Di Redazione.
Il campionato mondiale di calcio 1982 o Coppa del Mondo Fifa del 1982 (noto anche come Spagna '82) è stata la dodicesima edizione del campionato mondiale di calcio per squadre nazionali maggiori maschili organizzato dalla Fifa ogni quattro anni. Si svolse in Spagna dal 13 giugno all'11 luglio 1982. Fu il primo campionato mondiale in cui le squadre partecipanti furono portate da sedici a ventiquattro. Inoltre è tuttora il mondiale ospitato da un'unica nazione che ha visto impiegato il maggior numero di stadi: diciassette. La squadra vincitrice fu l'Italia, che sconfisse tre a uno la Germania Ovest in finale.
Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo! Non ha ancora finito di gridarlo al microfono della storica telecronaca, un insolitamente emozionato Nando Martellini, che l’assalto al carro del vincitore è già al culmine. L’Italia di Enzo Bearzot (NELLA FOTO PORTATO IN TRIONFO DAI SUOI RAGAZZI) ha appena battuto per tre a uno la Germania Ovest e sta per alzare al cielo la terza Coppa del Mondo, la prima dell’era moderna. A Madrid, in un Santiago Bernabeu invaso dalle bandiere tricolori il più felice è il presidente della Repubblica, Sandro Pertini, seduto fra il re di Spagna, Juan Carlos, e il cancelliere tedesco Helmut Schmidt. E’ un trionfo vissuto oltre l’etichetta, con il nostro presidente,al gol del 3-0 di Spillo Altobelli,che si alza in piedi agitando la pipa e gridando «non ci prendono più». Quel che seguirà dopo,il tentativo di unirsi al carro dei vincitori,è un altro sport, tipico di casa nostra e non solo in campo sportivo. Mai però come in quella occasione il carro avrebbe dovuto essere riservato solo ai magnifici protagonisti ed al loro condottiero. Nobile e unica eccezione, non certo la dirigenza federale che aveva provveduto da tempo a rendere le distanze dal Gruppo, ma il primo dei nostri cittadini, Sandro Pertini, perfetto nell’interpretazione del ruolo del tifoso: già, al Quirinale, quando invitò tutti i dipendenti in servizio a seguire al suo fianco davanti al televisore la sfida con il Brasile. Sì, Dio sa, quanto abbia dovuto penare Bearzot, e insieme con lui i suoi ragazzi, verso quell’insperato trionfo mundial. E quanto, in particolare per gli attacchi della stampa, sia stato costretto a soffrire pur di difendere una sua testardaggine, ritenuta tale, ma in effetti da leggere solo come convinzione. La convinzione di guidare una truppa perfetta, da non snaturare. Fu dura, durissima, soprattutto dopo l’Europeo disputato in Italia nel 1980 e malamente risoltosi in un quarto posto, superati dal Belgio in semifinale e dopo diciassette rigori, dalla Germania nella finalina di consolazione. E anche dopo il Mundialito anch’esso stonato del 1981. Lo fu forse ancor più reggere a situazioni quali il caso scommesse, con Paolo Rossi fuori per due anni e ripescato a ridosso del mondiale. E l’infortunio del centrocampista Giancarlo Antognoni, ripresosi solo in retta d’arrivo con il Mondiale dopo il pauroso scontro col portiere genoano Silvano Martina, per il quale si arrivò anche a temere per la sua vita. Fino alle difficoltà incontrate per venire a capo di un girone eliminatorio che ci vide in affanno e con un Rossi inguardabile, con Polonia (zero a zero), Perù (uno a uno) e Camerun.
Finì con un altro uno a uno, che ci qualificò ma solo per la differenza reti, relegandoci il ruolo di vaso di coccio in un minigirone con l’Argentina di Maradona e il Brasile di Falcao.
