Non è un pesce d'aprile come in tanti hanno pensato.Subito dopo la conclusione delle partite della Serie A (il suo campionato aldilà dell'esperienza negli States con i Cosmos) le prime voci poi dimostratesi crudele ed amara verità:se n'è andato Giorgio Chinaglia e con lui penso se ne vada un pezzo della storia e degli anni più belli della Lazio,quella più sanguigna più vera ed estrema,fatte da lotte interne che portavano ad avere undici leoni in campo la domenica tra fine anni 60 e primi anni 70,con una Lazio in rapida ascesa nel mondo del calcio italico (un calcio maggiormente di livello anche a livello di nazionale con il campionato europeo del 1968 e il secondo posto al mondiale messicano del 1970) sino all'apice dello scudetto,il primo della storia biancoceleste,nella stagione 1973/1974 (bissato poi nel 1999/2000).
Nato a Carrara, Chinaglia si trasferì con la famiglia a Cardiff all'età di nove anni. La sua carriera ebbe quindi inizio in Galles con lo Swansea City, con cui disputò le stagioni 1964-1965 e 1965-1966. Arriva poi il trasferimento in Italia alla Massese, Serie C, e poi all'Internapoli, sempre in Serie C, per passare infine alla Lazio (neopromossa in Serie A) nell'annata 1969-1970. Segnò 12 gol nel primo anno e 9 nel secondo, in coincidenza con la retrocessione in Serie B.
Nella stagione 1971-1972 vince la classifica cannonieri della serie cadetta e contribuisce con i suoi 21 gol al ritorno dei laziali in massima serie.
Nella stagione 1972-1973 la Lazio neopromossa sfiora la conquista dello scudetto perso all'ultima giornata contro il Napoli. L'anno successivo, con 24 reti, conquista lo scudetto realizzando alla penultima giornata (12 maggio 1974) il calcio di rigore decisivo nell'incontro col Foggia. Chiude l'esperienza alla Lazio con un campionato chiuso al quarto posto, 14 reti reti realizzate e la fascia di capitano. A poche giornate dalla fine del torneo 1975-1976 va a giocare nei New York Cosmos. Fu quindi protagonista nella North American Soccer League: in sette anni segnò 193 gol in 213 partite, di cui 53 in 43 incontri di play-off. Vinse il premio come miglior marcatore della NASL per cinque volte, tra il 1976 e il 1982. Giudicato miglior giocatore del torneo nel 1981, coi Cosmos vinse quattro Soccer Bowl nel 1977, 1978, 1980 e 1982. Nei play-off del 1980 segnò 18 gol, sette dei quali nella gara contro i Tulsa Roughnecks.
LA CARRIERA DA CALCIATORE NEI DETTAGLI
Più tormentata,decisamente fatta di alti e bassi la sua carriera azzurra (4 reti in 14 partite con la nazionale).Come giocatore di Serie B,conquistò la Nazionale azzurra ed all'esordio segnò un gol contro la Bulgaria, il 21 giugno del 1972. Prese parte ai Mondiali tedeschi del 1974, anche se non gioca spesso con il Ct Ferruccio Valcareggi; con Fulvio Bernardini la situazione non cambia.
Nel 1983 ritorna in Italia, questa volta come presidente della Lazio. L'anno seguente la Warner Communications gli cede parte delle azioni dei Cosmos, ma la NASL è ormai al tramonto e nel 1985, proprio dopo un'amichevole con la Lazio, i Cosmos chiudono definitivamente. Alla fine dello stesso anno è costretto a cedere la Lazio, per problemi economici,a Franco Chimenti.
Da allora ha vissuto tra Stati Uniti e Italia occupandosi sempre di calcio (è stato coinvolto nelle vicende societarie di Ferencvaros, Foggia, Lanciano e di nuovo Lazio).
Nella primavera del 2006 Chinaglia è stato iscritto nel registro degli indagati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, con l'accusa di riciclaggio, con l'aggravante dall'articolo 7, ovvero con l'accusa di aver agevolato l'attività della camorra.
