mercoledì 18 maggio 2011

FESTIVAL DI CANNES:È IL GIORNO DI "LE HAVRE" (18/05/2011)

Di Giampaolo Carboni.

Lo stile è quello di sempre,la regia e la direzione degli attori idem.così come la voglia di scegliere i protagonisti tra reietti e perdenti.Ma per una volta a vincere è la speranza ed il sogno,con il cinema che offre i propri poteri per cambiare la realtà in meglio. Questo è quanto accade in "Le Havre",l'ultima fatica cinematografica di Aki Kaurismäki,ambientato in una città sul mare con vecchi bar stile saloon in cui si rifugia lo scrittore Marcel Marx (già visto in "Vita da Boheme" ed interpretato anche dallo stesso attore Andrè Wilms) che fa il lustrascarpe per campare di rendita assieme alla moglie Arietty (interpretata da Kati Outinen) ed il fedele cane Laika. Ad un certo punto Marx incontra Idrissa,immigrato clandestino che nasconderà nella propria abitazione quando la consorte si ammala e viene ricoverata,con speranze pari allo zero,in ospedale. Marcel si mette alla ricerca dei parenti africani del ragazzo con il prezioso aiuto di un'investigatore che dà preziosi suggerimenti extra-lavoro a Marx. Intanto nel quartiere dove si trova l'abitazione dello scrittore è una continua quanto incessante gara di solidarietà per assistere Idrissa. Intanto anche per Arietty c'è un barlume di speranza che diventa guarigione miracolosa grazie all'intervento di un professore,che si rifà ad un caso simile verificatosi in Giappone.Insomma un film con cui il regista punta,parlando di tematiche importanti quali l'immigrazione,la repressione e la malattia,a far si che il mondo non chiuda mai gli occhi di fronte al dolore,un dolore che,vicino o lontano,riguarda alla fine la vita dell'universo stesso.

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