A quel punto si fece sempre più conflittuale il rapporto con i media: si arrivò al silenzio stampa con solo capitan Dino Zoff a parlare e lo scontro fisico sfiorato fra il Ct e uno degli inviati italiani. Insomma, non c’era da stare allegri. E invece, le difficoltà che hanno temprato la squadra, regaleranno solo trionfi. Segnano Marco Tardelli e Antonio Cabrini, Claudio Gentile fa un boccone di Diego Armando Maradona e l’Argentina è battuta due a uno. Contro il Brasile (tre a due per noi) Rossi, tornato Pablito, fa addirittura tripletta e Zoff al novantesimo blocca sulla linea un colpo di testa che ci avrebbe eliminati. Quindi semifinale e finale, doppia formalità: ko sia la Polonia (doppietta di Rossi), sia la Germania (rigore sbagliato da Cabrini, ma reti di Rossi, Tardelli e Altobelli prima del gol di Paul Breitner per il tre a uno del trionfo). E non finisce qui. Perché Rossi è capocannoniere con sei gol; Bruno Conti è eletto a migliore dei migliori davanti a Gentile; il giovanissimo Giuseppe Bergomi (che ha annullato Rumenigge in finale) non ha ancora diciannove anni e porta i baffi per non dimostrarli; Zoff, che ne ha invece trentanove, ha cancellato il suo infausto 1978 e finirà con la Coppa in un francobollo celebrativo. E il tutto senza dimenticare Bearzot che non è ancora sazio e infatti sull’aereo del ritorno batterà allo scopone scientifico, in coppia con Gentile, Pertini e capitan Zoff.
Antonio Cabrini ricordò così il mondiale vinto
Ci spiega la differenza fra quel Mondiale e il successivo, quando trionfaste a Madrid contro la Germania?
"Debuttai in Argentina nella prima partita che l’Italia disputò, avversario la Francia. La squadra era impostata su due blocchi, quelli di Torino e Juventus, e il nostro rimpianto alla fine fu di esserci resi conto troppo tardi che eravamo forti, avremmo potuto raggiungere la finale e giocarci la Coppa. In Spagna fu diverso".
Perché?
"Il gruppo era innanzitutto diverso, c’erano elementi di più squadre, e Bearzot ebbe il merito di cementare progressivamente tutti in uno spirito di corpo straordinario. Nacquero amicizie vere fra di noi. Il silenzio-stampa fece il resto".
Ne vogliamo parlare? Iniziaste malissimo quel torneo, tre pareggi in tre gare, qualificazione alla fase successiva risicatissima e critiche feroci. Poi su un quotidiano qualcuno fece passare lei e Paolo Rossi, che dormivate nella stessa stanza in ritiro, per due gay.
"Era un articolo scritto con molta ironia, ma per il giornalista che l’aveva composto fu un boomerang. Perché lo ripresero tutti i suoi colleghi presenti alla competizione, creandone un caso internazionale. E a noi non parve vero, con quella ciliegina sulla torta, di poterci mettere contro la stampa al seguito".
Andando avanti, diventaste fortissimi.
"Non avevamo più nulla da perdere. E giocammo alla grande. Contro Argentina e Brasile fu un’Italia superba. Socrates & C. peccarono di presunzione: sarebbe bastato loro il pari, invece andarono all’attacco per vincere e noi li punimmo".
In finale contro la Germania, dopo aver liquidato la Polonia. Al Santiago Bernabeu lei sbagliò il rigore che avrebbe potuto portarci in vantaggio.
"Mamma mia, se ci ripenso! Ero frastornato dopo l’errore, eppure i miei compagni furono straordinari: non mi dissero nulla; nell’intervallo non fecero una piega, anzi. Avevano capito benissimo il mio stato d’animo. Sapevamo di essere superiori ai tedeschi e alla distanza li schiantammo. Ricordo che, quando salii in tribuna per le premiazioni, chiesi scusa al presidente della Repubblica, Sandro Pertini. Lui mi rispose: non pensarci più. Che grande personaggio, fu il nostro 23° uomo".
