martedì 28 ottobre 2014

LA MORTE DI RENATA MOSCATELLI (24/10/1984)

Di Giampaolo Carboni.

Il corpo martoriato di Renata Moscatelli . anni 68, pensionata, nubile, casalinga viene rinvenuto alle 13.30 di mercoledì 24 ottobre 1984 nella camera da letto del suo appartamento, via Carlo Poma 4 scala E primo piano. Figlia di Giuseppe Moscatelli (negli anni quaranta vice comandante dell'Arma dei Carabinieri), sorella di Adriana Moscatelli (allora sessantunenne,ex moglie di Pio Theodoli Braschi e madre di Giovanni Theodoli Braschi,fu lei a lanciare pre prima l'allarme). Secondo le cronache dell'epoca Renata incontrava spesso la sorella con la quale aveva delle discussioni per via dell'eredità lasciata dal padre (morto due anni prima). Renata Moscatelli aveva una vita piuttosto regolare sia nei tempi che nei luoghi. Usciva di casa solo nelle ore diurne per recarsi sempre nei soliti luoghi :il mercato di Via Tito Speri e la chiesa di Santa Maria Apostolorum a Piazza D'Armi in Via Giovanni Ferrari 1. In chiesa oltre ad andare a messa frequentava il circolo parrocchiale sia per contribuire ad opere di carità sia per partecipare a visite presso santuari di diverse zone d'Europa ( secondo le cronache giornalistiche dell'epoca poco tempo prima della morte Renata aveva visitato santuari a Mosca e Leningrado,mentre l'anno prima era stata in Grecia). Con i vicini la Moscatelli aveva dei rapporti abbastanza fugaci. Aveva provveduto a far montare una porta blindata con cerniere antistrappo e sbarre di ferro alla finestra, sceso il buio si chiudeva in casa senza aprire a nessuno. Eppure, purtroppo per lei, a qualcuno apre il 21 ottobre 1984. Una domenica come le altre, nel pomeriggio Renata si reca a messa per poi rientrare a casa. Nella serata lei telefona,stando a quanto detto anche in una puntata della trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?" del 2011,a Don Marcello della compagnia di San Paolo chiedendo una stanza per il signor Mardocci, che si trova accanto a Renata, che aveva smarrito le chiavi di casa . Il nome di Mardocci risulta cancellato dal registro della Compagnia perchè in seguito telefonò lo stesso Mardocci dicendo di aver trovato le chiavi di casa e che quindi non aveva più necessità della stanza. Dopo la telefonata a Don Marcello di Renata nessuna notizia. Quel 23 ottobre 1984 Adriana Moscatelli si reca a trovare la sorella ma bussa invano. Secondo le dichiarazioni del portiere Adriana Moscatelli avrebbe proferito la frase “ Dio, magari me l'hanno trucidata”. Comunque sia Adriana Moscatelli ritorna il giorno dopo con un fabbro che forza la porta blindata. Dopo aver forzato la porta trova Renata Moscatelli uccisa. Il corpo giace vicino al telefono. Presenta una ferita alla testa, vicino al corpo un cuscino intriso di sangue e pezzi di vetro di una bottiglia di whisky forse usata per colpirla alla testa. La morte è stata causata da soffocamento, nel soffocarla l'assassino le rompe diverse costole. L'epoca della morte viene indicata tra le ore diciotto e la mezzanotte di domenica 21 ottobre 1984. La porta non presenta segni di effrazione, nulla viene rubato mentre l'autopsia,eseguita dal professor Ronchetti,accerterà che la morte è stata causata dalla rottura dell' osso ioide più comunemente conosciuto come pomo d' Adamo nel linguaggio corrente.. Soltanto i portaritratti sono stati manomessi. Le indagini puntano per un attimo sulla sorella di Renata Moscatelli per poi chiudersi senza aver trovato l'assassino. Renata Moscatelli apre all'assassino o entra con lui in casa, segno che lo conosceva bene. Poi c' è il fatto della telefonata fatta da Renata a Don Marcello , chi è il signor Mardocci? Potrebbe contribuire alla risoluzione del caso. Il movente non è certo il furto, forse una discussione improvvisa o la necessità di ucciderla per poi cercare qualcosa in casa. I portieri non vedono nessuno quindi o l'assassino è stato fortunato o conosceva vie per uscire senza essere visto o ha trovato rifugio all'interno di un appartamento di Via Poma.

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