Di Redazione.
E' una bella immagine, da ciclismo retrò, quella di Lorenzo Fortunato (NELLA FOTO IN ALTO), bolognese, venticinque anni compiuti da tredici giorni: un passato giovanile nel calcio prima del matrimonio con la bici. Sul Monte Zoncolan circondato dalla neve e avvolto nella nebbia, con quei pedali spinti di gambe, di spalle, più che altro di anima, si fondono sofferenza e la gioia per un successo che vale una vita. Caricato dal suo ds Ivan Basso, uno che sa come si doma una salita del genere, coglie la prima vittoria da professionista nel giorno più tosto. "Già sorridevo per essere qui al Giro, figuriamoci ora..." è il primo commento del vincitore giustificatamente stanco dopo questa autentica impresa. Aveva sorriso tanto anche quando, altra scena da un ciclismo di altri tempi, nella tappa bolognese aveva sfilato anticipando il gruppo per salutare amici e parenti. Fortunato infatti per la precisione è di Castel de' Britti, lo stesso paese di CONTINUA A LEGGERE QUI
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