mercoledì 25 novembre 2020

LA MORTE DI DIEGO ARMANDO MARADONA (25/11/2020)

Di Giampaolo Carboni.


Diego Armando Maradona (NELLA FOTO IN ALTO) non ha lasciato questo mondo casualmente proprio in questo giorno che già si era portato via un altro indiscutibile talento del calcio George Best e nel medesimo in cui se ne andò un suo amico il leader cubano Fidel Castro esattamente quattro anni fa. E da oggi il calcio non sarà più lo stesso, almeno per chi vi scrive che ha avuto la fortuna di godersi gli ultimi bagliori napoletani e argentini del Dio del pallone, ora ci sarà un D.D. (Dopo Diego) e se sembro blasfemo francamente me ne infischio: Maradona è stato il mio primo idolo calcistico, sarà per sempre insostituibile e inarrivabile all'interno del mio cuore ora ferito. Nonostante fatichi a scrivere voglio provare, modestamente, a spiegare chi è stato. Calciatore, allenatore, dirigente capitano della nazionale mondiale nel 1986. Soprannominato El Pibe de Oro ("il ragazzo d'oro"), è stato e sarà sempre il migliore almeno nei miei occhi accecati della passione di un bambino innocente.
In una carriera da professionista più che ventennale ha militato nell'Argentinos Juniors, nel Boca Juniors, nel Barcellona, nel Napoli, nel Siviglia e nel Newell's Old Boys. Con la nazionale argentina ha partecipato a ben quattro Mondiali (1982, 1986, 1990 e 1994), vincendo da protagonista il torneo del 1986; i novantuno incontri disputati e le trentaquattro reti realizzate in nazionale costituirono due record, successivamente battuti. Contro l'Inghilterra ai quarti di finale di Messico 1986 segnò una rete considerata il gol del secolo, tre minuti dopo aver segnato un gol con la mano (noto come mano de Dios), altro episodio per cui è spesso ricordato. Non è mai potuto entrare nelle graduatorie del Pallone d'oro perché fino al 1994 il premio era riservato ai giocatori europei: per questo motivo nel 1995 vinse il Pallone d'oro alla carriera. Ha comunque ricevuto altri numerosi riconoscimenti individuali: condivide con Pelé il premio ufficiale Fifa come Miglior giocatore del ventesimo secolo, e nel 1993 è stato insignito del titolo di miglior calciatore argentino di sempre, tributatogli dalla federazione calcistica dell'Argentina. Nel 2002 è stato inserito nella Fifa World Cup Dream Team, selezione formata dai migliori undici giocatori della storia dei Mondiali, ottenendo, tra gli undici della squadra ideale, il maggior numero di voti. Nel 2004 è stato inserito da Pelé nel Fifa 100, la lista dei centoventicinque migliori calciatori viventi, stilata in occasione del centenario della federazione. Nel 2012 fu premiato come Miglior Calciatore del Secolo ai Globe Soccer Awards e nel 2014 entrò a far parte della Hall of Fame del calcio italiano tra i giocatori stranieri. Tra le figure più controverse della storia del calcio per la sua personalità eccentrica dentro e fuori il campo, fu sospeso due volte dal calcio giocato per differenti motivi: una volta per uso di cocaina nel 1991 e un'altra volta per positività ai test antidoping, al mondiale degli Stati Uniti 1994 (per uso di efedrina, sostanza non legale spesso usata per perdere peso). Commissario Tecnico dell'Argentina per un breve periodo alla fine degli anni duemila, dopo il suo ritiro ufficiale dal calcio nel 1997, Maradona ha subito un aumento eccessivo di peso (risolto con l'aiuto di un bypass gastrico) e le conseguenze della dipendenza dalla cocaina, dalla quale si era liberato dopo lunghi soggiorni in centri di disintossicazione. 
Nato a Lanús da Diego e Dalma, era padre di cinque figli: Dalma Nerea (1987) e Gianinna Dinorah (1989), nate dal matrimonio con Claudia Villafañe, sposata nel 1984 e dalla quale ha poi divorziato nel 2004, Diego Sinagra (1986), nato dalla relazione con Cristiana Sinagra e non riconosciuto da Maradona fino al 2007, Jana (1996), dalla relazione con Valeria Sabalaín e Diego Fernando (2013), nato dalla relazione con Veronica Ojeda. Nel 2009 nasce Benjamin, figlio del calciatore Sergio Agüero e di Gianinna e primo nipote di Maradona. Anche suo figlio Diego jr. è calciatore, così come lo sono stati i suoi fratelli Hugo e Raúl (detto Lalo) e come lo sono i suoi nipoti Diego Hernán Valeri e i gemelli Nicolás e Santiago Villafañe. Durante la sua vita aveva stretto forti amicizie con diversi politici di spicco tra cui il peronista di sinistra ed ex presidente dell'Argentina Carlos Saúl Menem,il già citato Castro, il Presidente venezuelano Hugo Chávez, e Cristina Fernández de Kirchner. Aveva inoltre espresso ammirazione per Ernesto Che Guevara e avversione per George W. Bush. Maradona fu coinvolto in diversi problemi con la giustizia e controversie legali, in particolare con il fisco italiano che l'ha accusato di evasione per trentanove milioni di euro: nell'ottobre 2013 Maradona firmò l'atto per il recupero del credito e nel maggio 2014, Equitalia decise la sospensione dei pignoramenti presso terzi delle somme di cui risulta creditore. Il 5 luglio 2017 ricevette la cittadinanza onoraria dal Comune di Napoli. 
