martedì 14 giugno 2016

UDIENZA PER DISASTRO AMBIENTALE ALL'ILVA DI TARANTO (14/06/2016)

Di Giampaolo Carboni.

Fabio Riva, figlio del defunto patron dell'Ilva Emilio, scomparso ad aprile 2014, ha chiesto e ottenuto dalla corte d’assise di Taranto il rinvio dell'udienza al processo "Ambiente svenduto", sul disastro ambientale provocato dall’Ilva. Riva è gravemente malato e non ha potuto partecipare all'udienza perché sottoposto a cure in clinica. La corte d'assise presieduta dal giudice Michele Petrangelo ha accolto la richiesta e rinviato il processo al 18 luglio. Sono quarantasette gli imputati (quarantaquattro persone e tre società) accusati a vario titolo di associazione per delinquere, disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari, corruzione, concussione e altri reati. Fabio Riva, insieme al fratello Nicola, rappresentanti della famiglia proprietaria dello stabilimento, sono tra i principali imputati insieme a dirigenti, manager ma ci sono anche politici accusati di aver consentito alla fabbrica di seminare malattie e morte per anni. La Regione è costituita parte civile anche contro l’ex presidente Nichi Vendola, imputato di concussione aggravata per presunte pressioni sui vertici dell'Arpa in favore del siderurgico. Alla precedente udienza, a metà maggio, il governatore Michele Emiliano si presentò in aula per annunciare "seguiremo con attenzione il processo al fianco della procura e delle altre parti civili». Sono circa mille le parti civili costituite a processo. Oggi uno dei legali della difesa, l'avvocato Pasquale Annicchiarico, ha presentato un'eccezione chiedendo alla corte di escludere le parti civili che si sono costituite dopo il primo rinvio a giudizio (che era stato annullato per un errore di procedura da parte di un cancelliere rendendo necessaria una nuova udienza preliminare). Il conto dei danni chiesto dall'esercito di parti civili supera i venti miliardi di euro. Sono parti civili due ministeri (Ambiente e Salute), la Regione, la Provincia, il Comune di Taranto e diversi altri Comuni della Provincia, associazioni ambientaliste, il partito dei Verdi, residenti del quartiere Tamburi, il più colpito dall'inquinamento, allevatori e mitilicoltori le cui aziende sono state chiuse o hanno subito gravi danni a causa della contaminazione da sostanze pericolose per la salute emesse dal siderurgico.

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