A conclusione di un procedimento penale durato la bellezza di otto anni il direttore di urologia dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari Antonello De Lisa è stato assolto quest'oggi con varie formule dalle accuse di maltrattamenti, ingiurie e diffamazione nei confronti di un ricercatore dell’Università e di altri medici. Il giudice Simone Nespoli non ha tenuto conto della richiesta avanzata dal pubblico ministro,una condanna ad otto mesi di reclusione e dei termini di prescrizione ormai in scadenza ed è entrato nel merito dei fatti contestati accogliendo in pieno le tesi dei difensori, gli avvocati Luigi e Pierluigi Concas. Il dispositivo della sentenza è articolato: l’imputazione di maltrattamenti è stata valutata come insussistente, mentre per le ingiurie e la diffamazione il tribunale ha dichiarato il non doversi procedere nel primo caso perché il reato non esiste più e nel secondo perché non c’è mai stata la querela delle tredici persone offese. In altre parole gli scontri avvenuti a detta di numerosi testimoni nella sala operatoria del Santissima Trinità, gli insulti volgari che sarebbero stati rivolti dal chirurgo ai colleghi, la sequenza di fatti imbarazzanti denunciati nel corso dell’inchiesta condotta dal pm Marco Cocco da medici specializzandi e infermieri non integrano nel loro complesso alcun reato. In ogni caso, seppure la valutazione del giudice Nespoli fosse stata diversa e più vicina a quella della Procura, i presunti reati risulterebbero prescritti. Come dire che la battaglia cominciata al Santissima Trinità nel 2005 e conclusa a forza di carte bollate sei anni più tardi va in archivio senza ritorno. Per la parte civile patrocinata dall'avvocato Andrea Pogliani un colpo duro da incassare, per De Lisa, che ha sempre respinto nel tempo con determinazione ogni accusa, un sollievo certamente tardivo ma completo. Gomitate, testate e insulti in sala operatoria a colleghi e infermieri durante gli interventi chirurgici: a denunciare De Lisa era stato Paolo Usai, il medico ricercatore che lavorava con difficoltà al suo fianco. Nel corso dell’inchiesta si erano accodati nella denuncia i medici specializzandi Sara Gentile, Michele Scarpa, Gianluca Puggioni, Daniela Porcu, Francesca Portoghese, Francesco Floris e Gianfranco Muntoni con gli infermieri Massimo Serra, Pietrina Obinu, Anna Maria Porcedda, Ernesto Marongiu e Stefano Ortu, altre dodici persone accomunate nell'incredibile sequenza di intemperanze per le quali De Lisa era stato rinviato a giudizio. Il capo d'imputazione è un compendio di insulti, alcuni frutto di notevole creatività. E secondo le denunce presentate dall'avvocato Pogliani per Usai sono proprio quelli che il direttore di urologia pronunciava mentre era intento a operare sui pazienti in sala chirurgica, ferri alla mano. Usai era la vittima preferita dal professore: secondo le accuse non appena provava a proferire una qualsiasi valutazione si prendeva la sua razione di inviti irripetibili.
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