Francesco Graziani ha dichiarato che il massimo gesto di altruismo compiuto da parte sua in carriera è stato quello di aver rinunciato a proseguire la finale di Madrid a favore di un compagno che stava meglio di me e che sarebbe stato più utile per la squadra. "Nella gara precedente con la Polonia mi ero fatto male alla scapola, ma il problema era rientrato. Non presi medicinali, niente. Stavo bene. Invece nei primi minuti con la Germania, caddi in modo goffo e mi feci male alla clavicola. Il dolore era lancinante, è vero, però il professor Vecchiet mi disse che con una punturina avrei potuto continuare. A quel punto, tuttavia, ho preferito che entrasse Altobelli". Continua Graziani "Appena finita la partita con la Germania, mi tornarono in mente le parole pronunciate da Dino Zoff nello spogliatoio, pochi minuti prima della finale. Ci fece mettere in cerchio, abbracciati, e ci disse: dobbiamo dare il centotrenta per cento. Se oggi vinciamo, entriamo nella storia del nostro Paese”.
Francesco Graziani ha dichiarato che il massimo gesto di altruismo compiuto da parte sua in carriera è stato quello di aver rinunciato a proseguire la finale di Madrid a favore di un compagno che stava meglio di me e che sarebbe stato più utile per la squadra. "Nella gara precedente con la Polonia mi ero fatto male alla scapola, ma il problema era rientrato. Non presi medicinali, niente. Stavo bene. Invece nei primi minuti con la Germania, caddi in modo goffo e mi feci male alla clavicola. Il dolore era lancinante, è vero, però il professor Vecchiet mi disse che con una punturina avrei potuto continuare. A quel punto, tuttavia, ho preferito che entrasse Altobelli". Continua Graziani "Appena finita la partita con la Germania, mi tornarono in mente le parole pronunciate da Dino Zoff nello spogliatoio, pochi minuti prima della finale. Ci fece mettere in cerchio, abbracciati, e ci disse: dobbiamo dare il centotrenta per cento. Se oggi vinciamo, entriamo nella storia del nostro Paese”.
LE SQUADRE PARTECIPANTI
Algeria
Argentina
Austria
Belgio
Brasile
Camerun
Cecoslovacchia
Cile
El Sardegna
Francia
Germania Ovest
Honduras
Inghilterra
Irlanda Del Nord
Italia
Jugoslavia
Kuwait
Nuova Zelanda
Perù
Polonia
Scozia
Spagna
Ungheria
Urss
TUTTI I GIOCATORI CONVOCATI NEL MONDIALE 1982 DI CALCIO
ITALIA
1 Dino Zoff (Portiere)
2Franco Baresi (Difensore)
3 Giuseppe Bergomi (Difensore)
4 Antonio Cabrini (Difensore)
5 Fulvio Collovati (Difensore)
6 Claudio Gentile (Difensore)
7 Gaetano Scirea (Difensore)
8 Pietro Vierchowod (Difensore)
9 Giancarlo Antognoni (Centrocampista)
10 Giuseppe Dossena (Centrocampista)
11 Giampiero Marini (Centrocampista)
12 Ivano Bordon (Portiere)
13 Gabriele Oriali (Centrocampista)
14 Marco Tardelli (Centrocampista)
15 Franco Causio (Centrocampista)
16 Bruno Conti (Centrocampista)
17 Daniele Massaro (Attaccante)
18 Alessandro Altobelli (Attaccante)
19 Francesco Graziani (Attaccante)
20 Paolo Rossi (Attaccante)
21 Franco Selvaggi (Attaccante)
22 Giovanni Galli (Portiere)
Enzo Bearzot (Allenatore)
FASE A GIRONI
GIRONE 1
14/06/1982
ITALIA-POLONIA 0-0 (VIGO)
Italia:
Polonia:
Arbitro:Vautrot (Francia).
"E' Giunto il Giorno della Verità. Italia e Polonia Oggi si Affrontano per la Partita d'Esordio del Girone 1"
(Nando Martellini)
Ore diciassette Le Cinco de la Tarde .... è l' Ora delle Corride, ma stavolta è l' Ora dell' Esordio della Nazionale. C'è del nuvolo a Vigo ed a mettere dei colori sono,sugli spalti,i nostri connazionali e militari della Marina di stanza proprio a Vigo sull' Oceano Atlantico, mentre poco prima dell' Inizio un gruppo di sbandieratori ha fatto il suo spettacolo sulla pista di atletica.
