martedì 10 maggio 2011

CICLISMO 94°GIRO D'ITALIA:DALLA CRONOSQUADRE ALLA MORTE DI WEYLANDT (07-08-09/05/2011)

Da www.repubblica.it

07/05/2011

1°TAPPA VENARIA REALE-TORINO (CRONOSQUADRE) 19,3 KM

Una maglia tricolore sfreccia sul traguardo e conquista la prima maglia rosa. Il primo leader del Giro dei 150 anni dell'unità d'Italia è Marco Pinotti, il maturo ingegnere bergamasco che a distanza di 4 anni torna a respirare il profumo della vetta della classifica generale: allora la tenne per 4 tappe. La crono a squadre di apertura, 19,3 km da Venaria Reale a Torino è appannaggio della HTC-Highroad. Non è la prima volta, due anni fa a Lido di Venezia era già successo, ma allora Mark Cavendish, uno che quando vede la linea d'arrivo non risparmierebbe nemmeno i parenti più cari, non aveva resistito alla tentazione di 'battere' i suoi compagni di squadra, tra i quali lo stesso Pinotti ("Ma eravamo d'accordo...", dice Pinotti). Stavolta invece l'australiano non fa brutti scherzi a Pinotti, che comunque per non rischiare si mette in testa a sprintare nel rettilineo finale. "Ringrazio la squadra per questo regalo - spiega il leader della generale -, è una grande soddisfazione che mai come questa volta voglio dividere con i miei compagni. Mark mi ha detto di andare davanti dopo la curva, già domani c'è una probabile volata e contiamo di mantenerla, magari vincendo proprio con Cavendish''. Poi scherza sulle possibilità di classifica: "Tenere la maglia rosa? Basta andare i salita dietro ai migliori, poi nella crono finale di Milano posso recuperare qualche secondo..." Questo per quel che riguarda l'episodio giornaliero. Per il lungo romanzo a puntate del Giro,bene Nibali e Scarponi - uomini di punta del ciclismo italiano - che danno qualche secondo, rispettivamente sei e otto, ad Alberto Contador. Con tutti i km da fare, robetta, ma dal punto di vista psicologico sono cose che possono anche incidere.

CONTADOR NASCOSTO, NIBALI SERENO - Proprio sull'aspetto mentale, affrontato anche in sede di presentazione, sembra il caso di soffermarci vista l'esiguità dei distacchi. Alberto Contador, a parte una parentesi festosa della mattinata, fotografato con un cappello da alpino durante la ricognizione, dà la classica sensazione di volersi nascondere. Anche il fatto di aver tagliato il traguardo non in testa alla squadra, come si conviene ai grandi capitani, ma dietro a Tosatto e Porte, potrebbe essere un segnale di insicurezza. Una situazione completamente opposta a quella esibita ad esempio da Vincenzo Nibali, sereno nelle dichiarazioni prima della partenza, quanto poi nel commentare la prova della sua squadra: "Una prestazione di buon livello. Siamo rimasti compatti, dall'ammiraglia poi sono stati stati perfetti nel dettarci la maniera di affrontare le curve''. Stesso discorso per Michele Scarponi, che appena giunto al traguardo, per prima cosa ringrazia i compagni di squadra. Non dimentichiamo che in passato, con prove di questo tipo, il marchigiano è andato incontro a partenze ad handicap. Dovendo trovare poi anche qualche sconfitto, indichiamo tre nomi: Kreuzinger (28'' dietro Nibali), Menchov (31'') e soprattutto Rodriguez (42''), uno che a crono, da solo o a squadre, fa sempre tanta fatica.
Nel dettaglio della frazione, da segnalare il lungo regno della Omega. Senza il sostengo, o il peso, del pronostico, la compagine belga detiene a lungo il miglior tempo provvisorio. Frutto di una prima parte di gara giudiziosa - tante curve e qualche tatto di strada insidiosa - e di un finale in crescendo, da specialisti capaci di dosare le energie. Chi invece non fa calcoli è la HTC, che pure tra forature e gente staccatasi dopo aver dato tanto, è l'unica ad arrivare con gli uomini contati per fare il tempo, cinque. Una superiorità emersa già all'intermedio, confermata nel finale. Da lodare, oltre alla prova di Pinotti, campione italiano di specialità e meritatamente in rosa, anche quella del ceco Rabon, autore di tirate importanti ma tradito da un inconveniente nel momento topico. Ora si inizia a parlare di abbuoni: a Torino non ce n'erano, ce ne saranno a Parma con il primo, presumibile, arrivo in volata. Qui probabilmente assisteremo ad una scena inconsueta: la maglia rosa che lavora sodo per un suo compagno di squadra, per chi non lo intuisse, Mark Cavendish.