Dai primi anni ottanta fino al 2004 Maradona fu dipendente dalla cocaina: egli ammise, nella sua autobiografia pubblicata nel 2000, di aver iniziato a farne uso dal 1982 quando giocava nel Barcellona. Durante il suo soggiorno a Napoli il consumo divenne una vera e propria tossicodipendenza, che cominciava ad interferire con la sua capacità di giocare a calcio. Negli anni successivi al suo ritiro, a causa degli eccessi con alcol, cibo e cocaina la sua salute peggiorò progressivamente, costringendolo a diversi ricoveri ospedalieri, interventi chirurgici, oltre a piani di riabilitazione e disintossicazione tra gli anni duemila e sino al duemila dieci. A causa del vertiginoso aumento di peso subito all'inizio degli anni duemila, fu costretto a due bypass gastrici, uno nel 2005 e uno nel 2015. Circolarono alcune notizie riguardo alla sua morte che furono subito smentite, così come le voci precedenti che lo dichiaravano morto in un incidente automobilistico. Operato al cervello per la rimozione di un ematoma il 4 novembre scorso a Buenos Aires, è poi effettivamente deceduto quest'oggi nella sua casa di Tigre per un arresto cardiocircolatorio:l'autopsia del giorno successivo stabilì che la morte è avvenuta per insufficienza cardiaca acuta generata da un edema polmonare acuto. 
Sin dalla vittoria del Mondiale 1986, gli argentini usavano il nome di Maradona per farsi riconoscere come suoi compatrioti in tutte le parti del mondo: in Argentina e a Napoli il campione argentino era indicato come simbolo ed eroe dello sport (lo sportivo era infatti un mito "democratico", in quanto pone le sue basi nella gente comune: era infatti rappresentante del popolo e dei suoi valori). Maradona incarnò perfettamente questo spirito, date le sue umili origini e la sua originaria bassa condizione sociale: i molteplici guadagni non gli fecero perdere i modi di esprimere e il vocabolario proprio della frangia meno agiata della popolazione. A ciò si aggiunse il suo schierarsi contro i "poteri forti": in particolar modo con i napoletani che lo videro come un rappresentante degli "oppressi" del Sud Italia che lottava contro lo "strapotere" delle squadre del Nord. Numerose furono anche le "battaglie" combattute contro i "poteri forti" come la Fifa (e il suo presidente Havelange), e la Afa presieduta da Grondona. Fu anche per questo e non solo per le sue prodezze nei campi di calcio che Maradona venne in pratica idolatrato sia dagli argentini che dai napoletani. A Rosario, in Argentina, i suoi tifosi fondarono nel 1998 la Iglesia Maradoniana (Chiesa di Maradona), dove il calendario si calcola contando gli anni dalla sua nascita: il suo quarantatreesimo compleanno, nel 2003, rappresentò l'inizio dell'anno 43 d.D.  después de Diego (dopo Diego). Se alla sua nascita la chiesa contava duecento membri, i fedeli raccolti anche tramite il sito ufficiale raggiunsero gli ottantamila, tra cui alcuni giocatori famosi come Michael Owen, Ronaldinho e Juan Román Riquelme. Il 26 dicembre 2003 la sua prima squadra, l'Argentinos Juniors, inaugurando il nuovo stadio costruito nel quartiere di La Paternal a Buenos Aires, decise di dedicarglielo chiamandolo Estadio Diego Armando Maradona: il nome fu ufficializzato il 10 agosto 2004. Inoltre ha un monumento situato nel museo del Boca Juniors, all'interno della Bombonera, una statua nella cittadina di Bahía Blanca e numerose altre sculture in diverse parti del mondo. A Napoli, in una via pubblica, gli fu dedicato addirittura un altarino con una foto nella quale indossa la maglia del Napoli e un suo capello in una teca, dove i tifosi si recavano prima delle partite a chiedere la "grazia calcistica". L'11 maggio 1991 fu celebrato nella città partenopea un convegno in onore di Maradona, intitolato Te Diegum, al quale presero parte molti intellettuali tifosi della squadra azzurra. Il report di questa esperienza (oltre che della sua preparazione) è riportato in un libro omonimo, pubblicato nello stesso anno. Il 15 agosto 2005 debuttò come conduttore del programma televisivo argentino La Noche del 10, che fu molto seguito. Oltre a ciò e alla sua autobiografia Yo soy el Diego, pubblicata nel 2000 e subito diventata un bestseller, Maradona è stato citato in numerosi libri, fumetti e film, oltre ad aver recitato in diversi camei in serie televisive. A lui furono dedicate diverse canzoni da artisti più o meno famosi, come Rodrigo Bueno, che interpretò La mano de Dios. Altri furono i Mano Negra con Santa Maradona, Charly García con Maradona blues, i Teflon Brothers con Maradona (kesä '86), gli Attaque 77 con Francotirador, Manu Chao con La vida tombola, Pino Daniele con Tango della buena suerte e altri.