15/06/1982
PERU'-CAMERUN 0-0 (LA CORUNA)
Perù:
Camerun:
Arbitro:Wohrer (Austria).
18/06/1982
PERU'-CAMERUN 0-0 (LA CORUNA)
Perù:
Camerun:
Arbitro:Wohrer (Austria).
18/06/1982
ITALIA-PERU' 1-1 (VIGO)
Italia:
Perù:
Arbitro:Eschweiler (Germania Ovest).
Reti:18'B.Conti 83'Diaz.
19/06/1982
POLONIA-CAMERUN 0-0 (LA CORUNA)
Polonia:
Camerun:
Arbitro:
22/06/1982
POLONIA-PERU' 5-1 (LA CORUNA)
Polonia:
Perù:
Arbitro:
Reti:
23/06/1982
ITALIA-CAMERUN 1-1 (VIGO)
ITALIA-CAMERUN 1-1 (VIGO)
Italia:
Camerun:
Arbitro:
Reti:
GIRONE 2
16/06/1982
GERMANIA OVEST-ALGERIA 1-2 (GIJON)
Germania Ovest:
Algeria:
Arbitro:
Reti:54'Madjer 67'Rummenigge 68'Belloumi.
Algeria:
Arbitro:
Reti:54'Madjer 67'Rummenigge 68'Belloumi.
17/06/1982
CILE-AUSTRIA 0-1 (OVIEDO)
Cile:
Austria:
Arbitro:
Rete:
20/06/1982
GERMANIA OVEST-CILE 4-1 (GIJON)
Germania Ovest:
Cile:
Arbitro:
Reti:
GIRONE 3
13/06/1982
ARGENTINA-BELGIO 0-1 (BARCELLONA)
Argentina:
Belgio:
Arbitro:
Rete:63'Vandenbergh.
GIRONE 4
16/06/1982
21/06/1982
FRANCIA-KUWAIT 4-1 (VALLADOLID)
Francia:
Kuwait:
Arbitro:
Reti:
16/06/1982
INGHILTERRA-FRANCIA 3-1 (BILBAO)
Inghilterra:
Francia:
Arbitro:Garrido (Portogallo).
Reti:1'Robson 25'Soler 67'Robson 83'Mariner.
21/06/1982
FRANCIA-KUWAIT 4-1 (VALLADOLID)
Francia:
Kuwait:
Arbitro:
Reti:
GIRONE 6
14/06/1982
BRASILE-URSS 2-1 (SIVIGLIA)
Brasile:
14/06/1982
BRASILE-URSS 2-1 (SIVIGLIA)
Brasile:
Urss:
Arbitro:Castillo (Spagna).
Reti:33'Bal 75'Socrates 88'Eder.
SECONDA FASE
29/06/1982
ITALIA-ARGENTINA 2-1 (BARCELLONA)
Italia:
Argentina:
Arbitro:Rainea (Romania).
Reti:57'Tardelli 67'Cabrini 83'Passarella.
02/07/1982
BRASILE-ARGENTINA 3-1 (BARCELLONA)
Brasile:
Argentina:
Arbitro:Rubio (Messico).
Reti:11'Zico 67'Serginho 74'Junior 89'Diaz.
Espulso:Maradona (86') per gioco violento su Batista.
05/07/1982
ITALIA-BRASILE 3-2 (BARCELLONA.NELLA FOTO IN BASSO PAOLO ROSSI PROTAGONISTA ASSOLUTO DELLA GARA CON UNA TRIPLETTA CALCIA SUL FONDO SUL DUE A UNO PER GLI AZZURRI)
Italia:Zoff,Gentile,Cabrini,Oriali,Collovati (34'Bergomi),Scirea,B.Conti,Tardelli (75'Marini), P.Rossi,Antognoni,Graziani.Allenatore:Bearzot.
Brasile:Valdir Peres,Leandro,Junior,Cerezo,Oscar,Luizinho,Socrates,Falcao,Serginho (69'Paulo Isidoro),Zico,Eder.Allenatore:Santana.
