E' morto, all'età di sessantacinque anni, il giornalista di origine cambogiana Dith Pran (NELLA FOTO IN ALTO), che ispirò il film tre volte premio Oscar «Urla del Silenzio» (The Killing Fields di Roland Joffrè). Lo ha annunciato il suo collega del New York Times (dove Pran ha lavorato come fotografo dopo avere lasciato la Cambogia dei Khmer rossi nel 1979) Sidney Schanberg, l’altro protagonista del film, premio Pulitzer nel 1976. Pran, che lottava da mesi contro un tumore al pancreas, è morto in un ospedale del New Jersey, ha spiegato Schanberg, che lo considerava un fratello. «Urla del Silenzio», uscito nel 1984, racconta la storia dell’ex corrispondente del New York Times, Schanberg, che fa di tutto per salvare il suo stringer locale, all’inizio degli anni settanta, dopo la conquista del potere da parte dei Khmer rossi di Pol Pot. In quegli anni, nel nome di un comunismo nazional-rurale e autarchico, gli intellettuali o presunti tali venivano spediti a lavorare nei campi, in condizioni ai limiti della sopravvivenza. Fu così avviato un genocidio che, insieme alla repressione sistematica di ogni opposizione, cancellò tre milioni di cambogiani nel giro di pochi anni.
La storia raccontata dal film, che riproduce la reale vicenda occorsa ai protagonisti, racconta come Dith, un laureato in chirurgia all’inizio guida e interprete per Schanberg, riesce a portarlo in salvo quando i Khmer rossi iniziano la caccia allo straniero, portandolo al riparo all’ambasciata francese nell’aprile del 1975. Solo il giornalista del Times, però, riesce a prendere l’aereo per gli Stati Uniti, e il suo assistente finisce nei campi di lavoro, una volta scoperto che il suo passaporto era falso e che è cambogiano.
Dopo mesi di condizioni di vita al limite, Dith riesce a fuggire in Thailandia, dove si rifugia in un campo profughi della Croce Rossa e quindi riesce a recarsi finalmente negli Stati Uniti, dove l’amico lo aspetta. La pellicola di Joffrè vinse tre statuette: quella per il miglior attore non protagonista (Haing Ngor, per la sua interpretazione del personaggio di Dith), quella per la miglior cinematografia (Chris Menges), e quella per il miglior montaggio (Jim Clark).
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