Maradona era un centrocampista offensivo dotato di grande carisma e personalità estroversa. Mancino, era rinomato per la visione di gioco, il controllo di palla, la precisione nei passaggi e l'eccezionale abilità nel dribbling; secondo Johan Cruijff, la maestria di Maradona era tale da infondere l'impressione che la sfera gli restasse incollata al piede. Pur non raggiungendo i centosettanta centimetri di altezza, aveva comunque una struttura fisica compatta e, grazie alle sue gambe forti e al baricentro basso, era in grado di resistere efficacemente alla pressione fisica avversaria durante la sua corsa col pallone tra i piedi. Dotato di grande fantasia e intelligenza tattica, specialista della rabona, era inoltre un ottimo finalizzatore, nonché abilissimo esecutore di calci piazzati. Alle eccellenti doti tecniche univa un notevole spirito di sacrificio che, all'occorrenza, gli permetteva di contribuire con profitto alla fase difensiva della propria squadra. Sapeva imprimere alla palla curvature estreme, riuscendo a segnare direttamente da calcio d'angolo o dal dischetto di centrocampo appena dopo il fischio d'inizio.
Maradona iniziò a giocare a calcio nella squadra del padre, l'Estrella Roja, di cui Diego era il talento più apprezzato. L'acerrima antagonista era la squadra del miglior amico di Maradona: Goyo Carrizo. Fu proprio questi a farlo partecipare ad una selezione nelle giovanili dell'Argentinos Juniors di Buenos Aires. Entrò così a far parte delle Cebollitas (Cipolline), la squadra giovanile dell'Argentinos, il 5 dicembre 1970 a dieci anni. Il suo primo allenatore fu Francisco Cornejo, che all'inizio non credette alla giovane età di Maradona (gli fu addirittura richiesto un documento, che però non aveva con sé al momento del provino). Con lui e Carrizo in rosa, la squadra giovanile raggiunse una striscia di centotrentasei risultati utili consecutivi. Maradona iniziò la sua carriera da professionista nell'Argentinos Juniors nel 1976, debuttando con la maglia numero 16 il 20 ottobre nella partita contro il Talleres, dieci giorni prima di compiere sedici anni, diventando il più giovane di sempre a esordire nella prima divisione argentina, record battuto da Sergio Aguero nel 2003. Poco prima di farlo esordire l'allora allenatore dell'Argentinos Juniors, Juan Carlos Montes, disse a Maradona: "Vai Diego, gioca come sai". In tutta risposta, Diego fece subito un tunnel al primo avversario che gli si parò davanti, Juan Domingo Patricio Cabrera. L'Argentinos perse per uno a zero, tuttavia Maradona iniziò a giocare spezzoni di partite fino a diventare titolare. I primi gol nell'Argentinos arrivarono il 14 novembre dello stesso anno, con una doppietta al San Lorenzo. Nel 1978 divenne capocannoniere del campionato argentino con ventidue reti, di cui una dal dischetto di centrocampo dopo il fischio d'inizio.Nel 1979 e nel 1980 vinse il Pallone d'Oro sudamericano, il premio che spetta al miglior giocatore del continente. Sempre nel 1980 mise già a segno uno dei più bei gol della sua carriera nella partita contro il Deportivo Pereira disputata il 19 febbraio. Lui stesso ha affermato che si tratta del più bel gol in assoluto da lui realizzato. Trasferitosi al Boca Juniors, la squadra per la quale tifava il padre, nella trattativa, oltre a un conguaglio pari a due milioni di dollari, hanno fatto il percorso inverso Salinas, Santos, Bordón, Zanabria e Randazzo. Per il passaggio alla nuova squadra fu organizzata un'amichevole con l'Argentinos, il 20 febbraio 1981. Maradona giocò il primo tempo con i vecchi compagni e la ripresa con il Boca Juniors. L'amichevole finì tre a due per l'Argentinos, con un gol di Maradona. Due giorni dopo il debutto ufficiale alla Bombonera, il Boca vinse contro il Talleres per quattro a uno, con doppietta di Maradona. Un infortunio lo fermò per quattro giornate, e al suo rientro segnò ventotto gol in quaranta partite e guidando il Boca Juniors alla vittoria del Campionato Metropolitano di Apertura 1981. L'anno successivo, a causa di problemi economici, il Boca Juniors dovette privarsi di Maradona, non essendo in grado di pagare il suo trasferimento definitivo (Maradona era arrivato in prestito). Si fece quindi avanti il Barcellona, con l'offerta di un milione e duecentomila peseta spagnole (pari a circa dodici miliardi di lire). L'ufficializzazione poté arrivare solo dopo i Mondiali del 1982, disputati proprio in Spagna e per i quali Maradona, al contrario di quattro anni prima, venne convocato. In un'intervista del 2013 ha raccontato: "Prima che io andassi al Barcellona la Juventus mi ha contattato attraverso Omar Sivori, ma io in quel momento ero troppo piccolo e non avevo voglia di andarmene dall'Argentina, e poi l'avvocato Agnelli aveva un grosso problema con la Fiat, e portare un giocatore come me, con quello che costavo, poteva far restare male tutti gli operai della Fiat e non ne abbiamo parlato più. Sono rimasto in Argentina".  
