mercoledì 14 settembre 2011

IL SOCIALISTA FOGU AGO DELLA BILANCIA PER DECIDERE IL DOPPIO TURNO AD IGLESIAS (11/05/2005)

Di Giampaolo Meloni.

Si andrà al ballottaggio ed a determinare il peso sulla bilancia sarà il movimento civico organizzato intorno a Paolo Fogu, socialista, già sindaco per due consiliature (eletto nel 1980 e poi nel 1985), senatore e sottosegretario. Lontano dai record dell’oltre il trenta per cento di vent’anni fa, è titolare stavolta di un 24.5 che lo impone come fulcro della trattativa politica che già si è aperta nella serata di ieri con approcci riservati tra i gruppi di regia dei tre schieramenti in campo.
Entra (anzi, rientra) in campo Fogu perchè nè il centrosinistra nè il centrodestra raggiungono la soglia del 50 per cento per affermarsi al primo turno. Non basta il successo finora conseguito da Pierluigi Carta con il 40.9 per cento per approdare in un balzo allo scranno di primo cittadino, nè può ambire Giulio Steri con il 34.6.
Ma come cambieranno gli scenari nello spazio di tempo dei prossimi quindici giorni per consentire a uno dei due candidati e rispettivo schieramento di arrivare all’appuntamento decisivo con le urne con la sicurezza di un potenziamento della forza elettorale?
«Il nostro è un programma largamente condiviso sul quale potremmo riflettere insieme», è l’auspicio dichiarato dal portacolori del centrosinistra Pierluigi Carta. Possibilista, Carta, sul fatto che «l’accordo va cercato sul programma», lascia intendere che con Fogu il confronto va affrontato. Del resto, fin dalla vigilia del voto lo stesso Fogu aveva delineato uno scenario verosimile per l’eventuale secondo turno spendendo giudizi severi all’indirizzo del centrodestra e puntando l’indice sui traguardi di marginalità conseguiti dalla giunta comunale di centrodestra uscente per la città.
Ma a delineare l’eventuale orientamento di Fogu sul versante del centrosinistra contribuisce anche un altro elemento: l’esponente socialista si è presentato con quattro liste, una civica caratterizzata con il proprio nome e cognome, un’altra affidata alla leadership del suo più fedele allievo e compagno politico Daniele Pani, ma le altre due marcate dal simbolo politico di Udeur e Psd’Az, formazioni politiche che nel mosaico regionale stanno nel centrosinistra e sostengono Renato Soru, il capo del governo regionale in ottimi rapporti con Enrico Boselli, presidente dello Sdi, formazione più affine alle posizioni di Paolo Fogu. Lui, che sa bene quanto oro valgano i 4518 voti attribuiti con le quattro liste alla sua candidatura, naturalmente sfugge alla richiesta di far capire dove preferisce guardare: «Un risultato personale positivo, un elettore su quattro ha votato per me».
Il patrimonio elettorale di Fogu rappresenta ora nutrimento apprezzato anche dalla galassia centrista che candida Giulio Steri. Del resto lo stesso leader dell’Udc Giorgio Oppi (in città con la civica Centro popolare) non risparmia critiche agli alleati attribuendo la sconfitta alla «scarsa coesione» dell’alleanza, che è come sottolineare il ruolo predominante del proprio spicchio politico nel frutto dell’alleanza. E Giulio Steri, per il quale il dato delle urne è stato anche condizionato «dal fatto che non sono iglesiente benchè ne abbia solide radici», non nega che si possa cercare una «verifica delle sintonie sui programmi» e resta ottimista per il ballottaggio, considerando «la differenza minima» del risultato tra lui e Carta.
Rispetto alle precedenti amministrative, lo scacchiere politico cittadino fa registrare una significativa tenuta dei Democratici di sinistra, che si attestano sul 12.7 per cento (2142 voti), sul 3.7 resta anche Rifondazione comunista e sul 4.8 il Pdci. La Margherita ottiene un 6.4 per cento con 1077 voti.
Progetto Sardegna, che è la formazione di riferimento di Pierluigi Carta, si presenta per la prima volta in città e porta a casa un considerevole 10.1 per cento (1701 consensi). Sul fronte del centrodestra si registra un significativo calo di Forza Italia, che dall’8.7 di quattro anni si piega al 7.6. I Riformatori stanno su un 5.4 derivato dall’8.6 del Patto Segni alle precedenti comunali.
Ma il dato più forte è che nonostante la schiacciante vittoria del centrosinistra nell’elezione della prima Provincia del Sulcis Iglesiente, il Centro popolare di Giorgio Oppi mantiene con una limatura dell’1 per cento rispetto al voto del Duemila, l’enclave a Iglesias confermandosi primo partito in città.

(Da "La nuova Sardegna")

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