Nell'ottobre del 2006 il nucleo valutario della Guardia di Finanza ha richiesto una ordinanza di custodia cautelare ai danni di Chinaglia per estorsione ed aggiotaggio, nell'ambito dell'inchiesta della procura della Repubblica di Roma sulle irregolarità nella scalata alla società sportiva Lazio. Al momento dell'ordinanza, Chinaglia risiedeva all'estero negli USA; pochi giorni dopo è stato emesso un mandato d'arresto europeo a suo carico, risultando latitante per la giustizia italiana.
Il reato contestato all'ex calciatore era quello di riciclaggio per conto del clan camorristico appartenente alla famiglia dei Casalesi, che voleva impiegare i proventi delle attività illecite per acquistare la Lazio.Nel novembre 2007 è stato multato per 4,2 milioni di euro per la scalata alla Società Sportiva Lazio, a seguito di decisione della Consob. L'ex campione è stato riconosciuto responsabile di manipolazione del mercato e di ostacolo all'attività di vigilanza della Consob in relazione alla presunta intenzione di un gruppo chimico-farmaceutico estero di acquisire il controllo dellaLazio: la Consob ha accertato che la notizia, diffusa da Chinaglia tra ottobre 2005 e marzo 2006, era falsa. L'ex calciatore è stato considerato colpevole di «condotte manipolative poste in essere in relazione ai titoli della S.S. Lazio». La Commissione ha rilevato anche che lo stesso Chinaglia ha «posto in essere, direttamente o per interposta persona, una serie di atti, sostanziatisi in falsità ed omissioni, sintomatici di un atteggiamento dilatorio ed ostruzionistico, che ha procurato oggettivo ritardo all'esercizio delle funzioni della Consob, ostacolandone e rendendone più onerosa l'attività di accertamento dei fatti, funzionale ad assicurare la correttezza informativa ed il regolare andamento degli scambi sul titolo S.S. Lazio».Nel luglio 2008 è stato colpito da un mandato di arresto per riciclaggio.
Nel gennaio 2011 divenne ambasciatore insieme a Carlos Alberto dei New York Cosmos, sua ex squadra, con l'obiettivo di rilanciare la società insieme al presidente Pelé e al direttore tecnico Eric Cantona.
Poi oggi la morte nella sua casa in Florida, a Naples,dopo che a inizio settimana era stato ricoverato dopo un infarto. Era sposato con Connie Eruzione,sorella del campione olimpico di hockey Mike Eruzione, che è americana e che si era trasferita negli Stati Uniti d'America prima di lui. Ebbero un figlio di nome Anthony.
Chinaglia si cimentò anche nelle vesti di cantante incidendo, nel 1974, il brano "(I'm) Football Crazy", che fu colonna sonora del film L'arbitro, interpretato da Lando Buzzanca.
A Chinaglia gli Squallor hanno legato il titolo di un loro brano, "Il Vangelo secondo Chinaglia" uscito nel 1974. È citato anche in una canzone di Rino Gaetano dal titolo "Mio fratello è figlio unico" (d'altronde suo fratello era figlio unico perchè era convinto che Chinaglia non potesse passare al Frosinone).
Nel romanzo del 1986 Der Granatapfel (Il Melagrano) dello scrittore tedesco Hermann Peter Piwitt il cognome Chinaglia è dato ad una famiglia borghese:nel romanzo un membro della famiglia "Chinaglia" sposa un membro della famiglia "Stiles" (come il calciatore inglese Nobby Stiles). Il romanzo tratta della vita dello scrittore Gabriele D'Annunzio.Nel 1990 ebbe anche una breve parentesi politica con la candidatura nella Democrazia Cristiana.
LE REAZIONI
S.s Lazio
“La S.S. Lazio si unisce al cordoglio della famiglia Chinaglia per la scomparsa di Giorgio, nato a Carrara il 24 gennaio 1947 e morto oggi negli Stati Uniti d'America. Fu giocatore del Club biancoceleste dal 1969 al 1976 (Campione d'Italia nella stagione 1973-1974), dal 1983 al 1985 fu Presidente della S.S. Lazio”.
