L'Italia apre i Mondiali su pista con l'11° posto nell'inseguimento a squadre maschile. Un piazzamento un po' impietoso perché peggiora di due posizioni il risultato di Minsk 2013 e soprattutto in quanto le compagini nazionali al via erano solamente tredici, ma sul piano cronometrico la prestazione odierna regala a Viviani e compagni un ulteriore progresso: con 4'06"165, infatti, gli azzurri tolgono più di mezzo secondo al 4'07"793 bielorusso e al 4'07"614 realizzato a fine ottobre agli Europei di Apeldoorn - miglior tempo dell'ultimo decennio, se si esclude il 4'04"516 realizzato ai quasi 2000 metri di Aguascalientes a dicembre. Senza dimenticare che si gareggia all'aperto, con un alto tasso di umidità, e ciò influisce sicuramente sulla prestazione finale, come dimostrato anche dai tempi delle altre nazioni. Viviani, Simion, Bertazzo e Coledan sono partiti bene, poi però è venuto meno l'apporto proprio di Coledan, l'uomo più atteso, in virtù del successo ottenuto nel novembre scorso nell'inseguimento individuale in Coppa del Mondo a Manchester: il trevigiano, infatti, si è rialzato ai 3000 metri ("mi sentivo le gambe vuote, non riuscivo né a spingere ne' a far frequenza" dirà alla fine) e a quel punto, con soli tre atleti, è stata dura tenere il ritmo per chiudere in 4'05", che era la grande speranza del c.t. Villa.
Può consolare che le grandi sono lì a 2-3 secondi. E che la stessa Gran Bretagna, dominatrice della specialità negli ultimi anni, ha chiuso addirittura all'8° posto, in 4'04"419. La sorpresa, sino a un certo punto, arriva dalla Danimarca, che ha stampato il miglior tempo (4'00"176, record della pista) e alle 20.15 locali (le 2.15 di stanotte in Italia) affronterà in finale l'Australia (4'01"516), mentre per il bronzo il duello sarà tra Russia (4'01"615) e Nuova Zelanda (4'02"256).
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