ORDINE D'ARRIVO DELLA CRONO A SQUADRE

1.HTC-Highroad 20:59
2.RadioShack 21:09
3.Omega Pharma – Lotto 21:21
4.Liquigas – Cannondale 21:21
5.Garmin-Cervelo 21.23
6.Lampre – ISD 21:23
7.Rabobank 21:25
8.Saxo Bank-SunGard 21:29
9.Sky 21:36
10.Vacansoleil-DCM 21:36
11.Movistar 21:37
12.Androni Giocattoli 21:39
13.BMC Racing Team 21:40
14.Leopard Trek 21:41
15.Quick Step 21:41
16.AG2R 21:48
17.Astana 21:49
18.Geox-TMC 21.52
19.Colnago – CSF Inox 22:01
20.Katusha Team 22:03
21.Acqua & Sapone 22:06
22.Farnese Vini – Neri Sottoli 22:06
23.Euskaltel-Euskadi 22:12

08/05/2011

2°TAPPA ALBA-PARMA 244 KM 

Il vecchio marpione colpisce ancora. A 37 primavere Alessandro Petacchi si dimostra in grado di mettere in riga gli emergenti, nuovi o affermati, della volata. Il primo sprint del Giro è suo, frutto della forza - e su questo non si discute -, ma soprattutto della grande esperienza. Una strategia di mestiere, che fa fare la figura del pivello a un vincente come Mark Cavendish, che di anni ne ha 12 di meno. Un rettilineo ampio, un disegno perfetto per la volata. Petacchi gioca con le stesse carte di Cavendish: c'è il fido Hondo che lo porta avanti, mentre il britannico si affida alle cure di Renshaw. Lo spezzino riesce a riflettere anche al massimo della velocità, sa che partendo alla pari con 'cannonball' avrebbe la peggio ed allora anticipa.

Uno scatto secco ai 150 metri, Cavendish capisce l'antifona ma piazza lo spunto con un leggero ritardo, giusto il tempo per Petacchi di chiudere - regolarmente - la traiettoria ritardando l'uscita del britannico. Da qui la rabbia di Cavendish, battuto di pochi centimetri, che presenta un reclamo puntualmente respinto. Da qui la seconda impresa di Petacchi: far venire il broncio alla maglia rosa, sulle spalle di Cavendish ma evidentemente magra consolazione a giudicare dalla reazione rabbiosa. Per Petacchi si tratta della vittoria numero 22 al Giro, ma lui puntualizza con una punta polemica: "Sono ventisette, le cinque del 2007 me le hanno tolte (caso salbutamolo, ndr) ma per me restano vittorie. Cavendish si lamenta? Io quando Renshaw lo ha portato davanti
l'ho fatto entrare, altri lo avrebbero chiuso alle transenne. Se poi mi sono spostato di qualche centimetro ci può stare, non certo quattro volte come dice lui"

La replica di Cavendish non si fa attendere: "Alessandro è un bravo corridore e un bravo ragazzo, però mi ha costretto a cambiare continuamente traiettoria. Dico solo che quando io faccio volate di questo tipo vengo squalificato. Contento della maglia rosa? Certo, ma quello che mi preme di più è vincere subito, magari già da domani". Insomma, per essere una prima in linea dopo la crono a squadre di apertura, e soprattutto per essere etichettabile come frazione - una delle poche in questo Giro - di trasferimento, la Alba-Parma ha vissuto un epilogo elettrico. In precedenza, fuga interminabile proposta dal corridore dell'Omega Sebastian Lang. Partenza al km 1, nessuno che manifesta il desiderio di fargli compagnia, ed il tedesco se ne sta davanti da solo per quasi 220 km. Inutile dire che anche quando il margine di vantaggio sfiora i venti minuti, non salgono mai le quotazioni di impresa leggendaria.

Una volta ripreso Lang, che passa da solo sull'unica salita di giornata (un GPM dalle dolci pendenze), è sicuramente più interessante il tentativo di otto uomini. Mancano pochi km, ed il gruppo non ci può dormire sopra. Ottima anche la strategia dell'ammiraglia guida di Petacchi, la Lampre, che inserisce Righi nel tentativo mettendo in questo modo al coperto la squadra. Una volta avvenuto il ricongiungimento, sono 5-6 km di grandi manovre. Non ci sono treni, la migliore organizzazione la propone la Garmin. Solo apparenza però, in quanto Millar, Fischer e Lancaster finiscono per lasciare troppo preso esposto al vento il leader Tyler Farrar, fuori dai giochi quando Petacchi e Cavendish mettano in scena il loro show.

