Di Redazione.
Quanto vale il polo industriale di Porto Torres? Può essere riconvertito e salvato? Da qualche mese l'università di Sassari ha messo su un «gruppo per la chimica». «Quell'area industriale è una risorsa per il nostro territorio» dicono i docenti del progetto. Una risorsa importante da non smantellare per non rischiare di desertificare tutto il Nord Ovest della Sardegna. Proprio questa mattina alle nove, il «Gruppo di lavoro per la Chimica» dell'università di Sassari, ha organizzato nell'aula magna un convegno che ha per titolo «Rilancio dell'Industria Chimica nel Nord Sardegna fra crisi e innovazione tecnologica». Dopo i doverosi saluti si passa agli interventi. Prima il professor Eusebio Tolu, poi uno degli scienziati italiani più importanti a livello mondiale nel campo della Chimica industriale: il professor Ferruccio Trifirò dell'università di Bologna che affronterà il tema: «Quale chimica oltre il petrolio?». Di chimica ecosostenibile (ecco un campo di ricerca di crescente importanza) parlerà il professor Mauro Marchetti del Cnr di Sassari. Ci sarà spazio anche per l'intervento di un dipendente della Vinyls, attualmente in cassa integrazione. E' previsto uno spazio per alcuni interventi programmati mentre le conclusioni sono affidate al rettore, professor Attilio Mastino. Questo progetto al rettore è piaciuto tanto da incoraggiare la creazione del «gruppo». Non solo come segno di doverosa attenzione al territorio ma anche come opportunità importante di dialogo tra il mondo della ricerca e quello della produzione. Con questo spirito Mastino ha visitato gli operai Vinyls sulla Torre aragonese e si tiene costantemente in contatto con gli operai che hanno occupato, per protesta, la Torre Aragonese di Porto Torres. Un momento cruciale dei lavori di questa mattina è affidato alla relazione del professor Ugo Azzena, docente di chimica organica nella facoltà di Farmacia, laurea a Sassari e perfezionamento a Zurigo nell'istituto che fu di quel Ziegler che insieme all'italiano Giulio Natta meritò, nel 1963, il Nobel per la messa a punto dei catalizzatori per la polimerizzazione delle olefine. Azzena, uno degli animatori del gruppo, parlerà di «alcuni esempi di innovazione nella filiera del cloro». Il cloro è un elemento che entra a far parte della lavorazione del cloruro di vinile, monomero, e poi polimero (nel materiale universalmente noto come Pvc, polivinilcloruro). Senza cloro, dunque, non c'è Pvc, una delle materie strategiche nella chimica mondiale. Ecco perchè smantellare la Vinyls a Porto Torres significa non solo colpire al cuore una struttura che può continuare a vivere ma togliere definitivamente senso alla zona industriale. «Oggi più che mai è fondamentale riavviare gli impianti. Tenere in piedi una struttura industriale - dice Azzena - non significa, per forza ipotecare il futuro di tutta l'area dove è nato il polo petrolchimico. Si possono programmare anche attività di tipo turistico o di altro genere, a bassissimo o zero impatto ambientale». «La premessa è che quell'area venga bonificata. Non si può chiedere, insomma, a una piccola azienda che volesse insediarsi in quella zona di pagare una montagna di denaro per eliminare un inquinamento creato, in passato, da altri. Occhio, insomma, a non buttare via il bambino con l'acqua sporca» dice Azzena. «Oltretutto quando si crea inquinamento la colpa non è della chimica ma delle aziende. Mi spiego: l'impianto cloro-soda si può fare o con metodi del passato con inevitabili problemi dovuti soprattutto al mercurio oppure come ad Assemini con un particolare processo senza mercurio. In quest'ultimo caso si produce cloroetano (il precursore del cloruro di vinile monomero) che l'Eni vende in Croazia. E perché sarebbe lecito chiedersi, quel cloroetano non viene dato a Porto Torres per mandare avanti la Vinyls? Questa è la domanda che la politica dever rivolgere all'Eni. Perchè una cosa è certa: il cloro e il Pvc si continueranno a produrre in mezzo mondo. Se non si continuerà a produrre a Porto Torres è, a mio parere, solo una scelta politica» prosegue. «Ma poi c'è un'altra risorsa da salvare a Porto Torres: la straordinaria professionalità dei lavoratori, hanno competenze costruite in anni di lavoro e non possono essere disperse. Spetta al nostro territorio impedire che tali patrimoni vengano dispersi. L'università può fare molto ma non può da sola bloccare il piano di desertificazione industriale: devono intervenire le istituzioni e il mondo politico. Vinyls ed il polo industriale non devono morire» conclude lo stesso Azzena.
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