Il 5 giugno 1982 diventò un giocatore del Barça dell'allora presidente Josep Lluís Núñez. Rimediò diversi infortuni sino a che un'epatite virale lo allontanò dai campi per oltre tre mesi. In Coppa delle Coppe i catalani furono eliminati ai quarti di finale dall'Austria Vienna, e Maradona poté giocare solo la partita di ritorno allo stadio Camp Nou di Barcellona a causa dell'epatite che ancora lo debilitava. A fine annata il Barça ottenne il quarto posto nel campionato spagnolo, vincendo la Coppa del Re, sconfiggendo il 4 giugno 1983 in finale il Real Madrid, e la Copa de la Liga nella doppia finale sempre contro il Real Madrid (due a due all'andata il 26 giugno 1983 e due a uno al ritorno il 29 giugno 1983), con un gol di Maradona in entrambe le partite. Nella stagione 1983-1984, con César Luis Menotti sulla panchina del Barça, cominciò meglio: a settembre, alla prima partita di Coppa delle Coppe contro la squadra tedesca del Magdeburgo, Maradona segnò una tripletta e la partita terminò cinque a uno. Alla quarta giornata di campionato, durante l'incontro fra Barcellona e Athletic Bilbao, mentre la partita era sul quattro a zero a favore del Barça, Maradona subì un infortunio per un fallo del difensore dell'Athletic Andoni Goikoetxea Olaskoaga. Durante il suo infortunio il Barça vinse la Supercoppa spagnola nella doppia finale con l'Athletic Bilbao (uno a tre all'andata il 26 ottobre 1983 e zero a uno al ritorno il 30 novembre 1983). Rientrato all'inizio del 1984, grazie alle cure del suo medico di fiducia Ruben Dario Oliva, Maradona condusse il Barcellona a sei risultati utili consecutivi, fino a quando una sconfitta di due a uno contro il Real Madrid fermò i blaugrana. Intanto a marzo riprese la Coppa delle Coppe: il Barcellona contro il Manchester Utd vinse due a zero la gara d'andata, ma il tre a zero del ritorno per gli inglesi lo condannò all'eliminazione. La stagione vide di nuovo il Barça lontano dal primo posto nella Liga. Maradona giocò sedici partite in cui segnò undici gol. A maggio si tenne la finale di Coppa del Re fra Barcellona e Athletic Club, gara che segnava l'occasione per Maradona per rincontrare Goikoetxea. Alla fine della partita, vinta dal Bilbao per uno a zero, Maradona si avventò contro il giocatore basco, innescando una rissa tra le due squadre. In seguito si scusò personalmente in un incontro ufficiale con il re di Spagna Juan Carlos. Ripresosi completamente dall'infortunio, al termine di una complessa trattativa, Maradona fu ingaggiato dalla società italiana del Napoli per tredici miliardi e mezzo di lire. Il contratto fu firmato senza che il Napoli avesse la liquidità per regolarizzare l'acquisto con il denaro venne versato solo in un secondo momento.
Il 5 luglio 1984 Maradona venne presentato ufficialmente allo stadio San Paolo e fu accolto da circa ottantamila persone, che pagarono la quota simbolica di mille lire per vederlo. Nella prima stagione il Napoli raggiunse una posizione di centro classifica, mentre l'anno successivo ottenne il terzo posto. Sotto la guida dell'allenatore Ottavio Bianchi, il Napoli vinse il suo primo scudetto nel campionato 1986-1987, stagione in cui batté dopo trentadue anni la Juventus al Comunale di Torino. Il 10 maggio 1987 il club partenopeo pareggiò per uno a uno la partita casalinga con la Fiorentina, aggiudicandosi aritmeticamente il suo primo scudetto. Il Napoli vinse anche la sua terza Coppa Italia, vincendo tutte le tredici gare, comprese le due finali disputate contro l'Atalanta. L'accoppiata scudetto/coppa fu un'impresa che fino a quel momento era riuscita solo al Grande Torino e alla Juventus. Nella stagione 1987-1988 il Napoli di Ottavio Bianchi partecipò per la prima volta alla Coppa dei Campioni, da cui fu eliminato dopo un doppio confronto con il Real Madrid. In campionato il Napoli, fino alla ventesima giornata, mantenne cinque punti di vantaggio sulla seconda, quindi si fece superare dal Milan, perdendo quattro delle ultime cinque partite. Maradona fu capocannoniere del torneo con quindici reti all'attivo. Nel 1994 un pentito camorrista sostenne che Maradona e compagni avessero venduto lo scudetto su pressioni del Clan Giuliano di Forcella che, in caso di vittoria dello scudetto da parte dei partenopei, avrebbe perso decine di miliardi nelle scommesse clandestine, accuse che successivamente si riveleranno infondate. Nel 1989 il Napoli sfiorò la tripletta, concludendo il campionato ancora al secondo posto, dietro l'Inter dei record, arrivando in finale di Coppa Italia e vincendo la Coppa Uefa (terzo titolo internazionale) dopo aver battuto nella doppia finale lo Stoccarda (due a uno all'andata e tre a tre al ritorno). Durante l'estate del 1989, Maradona fu quasi sul punto di trasferirsi all'Olimpique Marsiglia: aveva già firmato il contratto, ma poi il presidente del Napoli, Corrado Ferlaino, bloccò la trattativa. Nella stagione 1989-1990 a Bianchi subentrò Albertino Bigon. Maradona non giocò le prime partite della stagione e venne sostituito da Gianfranco Zola, rientrando presto in squadra. Il campionato fu riconquistato dal Napoli con Maradona pronto a presentarsi al Mondiale fregiandosi del titolo di Campione d'Italia. 