Fernando Orsi ai microfoni di Radio Radio: “È un momento molto brutto. Difficilmente si riesce a credere alla scomparsa di persone come lui, che sembrano immortali. Ma lui rimarrà sempre nella storia. Parlare di Giorgio Chinaglia significa parlare della Lazio. È colui che insieme a Bob Lovati ha incarnato la lazialità. Se ne và un pezzo di storia. Una persona straordinaria che, al di là degli errori che possa aver fatto, ha sempre agito con amore verso questa maglia. Un uomo buono, al di là del suo carattere e i suoi trascorsi contraddittori. L'ho avuto come presidente, ed ero quotidianamente a contatto con lui. Una persona attaccata i tifosi, alla società, alla squadra. È stato uno dei più grandi attaccanti del calcio italiano. Muore una persona che ha dato tanto a questo paese, chi è tifoso di una squadra capisce cosa vuol dire essere attaccato ad una fede e tutti lo hanno rispettato”.
Lionello Manfredonia ai microfoni di Radio Radio: "Prima abbiamo giocato insieme, poi stato il mio presidente, infine ha fatto anche il padrino al mio primo figlio Andrea. Me lo ricordano tantissimi episodi, come il calcio nel sedere a Vincenzo d'amico o la risposta a Valcareggi. È stato un grandissimo personaggio. È stata una notizia inaspettata, c'eravamo un po’ persi di vista in questi anni, questo è un bruttissimo momento. Nessuno nasce perfetto, in questo momento posso solo ricordare l'uomo che portò alla vittoria dello scudetto nel '74. Nella vita si può anche sbagliare, ma non sta a nessuno giudicare. Purtroppo è morto lontano dalla Capitale, i tifosi se lo ricordano come un grande condottiero, qualcosa si dovrà fare per commemorare questa grande figura. Sono allibito, purtroppo questa è la vita, l'importante è che Giorgio venga ricordato dalla gente come merita".
Il Sindaco di Roma Gianni Alemanno su twitter: "Con la morte di Giorgio Chinaglia scompare un grande gladiatore. Un lutto per tutto lo sport e per tutta Roma”.
Pierluigi Pardo su twitter: “Calciatore fantastico, talento, carattere e umanità. Mi ricordo le nostre telecronache a stream e anche stavolta sono senza parole”.
Franco Melli ai microfoni di Radio Radio: "Oggi è una domenica lacerante, perché a poche ore di distanza sono successi due fatti dolorosi, prima la scomparsa di Antonio Ghirelli, che è stato il mio maestro di giornalismo e, come se non bastasse, è morto il mio centravanti preferito. A lui ho dedicato pagine e pagine di giornale, ho scritto libri. Non mi sono mai invaghito di nessun giocatore e ho fatto un eccezione solo per lui. Per la sua Lazio strampalata di matti da legare, ma fatta di cuori d'oro. Passavamo le notti a giocare a poker, eravamo molto amici. Lui sapeva fare tutto quello che non si poteva e non si doveva fare, per poi invece espletare il suo dovere di calciatore il giorno dopo. Ricordo quel Lazio-Foggia, in uno stadio gremito che tratteneva il fiato, dove lui ancora una volta prese il pallone e segnò il gol dello scudetto. Era uno diverso dagli altri, un grande trascinatore. Ricordo gol e polemiche incredibili, quando usciva col pollice verso sotto la curva sud, oppure quando col permesso di Maestrelli, a fine allenamento, organizzava le partitelle con noi giovani giornalisti. Era un mondo diverso dove c'erano rapporti umani profondi. Giorgio è stato una grande compagno di avventura, che per un po’ mi ha fatto sentire orgoglioso del mestiere che facevo e della squadra a cui mi ero affezionato. Voglio pensare che i grandi uomini salgono al cielo prima degli altri, affinché non si assista al loro decadimento e al loro tramonto".
