lunedì 18 luglio 2011

IL FEDERALISMO (MALATO) DEL TICKET (18/07/2011)

Di Enrico Marro.

La salute non si dovrebbe trattare diversamente sul territorio, perché un malato è tale a Milano come a Napoli, a Belluno come ad Agrigento. E perché le tasse, o almeno il grosso di queste, si pagano in base a leggi nazionali. Il diritto alla salute è tutelato dalla Costituzione e dovrebbe essere garantito allo stesso modo in ogni angolo del territorio. Già sappiamo che non è così e non è mai stato così, perché nel Mezzogiorno il servizio è più inefficiente e le prestazioni più carenti. Differenze sostanziali ci sono anche da città a città e da provincia a provincia nell'ambito di una stessa regione. Sommare a queste disparità di trattamento su un bene primario come la salute anche forti differenze territoriali dei costi a carico del cittadino che, con tutta evidenza, non hanno a che fare con la qualità della prestazione sanitaria ricevuta, risponderà pure a criteri di cassa, cioè all'esigenza di mettere una toppa ai deficit sanitari regionali, ma scarica sul cittadino colpe non sue. A pagare, poi, sono sopratutto i più deboli, quelli che non possono rivolgersi al privato che ormai, tra l'altro, con il rincaro di io euro sui ticket sulla specialistica deciso con la mano- vra, diventa in alcuni casi competitivo con le tariffe del servizio pubblico. Da oggi nuovi ticket (c'è anche quello di 25 euro sul pronto soccorso) saranno applicati in almeno 7 regioni, portando talvolta a quasi 50 euro la ricetta. Almeno — avanziamo una proposta — abbiano il buon gusto di non aumentare il ticket odi restituirlo al cittadino se la visita, come troppo spesso accade, viene fatta 2 o 3 mesi dopo la richiesta. Altre 6 regioni annunciano che ricorreranno a strumenti alternativi (non è escluso un aumento più basso magari di altri ticket). Il resto non ha ancora deciso. Le regioni che aumenteranno i ticket accusano il governo di non aver mantenuto la promessa di rifinanziare anche per quest'anno i fondi necessari a evitare il nuovo balzello, che fu deciso dalla Finanziaria del 2007 del governo Prodi e da allora congelato di anno in anno. Il governo si giustifica con la necessità di aver dovuto inasprire la manovra per far fronte alla speculazione sui mercati. Il cittadino si ritrova in una babele di regole, di ticket e di esenzioni. Su un bene indifferenziabile: la salute. Tutto questo c'entra poco con un sano federalismo fiscale.

(Da "Il corriere della sera")

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