Arbitro:Klein (Israele).
Reti:5'P.Rossi 12'Socrates 25'P.Rossi 68'Falcao 75'P.Rossi.
Note:Angoli:Italia 1 Brasile 4.Spettatori 50000 circa.
Non è retorica, ma pura e semplice rappresentazione della realtà. Il 5 luglio 1982 l’Italia compì l’Impresa delle Imprese, la vittoria più bella, più sofferta e più significativa: tre a due all’immenso Brasile di Zico, Socrates, Cerezo e Falcao. Da quel successo in poi la strada fu in discesa, e l’11 luglio, al Bernabeu di Madrid, gli azzurri completarono quell’epico percorso alzando la Coppa del Mondo. Fu una tripletta di Paolo Rossi, che allora diventò per tutti Pablito, a trasformare la speranza in verità. L’Italia, che fino ad allora aveva criticato, polemizzato e insultato i ragazzi della Nazionale, si scoprì di colpo un Paese unito, felice, orgoglioso. Potere di un pallone che gonfia la rete e ridà fiato alla gioia. Riviviamo quei momenti nel racconto di colui che li scrisse e, in parte, ne fu travolto: Pablito, appunto.
Cosa ricorda di quel 5 luglio 82?
"La tensione prima della partita. Ero nervoso, ansioso. Sapevo che tutti si aspettavano grandi cose dal sottoscritto, ma non ero ancora riuscito a fare niente di buono. Solo critiche, brutte prestazioni. Il peso si faceva sentire".
Come affrontò la situazione?
"La mattina, ricordo, ero particolarmente agitato. Dormivo in camera con Cabrini, parlai un po’ con lui, poi ci fu la riunione tecnica e Bearzot spiegò come avremmo dovuto giocare. A tutti diede un compito preciso, tu marchi questo, tu quello, Gentile si occupa di Zico, tu di Socrates, Oriali va su Eder... A me disse soltanto: Paolo, tu stai tranquillo e gioca. Vedrai che andrà bene".
E i compagni come si comportavano con lei? La guardavano storto perché era sempre titolare anche se non aveva ancora segnato?
"I compagni erano fantastici. Mai avuto un problema con loro. Mi aiutavano, mi consigliavano, mi difendevano quando i giornalisti mi attaccavano. E non erano attacchi leggeri, eh... Ci andavano giù pesante".
Già, la stampa arrivò a sostenere che lei e Cabrini eravate amanti.
"Quella fu una cosa incredibile e, per certi versi, divertente. Tutto nacque da una mia battuta con un giornalista, questi ci ricamò un po’ sopra, e il giorno dopo i cronisti di tutto il mondo cercavano me e Cabrini per parlare del nostro rapporto. A raccontarlo adesso viene da ridere, ma allora anche quell'episodio creò tensione".
Come gestiva Bearzot questa situazione?
"Con fermezza e saggezza. Lui, prima di scegliere i giocatori, sceglieva gli uomini. Eravamo un gruppo con saldi principi e questi ci avrebbero aiutato nei momenti di difficoltà. Mai una volta che mi abbia criticato, o rimproverato".
Beh, dopo il primo tempo di Italia-Perù, quando fu sostituito...
"Sì, è vero, lanciai una scarpa contro la porta dello spogliatoio. Ma mica ce l’avevo con Bearzot, ero arrabbiato con me stesso. E poi il mister mi aveva appena detto va bene così, non pensavo che sarei stato sostituito. Finita la partita, venne da me e mi sussurrò: Paolo, preparati bene per la prossima. Sapeva quali corde toccare, come provocare la giusta reazione".
Lo sa che nel pomeriggio del 5 luglio 1982, lei si guadagnò il titolo di commendatore della Repubblica? Glielo diede in via ufficiosa il presidente Pertini che aveva dribblato un incontro con Mitterand all’Eliseo per assistere a Italia-Brasile.