Giuseppe Papadopulo ai microfoni di Radio Sportiva: "Sono venuto a sapere questa notizia e non ci credevo. Si sapeva che Giorgio non stava bene, la situazione si era aggravata e sappiamo tutti com'è finita. Una perdita grande, un ex compagno e un amico. Siamo arrivati insieme semisconosciuti alla Lazio e abbiamo portato insieme quella maglia con molto orgoglio. Sono molto triste, è una grave perdita. Non ci dimentichiamo troppo presto di Giorgio, che ha fatto grande il nome della Lazio. Un ricordo? Un suo pallonetto a Rivera, bandiera del calcio mondiale, che suscitò la rabbia dei milanisti...
Marco Di Vaio su Twitter: "Dopo la sconfitta per un mio errore (l'attaccante ha sbagliato un gol nella partita del Bologna contro il Palermo), anche la notizia della morte di Chinaglia. Una giornata bruttissima".
Furio Valcareggi: "Nonostante i media per tanto tempo abbiano sottolineato lo screzio tra Giorgio Chinaglia e mio padre Ferruccio, quel gesto venne subito sanato con un abbraccio e le scuse. A Monaco, ai Mondiali del 1974, nella gara contro Haiti. Al momento della sostituzione, con un plateale gesto del braccio mandò a quel paese papà, poi entrò negli spogliatoi e spaccò tutte le bottiglie. Ma quando a fine gara mio padre rientrò negli spogliatoi Chinaglia si avvicinò a lui e lo abbraccio chiedendogli scusa. Fu un bel gesto che mio padre apprezzò".
Giancarlo Oddi: "Ci sentivamo tutte le settimane, era molto rammaricato che non poteva tornare in Italia per discolparsi, aveva capito che aveva sbagliato e voleva tornare per discolparsi. Se davvero aveva sbagliato l'ha fatto solo per amore della Lazio e non come qualcuno diceva per i soldi. Ne aveva guadagnati tanti e ne ha sperperati altrettanti solo per generosità. Ripeto, se ha sbagliato l'ha fatto solo per amore della Lazio. La cosa che mi dispiace di più è non averlo potuto rivedere. Martedì ci siamo sentiti e gli avevo detto 'mica te ne andrai prima che ci rivediamo'. Ma purtroppo è successo proprio questo. Quando parliamo di Chinaglia, parliamo di una gran brava persona: era un uomo generoso che io ho avuto una gran fortuna di conoscere. Per me era come un fratello. Sono felice di averlo conosciuto e chi non l'ha potuto conoscere non sa cosa si è perso".
Il Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti: "Con la morte di Giorgio Chinaglia se ne va una bandiera della Lazio e anche un pezzo di quel calcio romantico ed entusiasmante che negli anni 70 ha riempito la domenica di milioni di italiani. Long John è stato uno dei simboli della Lazio degli anni d'oro in grado di scrivere pagine indelebili dello sport capitolino. Ai familiari di Chinaglia vanno le condoglianze dell'amministrazione provinciale di Roma".
Il Presidente della Regione Lazio Renata Polverini: "Con la scomparsa di Giorgio Chinaglia il calcio italiano perde un campione che è stato simbolo della Lazio e protagonista anche della Nazionale. Di lui ricordiamo non solo le gesta sportive ma la generosità che lo ha reso indimenticabile per tutti gli appassionati di calcio. Alla famiglia vanno le condoglianze mie e della Regione Lazio".
Ambasciatore Usa in Italia David Thorne su twitter: "In una bella giornata di calcio, un caro ricordo per Long John Chinaglia, che ha fatto conoscere il grande calcio agli Americani".
Gigi Simoni ai microfoni di Radio Radio: "Sono colpito da questo evento. Abbiamo fatto quattro/cinque mesi assieme e di lui ho un ricordo veramente bello che mi ha segnato profondamente. Giorgio per me è stato un ragazzo di una bontà incredibilie, tenevamo tantissimo al nostro rapporto. Lo ricordo come un fratello. Il lunedì veniva da me, a correre nei prati di casa mia, poi c'erano le serate nella sua casina a piazza di Spagna. Gli abbiamo sempre voluto un bene che andava oltre i problemi che si vengono a creare in una squadra di calcio. Un laziale particolare, forse il più amato. Sono in difficoltà, l'ho saputo da poco, a parlarne non ci riesco. Tutti i ricordi affettuosi per lui sono il minimo che noi possiamo fare. Ho di lui un'immagine meravigliosa, speriamo che abbia nell'altro mondo tutte le fortune che non ha avuto qui. Lui è stato così tanto amato che le parole non servono a rendergli merito".
