Di Giampaolo Carboni.
Laura Boldrini è la nuova presidente della Camera (NELLA FOTO). L’ex portavoce dell’Alto conmmissariato Onu per i rifugiati ha ottenuto la maggioranza alla quarta votazione, con 327 voti.Tanti eletti alla prima esperienza politica, tante donne, tanti giovani. Ma gli elementi di rottura con il passato riservati dal nuovo Parlamento non sono finiti qui. Anche l'elezione a sorpresa alla presidenza della Camera di Laura Boldrini, candidata nelle liste di Sel ed ex portavoce dell'Agenzia Onu per i rifugiati politici, ribalta tutte le previsioni della vigilia e segnala un forte cambiamento.
La notte forse ha veramente portato consiglio, e quando tutti davano ormai per scontata una soluzione nel solco della "vecchia politica", con il Pd deciso dall'incomunicabilità con le altre forze politiche ad eleggere il suo capogruppo a Montecitorio Dario Franceschini, ecco che dal cilindro dei democratici è uscita fuori la proposta in grado di sparigliare una partita apparentemente bloccata. La candidatura della Boldrini alla guida della Camera nel corso della quarta e decisiva elezione è stata lanciata infatti in tandem con quella di Piero Grasso per la presidenza del Senato alla terza votazione. Una mossa inaspettata, che ridà fiato e credibilità tanto al Pd quanto al progetto di convergenza con il Movimento 5 Stelle coltivato con caparbietà da Pierluigi Bersani. Da un lato la Boldrini, per il suo passato, il suo essere donna, la sua età e soprattutto per le sue esperienze professionali, rappresenta senz'altro un elemento di rottura che difficilmente può essere ignorato da chi chiede un rinnovamento all'interno dello stesso Partito democratico, ma soprattutto dai 5 Stelle. A Montecitorio centrodestra e montiani, sapendo di non avere i numeri, sono andati avanti con le schiede bianche, mentre il M5S ha continuato a votare per il suo Roberto Fico. Alla fine il conteggio parla di 327 voti a Laura Boldrini, 108 a Fico, 18. voti dispersi, 10 nulle e 155 bianche.Ma è difficile che il M5S possa far finta di non cogliere il segnale arrivato dal Pd. Ancora più complicato sarà oggi pomeriggio per il Movimento porre sullo stesso piano al Senato la candidatura dell'ex procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e quella del presidente uscente Renato Schifani.Del resto a dare il segno tangibile della svolta è stato anche il discorso d'insediamento pronunciato dalla Boldrini, con richiami agli "ultimi", agli "esodati", all'antifascismo, ai detenuti e alla necessità di porre fine alla violenza sulle donne. "Sono sicura che in un momento così dificile per il Paese insieme riusciremo ad affrontare l'impegno straordinario di rappresentare nel migliore dei modi le istituzioni repubblicane", ha detto riconoscendo al presidente uscente Gianfranco Fini di aver "svolto con responsabilità la sua funzione istituzionale"."Arrivo a questo incarico dopo aver trascorso tanti anni a difendere e rappresentare i diritti degli ultimi, in Italia come in molte periferie del mondo. Un'esperienza che mi accompagnerà sempre e che da oggi metto al servizio di questa Camera", ha aggiunto. "Farò in modo - ha promesso ancora - che questa istituzione sia anche un luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno". "Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze", ha proseguito, per "dare piena dignità a ogni diritto", per "ingaggiare una battaglia vera contro la povertà e non contro i poveri". Perché "in quest'Aula sono stati scritti i principi fondamentali della nostra Costituzione, la più bella del mondo" e allora "quest'Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale di una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontani dall'Italia".Parole scandite da un susseguirsi di applausi, diventati un vera e propria, lunga, standing ovation quando la presidente della Camera avverte che "dovremo farci carico dell'umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore". "Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare l'aiuto o la forza per rialzarsi - ha scandito ancora - ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante, come autorevolmente denunciato dalla Corte europea per i diritti umani"."Dovremo - ha insistito - dare strumenti a chi ha perso il lavoro, o non lo ha mai trovato. A chi rischia di smarrire perfino l'ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti esodati che nessuno di noi ha dimenticato", così come i "tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l'economia italiana". "In Parlamento sono stati scritti questi diritti - ha detto ancora - ma costruiti fuori da qui, liberando l'Italia e gli italiani dal fascismo". Ricorda anche "i morti per mano mafiosa", saluta la manifestazione a Firenze di don Ciotti, e rileva subito dopo che "molto dobbiamo anche al sacrificio di Aldo Moro e della sua scorta". "Questo è un Parlamento largamente rinnovato, scrolliamoci di dosso ogni indugio nel dare piena dignità alla nostra istituzione che saprà riprendersi la centralità e la responsabilità del proprio ruolo. Facciamo di questa Camera la casa della buona politica", è stata infine l'esortazione programmatica.