"Grande uomo, il Presidente. Aveva un debole per me, me lo raccontò dopo la vittoria. E io un debole per lui. E non solo per lui. Se ripenso a quei personaggi: Bearzot, Pertini, Spadolini... Dove sono, oggi, uomini così? Avevano una statura morale che era d’esempio ai giovani. Oggi, nel calcio, si parla solo di soldi, soldi, soldi. Ma ci sono anche le emozioni, vogliamo capirlo? Sto portando in giro una mostra sulla nostra impresa: Pablito Great Italian Emotions e l’Italia del 1982. Sedici tappe per raccontare quello che è successo. C’è un entusiasmo pazzesco attorno a quei momenti, a quei personaggi: la gente vuole sapere, ricorda, parla, discute, chiede. Questo è il calcio".
Come la spiega questa passione che non si è mai spenta?
"In un modo semplice. Noi, con il nostro modo di giocare, con il nostro comportamento, trasmettevamo sentimenti e la gente li recepiva. Ora è tutto diverso, tutto filtrato, il campione non è più vicino al popolo. Noi sì. Noi avevamo un rapporto diretto, eravamo uomini normali che avevano regalato un grande sogno. Per questo ci amano ancora oggi. E per questo, quando si parla di quella vittoria, si dice che è stato il successo del gruppo, di Bearzot e di tutta l’Italia, non di un singolo giocatore. Il Paese si è riunito, in quell'occasione. E ne avevamo bisogno".
Già, si veniva da un periodo cupo, la felicità era una necessità.
"Gli anni di piombo, gli scandali, la P2, l’Italia era lacerata. Quella vittoria contribuì a formare una piccola coscienza nazionale. E’ vero che prima tutti ci criticavano e poi tutti, al momento del trionfo, salirono sul carro del vincitore. Ma noi italiani siamo fatti così, popolo di passioni anche eccessive. Però Ii c’era autenticità in quella gioia, e io quelle immagini me le porto dentro come le più belle della mia carriera".
Rigiochiamo Italia-Brasile.
"Ormai non ce la faccio più, non ho più l’età".
Faccia uno sforzo.
"Dico solo una cosa: quella partita fu incredibile anche nel suo sviluppo. Provate a pensarci: uno a zero per noi, loro pareggiano subito con Socrates. Andiamo avanti ancora noi e all'intervallo siamo due a uno. Poi Falcao fa quel gol meraviglioso, sembra tutto finito, ma noi ci rialziamo e abbiamo la forza di segnare il tre a due. E poi pure il quattro a due con Antognoni, che ci hanno annullato ma era regolare. E alla fine Zoff fa quella parata pazzesca sulla linea di porta. Ditemi voi se tante emozioni possono essere racchiuse in novanta minuti... Quella sfida è davvero un romanzo".
SEMIFINALI
ITALIA-POLONIA 2-0 (BARCELLONA)
Italia:Zoff,Bergomi,Cabrini,Oriali,Collovati Scirea,B.Conti,Tardelli,P.Rossi,Antognoni (28' Marini),F.Graziani (70'Altobelli).Allenatore:Bearzot.
Polonia:Mlynarczyk,Dziuba,Majewski,Matysik,Janas,Zmuda,Lato,Kupcewicz,Ciolek (46' Palasz),Buncol,Smolarek (77'Kusto).Allenatore:Piechniczek.
Arbitro:Cardellino (Uruguay).Reti:22'P.Rossi 73'P.Rossi.
10/07/1982
FINALE 3°4°POSTO
POLONIA-FRANCIA 3-2 (ALICANTE)
Polonia:
Francia:
Arbitro:
Reti:
11/07/1982
FINALE 1°2°POSTO
ITALIA-GERMANIA OVEST 3-1 (MADRID.NELLA FOTO IN BASSO L'ESULTANZA DI PAOLO ROSSI DOPO IL MOMENTANEO UNO A ZERO)
Italia:
Germania Ovest:
Arbitro:Coelho (Brasile).
Reti:57'P.Rossi 69'Tardelli 81'Altobelli 83'Breitner.
Note:Al 25'Cabrini ha calciato sul fondo un calcio di rigore.
VINCITRICE MONDIALE 1982:ITALIA.
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