Di Redazione.
Charles Forte, l’italiano fatto lord dalla regina Elisabetta in segno di riconoscimento dei suoi straordinari successi in campo alberghiero, è morto ieri a Londra. Aveva novantotto anni. Partendo da una piccola latteria, comprata nel 1935 a Londra con mille sterline prese in prestito, lord Forte costruì nei decenni successivi un impero alberghiero senza eguali nel Regno unito che al suo apogeo controllava, oltre al Forte Village di Pula, prestigiosi hotel anche a New York e Parigi. Originario di Monforte, un paesino del frusinate, primo straniero a potersi fregiare del titolo di lord, Charles Forte (Carmine, nome di battesimo) era ormai in pensione quando nel 1996 suo figlio Rocco perse il controllo dell’impero di famiglia in seguito ad una scalata del gruppo Granada. L’establishment britannico ha perso, dunque, il suo primo lord d’origine italiana. Su proposta della dama di ferro Margaret Thatcher la regina Elisabetta l’aveva fatto pari d’Inghilterra nel 1981, a riconoscimento degli straordinari successi nel business dei ristoranti e degli alberghi. Nato il 26 novembre del 1908 a Monforte di Casalattico, il futuro lord Forte of Ripley aveva cinque anni quando era sbarcato ad Alloa in Scozia al seguito dei genitori immigrati. Dopo la fine della seconda guerra mondiale aveva progressivamente creato un impero alberghiero sul quale il sole mai tramontava, grazie ad ottocento hotel sparsi un po’ in tutto il globo, da Tahiti a Parigi, dalla California all’Italia. Al momento dell’apogeo, negli Anni Settanta e Ottanta, arrivò ad avere fino a settantamila dipendenti nella sola Gran Bretagna. La sua irresistibile ascesa era incominciata nel 1935, dopo che si era fatto le ossa lavorando in ristoranti e caffè gestiti dal padre. In quell’anno, una volta rimesso in sesto un ristorante di cucina italiana sul lungomare di Brighton, comprò in Regent Street al centro di Londra una latteria con il supporto finanziario della famiglia e grazie ad un prestito di duemila sterline. L’investimento si rivelò vincente. Carmine - diventato nel frattempo Charles - incominciò a espandersi e ad acquisire altri milk bar nel cuore della capitale britannica. Alla fine degli Anni Trenta ne possedeva nove ed era già noto come «il re dei lattai» o «Mister Piccadilly». Internato per tre mesi nell’isola di Man all’inizio della II guerra mondiale a causa delle origini italiane, diventato suddito della Regina subito dopo la fine di quel conflitto che lo vide lavorare come consulente al vettovagliamento per il Ministero dell’Alimentazione, l’ambizioso ciociaro comprò nel 1954 uno dei più prestigiosi locali di Londra - il Cafè Royal - e quattro anni più tardi si lanciò nel business alberghiero. Sposato ad una cittadina britannica di origine italiana, cinque figlie e di un figlio, Charles Forte incominciò a quel punto a vestire all’inglese con gessati grigi, bombetta e garofano all’occhiello. E volle che l’unico suo rampollo maschio - Rocco - studiasse alla prestigiosa università di Oxford. Nel 1970 la fusione tra Forte Holdings con Trust Houses lo proiettò a capo di una compagnia dai tentacoli planetari. Sotto il suo controllo finirono gli alberghi George V e Plaza Athenee di Parigi, la catena di motel Travelodge, i ristoranti britannici a basso costo Little Chef, più di duecento alberghi in Gran Bretagna e Irlanda. Alto appena un metro e sessantatré centimetri, molto italiano nell’importanza data alla famiglia, lord Forte si era ritirato a vita privata nel 1992 quando aveva lasciato al figlio Rocco le redini del gruppo. L’erede non è riuscito però a conservare l’impero paterno. Rocco ha dovuto incominciare tutto da capo e controlla oggi una dozzina di alberghi, tra cui l’Hotel de Russie a Roma e il Savoy a Firenze. A Lord Forte ha reso omaggio l’ambasciatore d’Italia a Londra Giancarlo Aragona che lo ha definito «il più illustre rappresentante di quegli italiani che hanno mietuto grandi successi nel Regno Unito. Era diventato parte dell’elite britannica, sapendo rimanere molto vicino al suo Paese d’origine. E’ stato un vero ponte tra Italia e Gran Bretagna».
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