La stagione 1990-1991 cominciò con la vittoria nella Supercoppa italiana del 1990 ottenuta battendo la Juventus per cinque a uno. Nelle prime tre partite di campionato, invece, la squadra ottiene un punto. In Coppa dei Campioni, dopo la doppia vittoria sugli ungheresi dello Ujpest, al secondo turno il Napoli incontrò lo Spartak Mosca; l'andata al San Paolo finì in parità, zero a zero, e in occasione della partita di ritorno in Russia Maradona non partì con la squadra, bensì noleggiò un aereo privato ed arrivò a Mosca solo la sera successiva; il caso fu ampiamente affrontato dalla stampa italiana, che tra l'altro riportò alcune dichiarazioni di Luciano Moggi (allora dirigente del Napoli) e Albertino Bigon. Maradona entrò in campo solo nel secondo tempo, l'incontro finì zero a zero anche dopo i supplementari e i russi vinsero la partita ai rigori (nonostante Maradona avesse siglato il suo). L'esperienza italiana di Maradona finì il 17 marzo 1991 dopo un controllo antidoping effettuato al termine della partita di campionato Napoli-Bari (terminata uno a zero) che diede il responso di positività alla cocaina. Il Napoli chiuse la stagione al settimo posto. Nel 2000 il Napoli decise che mai più nessun calciatore avrebbe indossato una maglia col numero dieci appartenuto a Maradona. Nel 2004, a causa del fallimento e della successiva iscrizione al campionato di Serie C1 e per il regolamento della numerazione delle maglie di quest'ultima, il Napoli fu comunque costretto a ristampare la maglia con quel numero, fino al nuovo ritiro nel 2006, grazie alla promozione in Serie B.

Dopo un anno e mezzo di squalifica per doping, nel 1992, la carriera di Maradona riprese nel Siviglia. Dei sette milioni e mezzo di dollari dovuti al Napoli dalla squadra spagnola, la società italiana ne ricevette solo quattro: la Fifa, infatti, autorizzò il Siviglia a non completare il pagamento. Al Siviglia Maradona incontrò nuovamente Carlos Bilardo, l'allenatore dell'Argentina ai mondiali del 1986 e del 1990. Maradona debuttò il 28 settembre 1992 contro il Bayern Monaco e il 4 ottobre giocò la sua prima partita nella Liga, in cui il Siviglia fu sconfitto dall'Athletic Bilbao per due a uno. Tornato anche nella nazionale argentina come capitano, vinse, nel 1993, il Trofeo Artemio Franchi, ovvero la coppa intercontinentale per nazioni (disputata, nella storia, per due volte; l'altra coppa fu vinta nel 1985 dalla Francia), superando la Danimarca vincitrice del campionato d'Europa 1992. Il Siviglia fallì la qualificazione per la Coppa Uefa; in venticinque partite Maradona segnò cinque gol e fu autore di dodici assist. Dopo solo una stagione, la sua esperienza sivigliana giunse al capolinea. Maradona tornò a giocare in Argentina nel Newell's Old Boys. Il 31 ottobre 1993, un giorno dopo il suo compleanno, ritornò a giocare con la nazionale, a Sydney contro l'Australia per l'andata dello spareggio interzona di qualificazione al mondiale di Stati Uniti 1994. La partita finì uno a uno e la rete argentina di Abel Balbo fu propiziata da un cross di Maradona. Nella gara di ritorno del 17 novembre, al Monumental di Buenos Aires, l'Argentina vinse per uno a zero, qualificandosi al mondiale statunitense. Dopo cinque partite disputate, a seguito della partita contro l'Huracán, il 12 febbraio 1994, Maradona sciolse il contratto con il Newell's, recependo un milione e mezzo di dollari, la metà di quanto previsto dal contratto. In seguito si ritirò per alcuni mesi dalle competizioni in attesa del mondiale di Usa 1994, tornando a giocare in nazionale il 20 aprile di quello stesso anno. A seguito della squalifica per doping rimediata durante il mondiale statunitense per positività all'efedrina, Maradona provò a lavorare come allenatore in due brevi periodi, guidando il Dep. Mandiyú di Corrientes (dal 3 ottobre al 30 dicembre 1994) e il Racing Club (dal 6 gennaio al 26 marzo 1995), senza successo. Nel primo caso le dimissioni furono dovute ad uno scontro con la dirigenza della squadra; al momento delle dimissioni il Deportivo Mandiyú non era ancora in zona retrocessione, poi concretizzatasi alla fine della stagione 1994-1995. Nel secondo caso Maradona lasciò la conduzione tecnica quando l'allora presidente del Racing perse le elezioni per rimanere a capo della società. Nel 1995 gli venne assegnato il Pallone d'oro alla carriera. In attività non poté concorrere all'assegnazione del premio perché i calciatori non europei erano allora esclusi dalla competizione. Il 7 ottobre dello stesso anno tornò a giocare con la maglia del Boca Juniors nella partita contro il Colon (uno a zero). Rimase nel Boca Juniors per due anni prima di ritirarsi dal calcio al termine del superclásico contro il River Plate disputato il 25 ottobre 1997.