ORDINE D'ARRIVO

1. Alessandro Petacchi (ITA/Lampre) 244 km in 5 h 45:40. (media: 42,352 km/h)
2. Mark Cavendish (GBR/HTC) s.t.
3. Manuel Belletti (ITA/COG) s.t.
4. Robeto Ferrari (ITA/AND) s.t.
5. Borut Bozic (SLO/VAC) s.t.
6. Davide Appollonio (ITA/SKY) s.t.
7. Tyler Farrar (USA/GRM) s.t.
8. Robbie McEwen (AUS/RSH) s.t.
9. Matteo Montaguti (ITA/ALM) s.t.
10. Alexander Kristoff (NOR/BMC) s.t.

CLASSIFICA GENERALE

1 Mark Cavendish (Gbr) HTC-Highroad
2 Kanstantsin Sivtsov (Blr) HTC-Highroad a 12''
3 Craig Lewis (USA) HTC-Highroad a 12''

09/05/2011

3°TAPPA REGGIO EMILIA-RAPALLO 173 KM 

Hanno cercato di rianimarlo per quaranta minuti. C'è tutto il senso della fatalità nel dramma di Wouter Weylandt. Una tragedia vissuta in diretta televisiva. Quell'immagine breve, neanche un secondo, il volto tumefatto, il corpo immobile, il massaggio cardiaco, il lenzuolo bianco che copre il corpo, hanno fatto immediatamente capire che per il ciclismo si stava aprendo una pagina triste. Quaranta interminabili minuti: la televisione che raccontava drammaticamente la fine del ragazzo belga, che avrà un figlio in settembre. L'elicottero che non poteva atterrare, i medici che tentavano disperatamente di riportarlo in vita, quell'ambulanza ferma faceva capire che sarebbe stato tutto inutile. La vita di Weylandt è finita lì, lungo la discesa del Passo del Bocco, il suo cuore ha smesso di battere dopo una strenua lotta durante la quale i medici del Giro le hanno tentate tutte per salvarlo. Fatalità, tragica fatalità. Ce n'è tanta nella chiamata all'ultimo momento da parte del Team Leopard: il velocista designato per la squadra era Daniele Bennati, ma l'aretino proprio all'ultimo era stato bloccato da un infortunio. Weylandt doveva fare il Tour, durante il Giro si sarebbe allenato, magari avrebbe potuto stare spesso vicino a sua moglie, che lo avrebbe reso padre nel prossimo settembre. Altro particolare drammatico. Weylandt è venuto a mancare durante la terza tappa del Giro. Riavvolgendo il nastro della sua vita, proprio durante la terza del Giro dello scorso anno aveva vissuto la giornata più bella della sua carriera, vincendo una delle frazioni dello sconfinamento in Olanda.C'è il senso della fatalità anche nella dinamica della caduta, semplice nella sua drammaticità. Una discesa difficile, ma non dobbiamo dimenticare che i professionisti di situazioni del genere ne affrontano tantissime. Il corridore è probabilmente arrivato "lungo" su una curva proprio verso la fine della discesa, poco prima del borgo di Mezzanego, ha frenato (sull'asfalto i segni di una strisciata di gomma) sbandando e toccando l'asfalto col pedale sinistro. Poi ha sbattuto violentemente il capo contro un muretto ai bordi della strada. I soccorritori si sono accorti subito della gravità del caso. Wyelandt ha riportato la frattura della base cranica e una forte compromissione di tutta la zona maxillo facciale, come ha spiegato il dottor Tredici, il medico della carovana: "Abbiamo fatto tutto il possibile ma è apparso subito che era gravissimo. Purtroppo, dopo una quarantina di minuti, abbiamo sospeso tutto. Ho avuto il conforto del 118 che ci ha detto che era inutile insistere nella rianimazione".
Nella caduta sono rimasti coinvolti, senza conseguenze, altri corridori. I tentativi di rianimazione di Weylandt, sono durati a lungo e la notizia ufficiale della morte è stata data con un certo ritardo per permettere agli organizzatori di avvisare i parenti. I medici, quattro, gli hanno praticato iniezioni di adrenalina e atropina. Inutilmente.Il sostituto procuratore di Chiavari, Francesco Brancaccio ha dato il nulla osta per il trasferimento del corpo del ciclista all'ospedale di Lavagna dove saranno eseguiti gli esami autoptici. Sulla morte del ciclista verrà aperta un'indagine che chiarisca la dinamica dell'incidente.
La direzione del Giro ha ovviamente sospeso il consueto festoso cerimoniale dopo l'arrivo della tappa, vinta dallo spagnolo dell'Androni, Angel Vicioso, e che ha visto Il britannico David Millar conquistare la maglia rosa.

Nessun commento:

Posta un commento

Qualsiasi commento anonimo o riportante link NON sarà pubblicato

Any anonymous or linked comments will NOT be published