Pietro Grasso è stato eletto presidente del Senato vincendo il ballottaggio con Renato Schifani con 137 voti su 313. Ha raccolto 20 voti in più di Schifani (Pdl) che ne ha presi 117. Luis Alberto Orellana (M5S) ha avuto 5 voti, Gaetano Quagliariello (Pdl) un voto. Le schede bianche sono state 52, le nulle (in cui si contano quelle per Orellana) sono 7. Presenti 313, votanti 313.Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha ricevuto le telefonate dei nuovi presidenti ai quali ha rivolto i migliori auguri per l'importante missione che li attende, dando loro appuntamento per i prossimi comuni impegni istituzionali, a cominciare da domenica anche per la celebrazione della Giornata dell'Unità Nazionale.
Silenti. Increduli. A tratti intenti a confabulare con il vicino: è questa la scena dei senatori grillini nell'Aula di Palazzo Madama dopo il ballottaggio vinto da Grasso. Mentre negli altri settori dell'Emiciclo c'è euforia e si discute, tra i banchi dei grillini c'è il silenzio. Di fatto, però, qualche membro del M5S ha votato per lui. Grasso, infatti, è stato eletto con 12 voti in più rispetto a quelli di cui dispone al Senato la coalizione di centrosinistra (ne ha 125, ne ha presi 137). Renato Schifani ha ricevuto invece tutti i voti di cui dispone la coalizione di centrodestra (117). La linea del M5S era "scheda bianca" ma di fatto il movimento si è spaccato. «La discussione accesa tenuta nel gruppo non è stata sufficiente a dipanare tutti i dubbi di tutti quanti...», aveva scritto su Facebook il senatore Maurizio Buccarella prima del voto. Il collega Guglielmo Pepe: «Amici, libertà di voto. Senza contrattazioni e senza trucchi. Borsellino ci chiede un gesto di responsabillità e noi non siamo irresponsabili, finchè siamo qui dentro, a voi la scelta».
Un applauso del centrosinistra in pieno spoglio si è levato per Grasso, che si è alzato in piedi per stringere le mani ai colleghi. Renato Schifani ha salito le scale dell'Emiciclo e si è andato a complimentare con Grasso, ancora prima che ne venisse proclamata l'elezione (VEDI FOTO).
«Rivolgo il primo discorso a quei cittadini che stanno seguendo i lavori di quest'aula con apprensione e speranza per il futuro di questo Paese. Il Paese mai come oggi ha bisogno di risposte rapide ed efficaci all'altezza della crisi sociale, economica, politica che sta vivendo», ha esordito Grasso, presidente del Senato. «Mai come ora la storia italiana si intreccia con quella europea. Entrando qui mi ha colpito l'affresco sul soffitto con 4 parole: lavoro, giustizia, diritto fortezza e concordia di cui il paese ha disperatamente bisogno come della pace sociale. Siamo in un passaggio storico straordinario, abbiamo il diritto della responsabilità di indicare un cambiamento possibile, dobbiamo iniziare una nuova fase costituente che sappia stupire e stupirci». Standing ovation di tutti i partiti quando Grasso ha ricordato Teresa Mattei, la più giovane eletta della Costituente.«Ho sempre cercato verità e giustizia e continuerò a cercarle da questo scranno, auspicando che venga istituita una nuova Commissione d'Inchiesta su tutte le stragi irrisolte del nostro Paese», ha chiesto poi Grasso. «Ho dedicato la mia vita alla lotta alla mafia in qualità di magistrato e devo dirvi che dopo essermi dimesso dalla magistratura pensavo di poter essere utile al Paese in forza della mia esperienza professionale nel mondo della giustizia, ma la vita riserva sempre delle sorprese. Oggi interpreto questo mio nuovo e imprevisto impegno con spirito di servizio per contribuire alla soluzione dei problemi di questo Paese». «Giustizia e cambiamento. Questa è la sfida che abbiamo davanti. Ci attende un intenso lavoro comune per rispondere con i fatti alle domande dei cittadini che chiedono soprattutto giustizia sociale, più etica, nella consapevolezza che il lavoro è uno dei principali problemi», ha detto poi Grasso.
