Di Redazione.
Capire questo è importante per comprendere le reazioni positive e negative che la Cina manifestò all’entrata degli Europei nel territorio asiatico. Nella seconda metà del XIX° secolo si verificarono le cosiddette “Guerre dell’Oppio” occorse tra la Cina e le potenze europee (Gran Bretagna e Francia): quale tipo di civiltà incontrarono gli occidentali?
La società cinese affonda le sue radici cinquecento anni prima, in un certo sito geografico dal quale partì la sua successiva espansione, travalicando anche gli attuali confini: infatti l’influenza cinese si ebbe dalla Corea al Giappone passando per Taiwan (Formosa) e Singapore.
I territori che accettarono parte o tutta l’influenza dei Cinesi costituiscono un territorio che gli storici definiscono “Siti del Sino centrismo” (Corea, Giappone, Taiwan, Singapore)
Alcuni paesi accettarono completamente l’influenza della Cina (ad es Vietnam del Sud), altri meno, come il Giappone; Taiwan addirittura divenne una sorta di specchio della Cina, tanto che oggi si parla ancora di “due Cine”.
Il Giappone ad esempio adottò (passando per la penisola coreana) la religione buddista, arrivata in Cina dall’India, un culto che è peraltro il più professato oggi in Cina.
Ed il Confucianesimo, il cui modello di vita e di sviluppo ha consentito al Giappone per un certo periodo di essere la più progredita potenza mondiale dopo gli USA e la prima in Asia.
Sin dal VI-VII secolo D.C. il Giappone aveva una sua lingua, ma non era scritta. Finché dalla Cina non arrivarono i pittogrammi cinesi, attraverso l’adozione dei quali il Giapponese venne finalmente codificato, sebbene a simbolo uguale non corrispondesse la medesima pronuncia.
A questo proposito è possibile tracciare un parallelo con le cifre arabe, che sono simboli che pur avendo per tutte le nazioni del mondo lo stesso significato, vengono “pronunciate in modo diverso”: la cifra 3 in italiano si pronuncia “tre”, in inglese “three”, in francese “trois”, in tedesco “drei” e così via. Come ogni civiltà anche quella Cinese fu sin dall’inizio fortemente influenzata dall’ambiente geografico, il quale ha gradualmente plasmato gli stili di vita ed i valori dei Cinesi.
La culla della civiltà Cinese è localizzata nei pressi dei grandi corsi d’acqua: si tratta dello “Huang He” (Fiume Giallo) e dello “Yangtse Kiang” (Fiume Azzurro). In particolare è il primo fiume, secondo per lunghezza, che è considerato il più importante nello sviluppo della società cinese. Esso si trova nella zona settentrionale del paese, e nell’ansa in cui dopo aver percorso la circonferenza del deserto del Gobi, scende in modo verticale a sud e volge ad oriente verso la sua foce, è localizzata la culla della civiltà cinese.
Il territorio di quest’ansa è caratterizzata da un terreno di tipo “loessico” (dal tedesco Löss: si tratta del nome che i tedeschi diedero al terreno della zona quando la esplorarono. Significa “pulviscolo sottilissimo” ed è generato dall’erosione eolica). I depositi sedimentari di loess nel corso dei millenni hanno interessato profondità che vanno dai dieci ai settanta ottanta metri; il terreno loessico è caratterizzato da forte permeabilità dell’acqua, ma come nel deserto di sabbia, anche in questo se si verificano le condizioni adatte è possibile incontrare delle oasi estremamente rigogliose nelle quali l’agricoltura è possibile.
Il contadino cinese primitivo allora comprese che se fosse riuscito in qualche modo a mantenere umido questo terreno avrebbe potuto coltivarlo, e la sua abilità fu proprio quella di affinare sistemi ed espedienti per creare questa condizione. D’altra parte nell’ansa dello Huang He non mancava l’acqua.
Lo Huang He tuttavia è caratterizzato da un letto completamente “caterattico” (serie di gradini naturali che provocano salti d’acqua) e quindi non adatto alla navigazione, al trasporto fluviale e quindi alla comunicazione.
Sin dal momento in cui i Cinesi hanno cominciato a scrivere e produrre documenti hanno sempre chiamato lo Huang He “flagello della Cina”: oltre alle caratteristiche già citate, bisogna aggiungere che esso ha un letto più elevato rispetto alla pianura circostante (costituitasi per sedimentazione similmente alla pianura padana), e questo ha provocato frequenti esondazioni con relativa perdita di campi agricoli, centri abitati, vite umane e degli animali da allevamento.