Pochi mesi dopo il debutto in campionato per Maradona arrivò anche il debutto internazionale: il 27 febbraio 1977 l'allora allenatore della Nazionale maggiore César Luis Menotti lo convocò per un'amichevole contro l'Ungheria allo stadio La Bombonera di Buenos Aires. Successivamente esordì anche con la Nazionale giovanile il 3 aprile dello stesso anno. Diventato capocannoniere del campionato argentino, non venne inserito nella rosa della Selección (che divenne campione del mondo per la prima volta nella sua storia), in quanto il Commissario Tecnico Menotti gli preferì René Houseman. Subito dopo la vittoria mondiale, Maradona divenne titolare della Nazionale; nell'amichevole fra Argentina e Resto del Mondo allo stadio Monumental di Buenos Aires, il 25 giugno 1979, finita due a uno per gli avversari, fu suo l'unico gol degli argentini. Contemporaneamente continuò a giocare con la Nazionale Juniores, vincendo nello stesso anno i Mondiali di calcio giovanili in Giappone (finale vinta contro l'Urss per tre a uno, segnando un gol), durante il torneo segnò 6 reti diventando il secondo miglior marcatore del torneo dietro il compagno di squadra Ramón Díaz. Maradona venne convocato per i Mondiali del 1982, disputati in Spagna. Complessivamente collezionò cinque presenze e fece due gol, venendo anche espulso contro il Brasile all'ottantacinquesimo minuto per un fallo di reazione su João Batista da Silva. Nel 1986 Maradona vinse i Mondiali in Messico: segnò cinque gol e realizzò cinque assist nelle sette partite giocate nel torneo (tutte vinte, tranne l'uno a uno contro l'Italia nella prima fase a gironi). In particolare, nel corso del secondo tempo dei quarti di finale contro l'Inghilterra, realizza due gol passati alla storia del calcio rispettivamente come la mano de Dios e il gol del secolo aprì le marcature segnando un gol di mano nel tentativo di anticipare il portiere avversario Peter Shilton in uscita la terna arbitrale guidata da Ali Bennaceur non si accorse dell'infrazione e convalidò erroneamente la rete (poi rivendicata da Maradona come atto di giustizia a seguito della sconfitta patita dagli argentini contro i britannici nella guerra delle Falkland del 1982) e firmò il due a zero dopo aver dribblato tutti gli avversari che hanno provato ad ostacolarlo nella sua corsa dalla linea di centrocampo alla porta difesa da Shilton. Il secondo è stato inoltre votato come il più grande gol nella storia della Coppa del Mondo, in un sondaggio indetto dalla Fifa nel 2002. L'Argentina affrontò il Belgio in semifinale e Maradona sigla una doppietta nel due a zero che vale la finale contro la Germania Ovest: nell'ultimo atto, i tedeschi non gli lasciarono libertà di manovra, tuttavia la mezzala riuscì a inventarsi l'assist per il tre a due finale realizzato da Jorge Burruchaga. Per l'Argentina si trattò del secondo Mondiale, l'unico vinto da Maradona. Maradona capitanò l'Argentina anche nei campionati del Mondo 1990, svoltisi in Italia. Un infortunio alla caviglia pregiudicò le sue prestazioni. Negli ottavi di finale contro il Brasile, Maradona fu autore dell'assist a Claudio Caniggia per il gol vincente. Nei quarti di finale l'Argentina affrontò la Jugoslavia; dopo che i tempi regolamentari e supplementari si erano chiusi a reti inviolate, gli argentini superarono gli jugoslavi per tre a due ai calci di rigore nonostante l'errore dello stesso Maradona (e del compagno di squadra Troglio). Si giunse così alla partita successiva contro l'Italia, padrona di casa, allo Stadio San Paolo del suo Napoli, dove il pubblico si divise a metà tra il sostegno alla Selección e agli Azzurri guidati da Azeglio Vicini. La gara si risolse anch'essa ai rigori dopo l'uno a uno all'overtime; questa volta Maradona segnò il suo tiro dal dischetto, e l'Argentina si qualificò per la finale. Nella gara decisiva, a Roma, l'Albiceleste perse contro la Germania Ovest per uno a zero con un calcio di rigore trasformato da Andreas Brehme all'ottantacinquesimo, a seguito di un fallo di Néstor Sensini su Rudi Voeller. In quest'occasione, Maradona si rese protagonista di un discusso episodio extracalcistico: prima della partita, il pubblico dell'Olimpico fischiò l'intera esecuzione dell'inno nazionale argentino e il giocatore, ripreso dalle telecamere, rispose con l'esclamazione hijos de puta (in lingua italiana figli di puttana), rivolta agli spalti. In attesa dei Mondiali per alcuni mesi Maradona si ritirò dalle competizioni di club e tornò a giocare il 20 aprile, in un'amichevole tra Argentina e Marocco che terminò tre a uno per l'Argentina, con una rete