivares. Per me Tortora è colpevole, dichiarò, il processo è da rifare. L' ultima sorpresa Ma le sorprese non erano finite. L' ultima fu quella di giovedì 5 giugno. In apertura d' udienza, il procuratore generale della Cassazione, Antonio Valeri, condivise le conclusioni della Corte d' appello del Tribunale di Napoli e invitò i giudici ad un pronunciamento netto e preciso. Questo, esordì il Pg, non è un processo di merito e quindi vi chiedo di respingere il ricorso del Procuratore generale di Napoli e di confermare la piena assoluzione dell' imputato Tortora Enzo Claudio Marcello. Per il secondo troncone del processo alla Nco, il Pg della Suprema Corte, Giovanni Tranfo, chiese invece il rigetto della maggior parte dei ricorsi dei 114 imputati e di quello della procura generale della Corte d' appello di Napoli contro le 33 assoluzioni. Partendo dal presupposto che quasi tutti i motivi addotti nei ricorsi, spiegò il rappresentante della pubblica accusa, sono simili perché lamentano l' eccessivo peso dato alle chiamate di correità, bisogna affermare che la sentenza d' appello è stata correttamente motivata. Affrontando il verdetto d' appello emesso per il terzo troncone del processo contro la Nuova Camorra organizzata, il Pg Enzo Jannelli propose infine l' annullamento delle 26 condanne inflitte e il rinvio del giudizio a un nuovo dibattimeto. Bisognerà attendere le motivazioni per capire il senso del verdetto della Cassazione. Ma sin da ora è certo che il pronunciamento farà discutere. Nel dicembre scorso, i magistrati della Corte d' appello di Napoli, spiegarono in modo chiaro e netto quell' assoluzione da molti ritenuta eccessiva perché concessa con la formula più ampia. L' analisi più dettagliata riguardava ovviamente il presentatore tv e i pentiti. Pandico, per esempio, definito al processo di primo grado l' uomo computer, l' enciclopedia della camorra fu disegnato invece come un menzognero. Il ruolo di Pandico E la Cassazione ha confermato: Pandico e gli altri pentiti si sono inventati tutto. Enzo Tortora con questa storia di camorra e cocaina non c' entrava niente. E con lui altre decine di persone.


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