martedì 4 luglio 2017

VIENE PRODOTTA LA PRIMA FIAT 500 (04/07/1957)

Di Giampaolo Carboni.

Luglio 1957. Un caldo bestiale. In tutto il nord la temperatura supera i trentacinque gradi, si soffoca. E nel sud va pure peggio. A Ro­ma, nei palazzi del potere, tanto per cambiare si litiga. Il Pre­sidente del consiglio è il demo­cristiano Adone Zoli che guida un governo monocolore e non accetta il sostegno, più o meno esplicito, del Movimento So­ciale Italiano, che lui, partigiano catto­lico della prima ora, considera il partito erede del fascismo. Interminabili discussioni, riu­nioni­-fiume, accordi stretti la sera e disattesi la mattina, secondo la migliore tradizione politica italiana. La gente, pe­rò, bada poco a queste miserie. Dopo il durissimo periodo del dopoguerra e della ricostruzio­ne, il dolore sembra finalmente più lontano (dunque meno lancinante): il lavoro, se non per tutti, c’è per la maggior parte dei cittadini; i soldi entrano con regolarità nelle case, le fa­miglie si allargano (ora ci sono due figli) e si comincia a pro­nunciare senza paura la parola «futuro». Ma è con il vento di ottimismo legato al miracolo economico che comunque in quegli anni sta vivendo il nostro paese che che il 2 luglio 1957, al Circolo Sporting di Torino, vie­ne presentata la Nuova 500, un’utilitaria che, nelle intenzio­ni della Fiat, del presidente Vit­torio Valletta e della famiglia Agnelli (l’Avvocato Gianni è all'epoca vicepresidente), deve «motoriz­zare» gli italiani, esattamente come ventuno anni prima ave­va fatto la 500 Topolino, vera mamma della nuova vettura. Allora fu il senatore Giovanni Agnelli a ricevere da Mussolini la comunicazione di una «decisione inderogabile»: serve un’auto che costi poco, disse il Duce, che la maggior parte del­la gente possa permettersi e che aiuti l’Italia a diventare una po­tenza mondiale. Il progettista della Topolino fu Dante Giaco­sa, lo stesso che, negli anni cinquanta, pensò e disegnò la Nuova 500. Un filo collega il passato al presente. Le case degli italiani si stanno riempiendo di lavatrici, frigoriferi, televisori. Il consumismo, importato dagli Stati Uniti che lo hanno alimentato con il Piano Marshall, muove i primi, decisivi passi. Possedere un elettrodomestico, più ancora che avere una laurea, è sinonimo di elevazione sociale. Figurarsi se uno ha un'automobile… La Nuova 500, poi… E’ il sogno di tutti, ma non tutti pos­sono permettersi di sognare. Costa quattrocento sessantacinquemila lire, l’equivalen­te di tredici volte lo stipendio di un operaio specializzato di quei tempi. Bella, piccola, spartana. Anzi: essen­ziale. Nel senso che il grande Henry Ford, uno che di macchi­ne se ne intendeva, dava dell'essenzialità: «In un’automobi­le tutto quello che non c’è non si può rompere…». Nella Nuova 500 c’è quello che basta. Il resto ce lo mettono gli italiani con le loro speranze, i loro desideri, i loro progetti, le loro idee.


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