di Maradona su rigore (dopo mille duecento cinquantacinque minuti di gioco di "digiuno"). Maradona non avrebbe potuto partecipare alla prevista tournée pre-mondiale in Giappone in quanto gli fu negato il visto di ingresso a causa dei precedenti con la droga. La Nazionale argentina decise di non recarsi in Giappone senza Maradona, cambiò quindi il programma di incontri sfidando Israele (tre a zero), Ecuador (uno a zero) e Croazia (zero a zero). Ai Mondiali, iniziati a metà giugno, l'Argentina vinse per quattro a zero la prima partita a Boston contro la Grecia, in cui Maradona realizzò il terzo gol. Gli argentini vinsero (due a uno) anche la seconda partita contro la Nigeria. Ancora una volta l'esito positivo di un controllo antidoping fermò la carriera di Maradona, che fu trovato positivo all'efedrina, sostanza stimolante proibita. La Fifa lo espulse dal campionato e l'Argentina fu eliminata agli ottavi contro la Romania di Gheorghe Hagi. Maradona si difese affermando che la positività al test era dovuta all'ingestione di una bevanda energetica, la Ripped Fuel, datagli dal suo allenatore personale in sostituzione della Ripped Fast, che in Argentina usava regolarmente e che era permessa dalla Fifa, a differenza della Ripped Fuel, versione statunitense che, all'insaputa dell'allenatore, disse conteneva efedrina. Dopo alcune brevi esperienze a metà anni novanta, il 28 ottobre 2008 viene nominato nuovo Commissario Tecnico dell'Argentina, subentrando ad Alfio Basile. Dopo il vittorioso esordio, uno a zero alla Scozia, sotto la sua gestione l'Albiceleste subisce la sconfitta più pesante nella storia delle qualificazioni mondiali, un sei a uno contro la Bolivia penultima in classifica: ciononostante, la selezione si qualifica per il Mondiale sudafricano all'ultimo turno, battendo l'Uruguay in trasferta per uno a zero. Seguirono poi due mesi di squalifica inflitti dalla Fifa al Commissario Tecnico, reo di aver insultato i giornalisti che avevano messo in dubbio le sue capacità da tecnico. In Sudafrica, dopo un inizio convincente grazie a quattro vittorie consecutive, Maradona esce dalla rassegna ai quarti di finale per mano della Germania (quattro a zero) e fu esonerato.
Il 14 maggio 2011, dopo dieci mesi di inattività, Maradona venne ingaggiato dall'Al-Wasl di Dubai, firmando un contratto biennale da quattro milioni e mezzo di dollari a stagione più un jet privato a disposizione come benefit. Il 15 settembre seguente perse la sua prima partita di Emirates Cup per quattro a tre contro l'Al Jazira. Debuttò in campionato il 16 ottobre con la vittoria contro lo Sharjah per tre a zero. Dalla Coppa del Presidente degli Emirati Arabi Uniti venne eliminato nei quarti di finale dopo la sconfitta per tre a due contro l'Al-Wahda del 10 gennaio 2012. Debuttò poi anche nella Coppa dei Campioni del Golfo il 6 marzo vincendo contro l'Al-Nahda dell'Oman per zero a due. L'11 marzo uscì dall'Emirates Cup eliminato in semifinale dall'Al Ahli di Fabio Cannavaro con il risultato di uno a zero. Vincendo tutte e quattro le partite del girone della Coppa dei Campioni del Golfo si qualificò ai quarti di finale dove il 15 maggio eliminò i connazionali dell'Al Wahda per cinque a tre ai calci di rigore dopo che i tempi regolamentari erano terminati con il risultato di uno a uno. Il 26 maggio all'ultima giornata di campionato perse per due a sei in casa contro l'Al Alhi terminando il campionato all'ottavo posto con ventisei punti. Conquistò poi la finale della Coppa dei Campioni del Golfo il 30 maggio dopo aver superato i qatariani dell'Al Khor in semifinale. Il 5 giugno vinse la gara d'andata della finale per uno a tre contro l'Al Muharraq del Bahrain. Il 10 giugno perde però la gara di ritorno ai rigori per quattro a cinque dopo che i tempi regolamentari erano terminati con il punteggio di uno a tre per gli ospiti. Il 10 luglio seguente dopo alcuni attriti con la dirigenza e con alcuni giocatori, venne sollevato dall'incarico. Il 7 maggio del 2017 fu nominato allenatore dell'Al Fujairah, tornando così in panchina dopo cinque anni. La squadra giocò nella seconda divisione degli Emirati Arabi, firma un contratto annuale. Il 27 aprile 2018 si dimise dopo aver fallito la promozione in prima divisione: la sua squadra fu l'unica a non aver perso neppure una partita in stagione. Il 7 settembre 2018 venne annunciato come nuovo tecnico dei Dorados. Perse due volte il campionato di seconda divisione messicana, entrambe le volte nella doppia finale contro l'Atletico San Luis, rassegnando le dimissioni il 14 giugno dello scorso anno per motivi di salute.