«Penso alla politica che va cambiata e ripensata dal profondo nei costi, nelle regole, nei servizi e nelle consuetudini, nella sua immagine rispondendo ai segnali che i cittadini ci mandano. Quest'aula spero diventi come una casa di vetro», ha aggiunto. «Quanto sia radicale e urgente il tempo del cambiamento lo dimostra la scelta del nuovo Pontefice, Papa Francesco, i cui primi atti hanno evidenziato un'attenzione prioritaria verso i bisogni reali delle persone». «Voglio rivolgere a nome dei senatori un mio personale e deferente saluto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, supremo garante della Costituzione e dell'unità italiana che con saggezza e salda cultura costituzionale esercita il suo mandato di capo dello Stato».Breve incontro, al termine della seduta di Palazzo Madama, tra Grasso e il capogruppo del M5S, Vito Crimi. «Dobbiamo lavorare insieme per il bene del Paese: ci sono molte cose da fare», ha detto Grasso a Crimi. Il quale gli ha risposto: «Siamo qui per fare il più possibile...».
«Complimenti a Laura Boldrini e a Piero Grasso. Se si vuole cambiare, si può!». Così Pierluigi Bersani commenta in un tweet l'elezione. Bersani aveva proposto i nomi di Boldrini per la presidenza di Montecitorio e Grasso per quella del Senato. «Per noi responsabilità è cambiamento» aveva motivato Bersani ricevendo gli applausi dei deputati di Pd, Sel e centro democratico. Le candidature di Laura Boldrini per Montecitorio e Piero Grasso per Palazzo Madama, aveva detto Bersani, «vanno nella logica di responsabilità e cambiamento». Il leader Pd aveva aggiunto che, nonostante sia fallito il tentativo del partito di condividere le presidenze con altre forze «continueremo ad avere atteggiamento di condivisione e reciprocità anche per le presidenze delle commissioni».I senatori di Scelta civica hanno votato scheda bianca. «Nella situazione politico-istituzionale che si è venuta a determinare - si legge in una nota diffusa al termine della riunione - le forze che si riconoscono nel gruppo Scelta Civica per l'Italia ribadiscono che l'assetto di vertice delle istituzioni non può rispondere solo a logiche di parte. La drammatica situazione del Paese richiede una coraggiosa impostazione riformatrice che solo situazioni che siano rappresentative di una forte coesione nazionale possono assicurare. Per queste ragioni - conclude la nota - abbiamo deciso di votare scheda bianca anche in occasione del ballottaggio per l'elezione del presidente del Senato».
«Con il ticket proposto dal Pd il Paese precipiterebbe verso le urne, mentre la candidatura di Schifani consentirà la nascita di un nuovo governo per affrontare la situazione di crisi». Lo scriveva su Facebook il segretario del Pdl, Angelino Alfano assicurando che «il Pdl sarà compatto e attrattivo di altri consensi». «Di fronte alla grande chiusura della coalizione di Bersani che porta il Paese in un vicolo cieco - prosegue Alfano - noi proponiamo la massima apertura: una candidatura istituzionale, di Renato Schifani, che ha onorato la funzione e la carica. La sua - assicura - non è una candidatura del Pdl, ma di continuità istituzionale che offriamo al Senato».
«Con M5S c'è stato un confronto non improduttivo ma non è andato a buon fine, da altri c'è stato un disimpegno che ha causato un'evidente sorpresa». Così Pier Luigi Bersani, nell'incontro con i senatori del Pd, valuta il comportamento di Monti e la decisione finale di Scelta Civica di evitare intese sulle presidenze di Camera e Senato. Al Senato «il nostro candidato lo abbiamo deciso. Forse ci saranno i ballottaggi, vediamo gli altri cosa faranno», conclude.Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha annunciato che le consultazioni per la formazione del nuovo governo inizieranno al Quirinale mercoledì 20 marzo.
«Mi auguro ancora che sia possibile giungere oggi all'elezione dei Presidenti delle Camere e all'attribuzione di tutti gli incarichi istituzionali - scrive in una nota il capo dello Stato - in un clima di condivisione della responsabilità di favorire - dopo le elezioni del 24 febbraio e sulla base dei risultati che ne sono scaturiti - l'avvio di una costruttiva dialettica democratica e di una feconda attività parlamentare». «E' importante - scrive Napolitano - che in sede europea, e nell'esercizio di ogni iniziativa possibile e necessaria specie per l'economia e l'occupazione, il governo conservi la guida autorevole di Mario Monti fino all'insediamento del nuovo governo (per la cui formazione inizierà le consultazioni di rito mercoledÌ 20). L'abbandono, in questo momento, da parte del presidente Monti, della guida del governo, genererebbe inoltre problemi istituzionali senza precedenti e di difficile soluzione. Apprezzo pertanto il senso di responsabilità e spirito di sacrificio con cui egli porterà a completamento la missione di governo assunta nel novembre 2011».
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