Felice Pulici a Repubblica.it. “Una grande compagno di squadra ed un grande amico. C’è poco da commentare, siamo sgomenti ed atterriti da questa notizia. Sono quel tipo di notizie che ti arrivano inaspettatamente, purtroppo non c’era un sentore di difficoltà, tranne che un’ischemia che aveva superato, sono queste le cose che avevo saputo”. Nonostante le oscure vicende extra calcistiche alle quali era coinvolto, i tifosi biancocelesti lo hanno sempre considerato una bandiera. “E’ stato sempre trasparente nel voler esprimere questa sua appartenenza, non c’è ombra di dubbio. Era riconoscente a questa squadra ed a questi colori, lo hanno fatto grande, se non grandissimo come giocatore. Ma gli ha creato anche qualche problema che, nonostante tutto, ha espresso questa sua voglia di riprendersi questi colori e questa società o quanto meno farvene parte”.
Fabio Capello al Messaggero. “Giorgione mi è rimasto vicino anche dopo che abbiamo smesso di giocare, lo sentivo spesso: per me era un amico vero. Il gol di Wembley che ci diede la prima vittoria in Inghilterra? È vero, nacque da una sua fuga sulla destra, io misi la palla dentro ma a pensarci adesso non me ne frega proprio niente. Piuttosto il mio ricordo va alle telefonate che mi faceva negli ultimi tempi per intervistarmi, con me si è sempre comportato bene: perdo una persona cara”.
Charlie Stillitano su Gazzetta dello Sport.it. Parla Charlie Stillitano, con cui Chinaglia da anni conduceva un programma radio .“Niente poteva far prevedere questa tragica fatalità. Lui è intervenuto per telefono anche mercoledì, giovedì e venerdì. E con Giorgio ho parlato anche ieri sera: abbiamo discusso delle partite della Juve e dell’Inter. Incredibile che oggi non ci sia più”.
New York Cosmos.com. “It is with a heavy heart that the New York Cosmos report that former Italy and Lazio Striker and New York Cosmos Legend, Giorgio Chinaglia has passed away this morning. Giorgio Chinaglia was one of the most exceptional soccer players to ever play in the United States and the New York Cosmos' greatest player ever. During his remarkable career with the Cosmos, Chinaglia won 4 NASL titles and scored 242 goals in 254 matches, making him the NASL's all-time leading scorer. Chinaglia was elected into the US National Soccer Hall of Fame in 2000. In 2010, with the revival of the New York Cosmos, Chinaglia became an ambassador of the club and was an integral part of ensuring the New York Cosmos past was never forgotten. Our condolences and thoughts are with Giorgio’s family at this time and we ask that you respect their privacy”.
“Con cuore pesante i New York Cosmos riportano che l’attaccante dell’Italia, della Lazio e leggenda dei New York Cosmos, Giorgio Chinaglia, è deceduto questa mattina. Giorgio Chinaglia era uno dei calciatori più eccezionali che abbiano mai giocato negli Stati Uniti e uno dei migliori giocatori che i New York Cosmos abbiano mai avuto. Nel corso della sua straordinaria carriera con il Cosmos, Chinaglia ha vinto 4 titoli NASL ed ha segnato 242 gol in 254 partite, diventando il capocannoniere di tutti i tempi del NASL. E’ stato eletto nella National Soccer Hall of Fame nel 2000. Nel 2010, con la rinascita dei New York Cosmos, è diventato un ambasciatore del club ed è stato parte integrante garantendo che il Cosmos non fosse mai dimenticato. Le nostre condoglianze ed i nostri pensieri vanno in questo momento alla famiglia di Giorgio e vi chiediamo di rispettare la loro privacy”.
LA SUA ULTIMA INTERVISTA A TUTTOMERCATOWEB (FEBBRAIO 2012)
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