mercoledì 14 settembre 2011

LA STRATEGIA DELLA RESISTENZA (14/09/2011)

Di Redazione.


Il Berlusconi da esportazione ha regalato l`ennesimo profilo contraddittorio. Con l`Unione Europea è quasi tregua; con la magistratura italiana, invece, di nuovo guerra sotto lo sguardo severo della comunità internazionale.
Le premesse della visita-lampo di ieri del presidente del Consiglio italiano fra Bruxelles e Strasburgo erano scoraggianti. L`esito, forse, lo è stato un po` meno. Il «via libera» dei presidenti della Commissione e del Consiglio Ue, José Manuel Barroso e Herman Van Rompuy,.alla manovra economica del governo italiano ha permesso al premier di giustificare il viaggio; e di velare le polemiche e le gaffe che lo hanno accompagnato. Anche il colloquio con il presidente del Parlamento, Jerzy Buzek, che aveva detto di avere solo due minuti per riceverlo, è durato tre quarti d`ora. Ma quella dei vertici europei ha l`aria di un`apertura di credito, che aspetta la verifica dei mercati.
E comunque è bilanciata dall`imbarazzo e dal fastidio per il sospetto che gli incontri siano stati organizzati in fretta e furia allo scopo di schivare i giudici italiani. I rapporti fra il. presidente del Consiglio e la Procura di Napoli si sono inaspriti. Era prevedibile: il suo «no» all`interrogatorio da parte del procuratore capo, Giovandomenico Lepore, come vittima di un ricatto a sfondo sessuale, non è piaciuto ai magistrati. Non è bastata la memoria difensiva fatta recapitare ieri da Berlusconi: Sono state fissate quattro date alternative per l`interrogatorio. E si è adombrata la possibilità di un «accompagnamento coatto» del premier, se non si presenterà dagli inquirenti.
Ma Lepore ha rilasciato un`intervista nella quale il centrodestra vede parole ostili a Berlusconi: tanto che il Pdl sta martellando il Guardasigilli Palma perché invii ispettori dei ministero della Giustizia a Napoli. Le indagini sul caso Lavitola-Tarantini, accusati di ricattare Berlusconi, sarebbero «orientate contro il presidente del Consiglio», è la tesi della maggioranza.
Significa prefigurare da parte di Palazzo Chigi una strategia della resistenza, e insieme un`offensiva contro la Procura. Ma vuole dire anche affrontare le prossime scadenze parlamentari che hanno risvolti giudiziari con un atteggiamento di rifiuto totale delle richieste delle Procure.
Pdl e Lega fanno sapere che oggi, nella giunta parlamentare, voteranno contro l`autorizzazione all`arresto di Marco Milanese, ex braccio destro del ministro dell`Economia, Giulio Tremonti.1122 settembre voterà anche l`Aula della Camera. E se non ci saranno contrasti nella maggioranza, e soprattutto in una Lega che a fine luglio si divise quando fu autorizzato l`arresto del deputato Alfonso Papa, Milanese si salverà. Per giustificare un atteggiamento opposto a quello di allora, un Umberto Bossi nervoso e incline ai gesti grevi ieri ha detto: «A me non piace far arrestare la gente». Ma l`opposizione punta il dito contro il rapporto privilegiato fra la Lega e Tremonti. E accusa il Carroccio di voler tenere sulla corda Berlusconi.
Ma forse la verità più banale è che il centrodestra sta cercando di evitare qualunque incidente capace di mettere in pericolo l`esistenza del governo.
L`imperativo è di non cedere alle pressioni dell`opposizione e della speculazione finanziaria; di non lasciarsi impressionare da mercati che,-secondo il premier, sarebbero «infiammati dai giornali e dall`opposizione». È il suo modo per esorcizzare una situazione in bilico. Lo stesso Bossi, per quanto appiattito su Palazzo Chigi, ammette che la sorte della coalizione dipenderà dall`Europa. Oggi il Parlamento vidimerà la manovra finanziaria. Sarà il primo passo chiesto dalle istituzioni di Bruxelles. Ma è improbabile che sia anche l`ultimo.

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