Nel 2001 l'Afa chiese alla Fifa l'autorizzazione a ritirare la maglia numero dieci della Nazionale argentina in onore di Maradona, ma la Fifa dichiarò respinta la richiesta nel 2002 poiché in vista dei Mondiali 2002 la lista dei giocatori doveva essere numerata dall'uno al ventitré. La Federazione argentina annunciò che l'avrebbe assegnato al terzo portiere, Roberto Bonano, ma ai Mondiali la maglia fu vestita da Ariel Ortega e a Bonano andò il numero ventitré. L'11 dicembre dello stesso anno, all'Auditorium del Foro Italico di Roma al Fifa World Player 2000 condotto da Massimo Giletti, venne premiato con il Fifa Internet Century Awards come Calciatore del Secolo secondo un sondaggio popolare (cinquantatré e sei per cento) mentre Pelé, presente anch'esso in sala, ottiene lo stesso premio da una giuria della Fifa. Il 10 novembre del 2001 diede ufficialmente l'addio al calcio giocato nell'amichevole fra l'Argentina e una selezione di Stelle Mondiali, conclusasi sul sei a tre con una sua doppietta su rigore. Il 27 aprile 2005 fu nominato direttore sportivo del Boca Juniors, il primo agosto successivo divenne vicepresidente onorario del club. Tra le sue prime decisioni assunse Alfio Basile come nuovo allenatore. In quell'anno il Boca vinse il campionato di Apertura, la Copa Sudamericana e la Recopa Sudamericana e nel 2006 vinse invece il campionato di Clausura e nuovamente la Recopa Sudamericana. Il 26 agosto 2006 Maradona abbandonò la carica per disaccordi con l'Afa, che scelse proprio Basile come nuovo allenatore della Nazionale argentina. Il Boca Juniors ha voluto inoltre onorare Maradona con una statua posta all'interno dello stadio Bombonera. Il 15 agosto 2005 esordì come conduttore del programma televisivo argentino La Noche del 10 che fu molto seguito. In una puntata ospitò e intervistò Pelé, uno dei calciatori che gli contende la palma di miglior giocatore di ogni tempo. Altri ospiti furono Zidane, Ronaldo, Hernán Crespo, Fidel Castro, Mike Tyson, Raffaella Carrà e Robbie Williams. Inoltre, durante una puntata incentrata sul tema dei talenti calcistici più promettenti dell'Argentina, tra i vari Messi e Agüero, spuntava anche Ezequiel Lavezzi, che in quel periodo giocava nel San Lorenzo. 
Nel maggio 2006 accettò di partecipare al Soccer Aid, un programma di sostegno all'Unicef. Nello specifico, Maradona giocò nel Resto del Mondo contro l'Inghilterra il 27 maggio: segnò su calcio di rigore per la rappresentativa mondiale e la partita finì due a uno per l'Inghilterra. Nel corso degli anni partecipò a diverse trasmissione televisive. In seguito sponsorizzò e partecipò in prima persona, in Sudamerica, a incontri amichevoli di showbol tra ex stelle del calcio, che riscossero un buon successo. L'11 maggio 2011 partecipò alla partita d'inaugurazione del nuovo stadio della squadra cecena Terek Groznyj di proprietà del dittatore Ramzan Kadyrov. La squadra di Maradona era composta da elementi come Jean Pierre Papin, Alessandro Costacurta, Christian Vieri, Ivan Zamorano, Fabien Barthez, Franco Baresi, Luís Figo, Roberto Ayala, Alain Boghossian, Manuel Amoros, Robbie Fowler, Nelson Dida e Enzo Francescoli. La partita è stata vinta per cinque a due dalla formazione del Caucaso del Nord con anche tre gol del presidente Kadyrov tra cui uno segnato dopo aver dribblato Maradona che si è poi riscattato segnando su punizione. Nel dicembre 2012 a Dubai venne premiato come miglior calciatore del secolo ai Globe Soccer Awards. In seguito a Dubai ha sfidato amichevolmente il connazionale Juan Martín del Potro, settimo tennista al mondo. Nello stesso periodo sempre nella città degli emirati ha disputato un match di un torneo di esibizione di calcio a sette trascinando nella prima partita la sua squadra, il Dubai Sports Council, alla vittoria per tre a due contro il Dubai Courts con due gol, uno su punizione e l'altro su rigore. Il 17 ottobre a Milano presentò una collana di dvd a lui dedicata e curata dell'amico Gianni Minà per La Gazzetta dello Sport. Il 1 settembre 2014 partecipò alla Partita per la Pace organizzata da Papa Francesco e Javier Zanetti allo Stadio Olimpico di Roma: giocò per tutti i novanta minuti servendo anche un assist al compagno di squadra Roberto Baggio. A dicembre, all'età di cinquantaquattro anni, tornò in campo in occasione del Dubai National Day Match, una maratona calcistica da trentasei ore no stop. Il 22 giugno 2015, Maradona, tramite lo storico telecronista celebre per aver commentato in diretta il gol del secolo, Víctor Hugo Morales, annunciò di volersi candidare alla presidenza della Fifa al posto di Joseph Blatter. Il 15 maggio 2018 venne nominato presidente onorario della squadra bielorussa della Dinamo Brest.









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