Di Giampaolo Carboni.
Luca Dalmonte, assistant coach del Fenerbahce e della Nazionale di basket, è intervenuto nel pomeriggio ai microfoni di Radio Sportiva all'interno del contenitore di basket "Speciale Eurolega".
"E´ legittimo che ci sia soddisfazione in Italia per la cavalcata di Siena che con merito sta facendo molto bene. Ha quasi due piedi nei quarti ed è importante per il movimento che una squadra così ci rappresenti soprattutto come identità e come sistema. Ha esterni dominanti e lunghi contro i quali è molto difficile giocare, creando problemi tattici a più di una squadra. Ieri sera c´erano sicuramente motivazioni opposte: noi siamo depressi e repressi, consapevoli che il nostro cammino è stato pregiudicato sin dalle prime partite. Da qui alla fine della Top 16 abbiamo il dovere di giocare sempre al 100%: se poi il nostro impegno porta ad una vittoria che possa tornare a Siena bene, ma comunque viene prima il nostro orgoglio. Cosa non è andato? In un girone così equilibrato con squadre potenti, sbagliare le prime partite poteva costare caro e così è stato. Abbiamo sprecato un buon vantaggio contro Siena, poi avuto altre battute a vuoto, infine la sconfitta con Vitoria che ci ha tolto la speranza. Per affrontare queste manifestazioni bisogna avere una struttura consolidata: noi siamo una squadra nuova e questo l´abbiamo pagato. Perché sono rimasto? E´ successo che c´è stata una grande pressione del club per farmi rimanere, con la liberatoria morale di Pianigiani: il senso professionale e quello del dovere verso il club mi ha portato alla scelta di rimanere. Gratificato per la loro insistenza, mi ritengo professionalmente nel giusto nel portare avanti il rapporto con il Fenerbache. Il rapporto con Pianigiani è indistruttibile e inattaccabile".
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