Inoltre: là dove è localizzata la foce del fiume, nella penisola dello “Shandong” (che vuol dire penisola “ad oriente dei monti”), i cinesi hanno registrato nel corso dei secoli ben 8 cambiamenti della foce, la quale si è spostata più volte da nord a sud della penisola.
Allora le caratteristiche ambientali che il Cinese incontrò, e gli espedienti tecnici che dovette elaborare per riuscire a sopravvivere, plasmarono la sua mentalità nel corso dei secoli: quando Karl Marx si trovava in GB era in grado di ricevere grazie alla Compagnia delle Indie Orientali inglesi una serie di informazioni provenienti dall’India, e meno, e meno precise, dalla Cina.
Come è noto egli aveva studiato a lungo il processo di sviluppo della società occidentale ed aveva elaborato il seguente schema di sviluppo progressivo della società occidentale:
1) società comunistica primitiva
2) società schiavista
3) società feudale
4) rivoluzione borghese
5) e nella visione teorica, la società socialista, che avrebbe realizzato quella comunista.
Questo schema però non poteva adattarsi allo sviluppo della società cinese: per quanto riguarda la società schiavistica infatti, quella cinese a differenza di quella occidentale, è caratterizzata da quella che definì “Allgemeine Sklaverei”, ovvero la schiavitù di Stato.
Nella società occidentale greco-romana invece la schiavitù era privata: c’era un proprietario con un certo numero di schiavi, sui quali esercitava una serie di diritti, compresi quelli di vita e morte. In questa società in un certo momento nasce anche la figura del “liberto”, lo schiavo che ha ottenuto la libertà.
Questo non accadeva affatto nella società cinese, ed è la prima grande differenza storica tra occidente e Cina: solo dopo la seconda guerra mondiale l’esponente della scuola sociologica detta “Scuola di Francoforte”, Karl Wittfogel, riuscì a capire le ragioni di questa differenza.
Egli studiò tutte quelle società caratterizzate da un ambiente influenzato dall’acqua: l’Egitto (Nilo), Mesopotamia (Tigri ed Eufrate), Cina (Huang He e Yangtse Kiang). Le definì “società idriche” ed erano caratterizzate tutte da un regime politico “dispotico”, il “dispotismo orientale”, che praticava appunto la “schiavitù di stato”.
Quando Wittfogel usa il termine “dispotismo” si riferisce a quello che ha caratterizzato la società occidentale: nell’Antica Grecia infatti il “despota” era un individuo che deteneva tutto il potere di comando ma aveva l’obbligo di garantire ai suoi sottomessi il sostentamento, il lavoro ed il benessere.
Perché le società idriche sono caratterizzate dal dispotismo e dalla schiavitù di stato? Perché a causa delle caratteristiche fisiche dell’ambiente (terreno loessico, “fiumi-flagello”, ecc...) era necessario una grande forza lavoro per costruire imponenti opere di ingegneria, come grandi argini, per consentire la vita. E’ evidente che un singolo schiavista con poche decine di sottoposti non poteva da solo costruire queste grandi opere, ecco il perché della schiavitù di Stato.
Va da sé che era necessario anche un individuo che comandasse questi schiavi ed ordinasse la messa in opera degli argini, cioè il despota.
La storia della Cina è costellata dalla successione di una serie di dinastie, la cui caduta va attribuita alle rivolte contadine: la società agricola cinese (ancora oggi l’agricoltura è l’attività maggiormente praticata) quando era allo stremo delle sue forze e non riusciva a più sopravvivere metteva in atto delle rivolte con le quali la dinastia vigente veniva destituita per insediarne una nuova, che avrebbe dovuto garantire il benessere dei sudditi meglio di quanto non avesse fatto la precedente.Si tratta di rivolte e non di rivoluzioni perché queste ultime presuppongono la sovversione totale dell’intero sistema sociale e politico, che in questo caso non avveniva. Le rivolte servivano a cambiare chi governava non il modo di governare, per continuare a fare i contadini e vivere dignitosamente nelle campagne.
Fino al 1911 in Cina non si verificano rivoluzioni.
In questo tipo di società quindi non c’è spazio per la democrazia (situazione simile all’America Latina) ed è per questo che non si sono mai avute lotte in tal senso. Quando il confucianesimo diede una definizione un po’ aulica dell’imperatore per farlo accettare al popolo dirà che l’Imperatore è “padre e madre” del popolo, “così come in terra non possono esserci due soli, così non possono esserci due sovrani”.
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