mercoledì 19 settembre 2012

ATTACCO ALL'AMERICA:QUATTRO DIVERSI ATTENTATI TERRORISTICI SCUOTONO IL PAESE CADONO LE TORRI GEMELLE (11/09/2001)

Di Giampaolo Carboni.
Gli attentati sono stati quattro attacchi suicidi da parte di terroristi di al-Qāʿida contro obiettivi civili e militari nel territorio degli Stati Uniti d'America.La mattina,diciannove affiliati all'organizzazione terroristica di matrice islamica al-Qāʿida dirottarono quattro voli civili commerciali.
I dirottatori fecero intenzionalmente schiantare due degli aerei sulle torri uno e due del World Trade Center di New York, causando poco dopo il collasso di entrambi i grattacieli e conseguenti gravi danni agli edifici vicini. Il terzo aereo di linea fu fatto schiantare dai dirottatori contro il Pentagono. Il quarto aereo, diretto contro il Campidoglio o la Casa Bianca a Washington,si schiantò in un campo vicino Shanksville, nella Contea di Somerset (Pennsylvania),dopo che i passeggeri e i membri dell'equipaggio tentarono,senza riuscirci,di riprendere il controllo del velivolo.Gli attacchi terroristici dell'11 settembre causarono circa tremila vittime.Nell'attacco alle torri gemelle morirono duemilasettecentocinquantadue persone, tra queste trecentoquantatre vigili del fuoco e sessanta poliziotti.La maggior parte delle vittime erano civili di settanta diverse nazionalità. Gli attacchi ebbero grandi conseguenze a livello mondiale: gli Stati Uniti d'America risposero dichiarando la "Guerra al terrorismo" e attaccando l'Afghanistan controllato dai Talebani, accusati di aver volontariamente ospitato i terroristi. Il parlamento statunitense approvò lo Usa Patriot Act mentre altri stati rafforzarono la loro legislazione anti-terroristica, incrementando i poteri di polizia. Le borse rimasero chiuse quasi per una settimana, registrando enormi perdite subito dopo la riapertura, con quelle maggiori fatte registrare dalle compagnie aeree e di assicurazioni. L'economia della Lower Manhattan si fermò per via della distruzione di uffici del valore di miliardi di dollari.I danni subiti dal Pentagono furono riparati dopo un anno e un piccolo monumento commemorativo fu costruito sul luogo. La ricostruzione del World Trade Center è invece stata più problematica, a seguito di controversie sorte riguardo ai possibili progetti e sui tempi necessari al loro completamento. La scelta della Freedom Tower per la ricostruzione del sito ha subito ampie critiche, conducendo all'abbandono di alcune parti del progetto originario.

GLI ATTACCHI 


Il mattino,diciannove terroristi dirottarono quattro aerei di linea passeggeri in viaggio verso la California dagli aeroporti Logan (di Boston), Washington Dulles (di Dulles, ma utilizzato per voli da Washington) e Newark (in New Jersey ma che serve anche New York).I dirottatori condussero due aeroplani modello Boeing 767,il volo American Airlines 11 e il volo United Airlines 175,a schiantarsi contro le Torri nord e sud del World Trade Center.Un altro gruppo di dirottatori condusse il volo American Airlines 77 a schiantarsi contro il Pentagono, mentre un quarto volo,lo United Airlines 93,col quale i terroristi intendevano colpire il Campidoglio o la Casa Bianca a Washington,precipitò al suolo nei pressi di Shanksville, in Pennsylvania.

Nel corso del dirottamento, alcuni passeggeri e membri dell'equipaggio furono in grado di effettuare chiamate con l'apparecchio radiotelefonico aria-superficie della Gte e con i telefoni cellulari ed affermarono che diversi dirottatori erano a bordo di ciascun aeroplano e che i terroristi avevano preso il controllo dei velivoli usando coltelli e taglierini per uccidere alcuni assistenti di volo e almeno un pilota o un passeggero, tra cui il comandante del volo 11,John Ogonowski;la Commissione d'indagine sugli attentati dell'11 settembre 2001 stabilì che due dei dirottatori avevano recentemente acquistato attrezzi multifunzione di marca Leatherman. Qualche tipo di spray nocivo, come gas lacrimogeno o spray al peperoncino, sarebbe stato utilizzato sui voli American 11 e United 175 per tenere i passeggeri fuori dalla cabina di prima classe.Un assistente di volo dell'American Airlines 11, un passeggero del volo 175 e alcuni passeggeri del volo 93 riferirono che i dirottatori avevano delle bombe, ma uno dei passeggeri disse anche di ritenere che si trattasse di ordigni inerti. Nessuna traccia di esplosivi fu trovata sui luoghi degli impatti. Il Rapporto della Commissione sull'11 settembre afferma che le bombe erano probabilmente false.Sul volo United Airlines 93 le registrazioni della scatola nera hanno rivelato che l'equipaggio e i passeggeri tentarono di sottrarre il controllo dell'aereo ai dirottatori dopo aver saputo, per via telefonica, che altri aerei dirottati erano stati mandati a schiantare contro degli edifici, quella mattina. Secondo la trascrizione della registrazione, uno dei dirottatori diede l'ordine di virare il velivolo quando fu chiaro che ne avrebbero perso il controllo a causa dei passeggeri.Poco dopo, l'aeroplano si schiantò in un campo vicino Stonycreek, nella contea di Somerset (Pennsylvania), alle ore 10:03:11 ora locale (14:03:11 Utc). In una intervista rilasciata al giornalista di al Jazeera Yosri Foda, Khalid Shaykh Muhammad, dirigente di al-Qā‘ida, affermò che l'obiettivo del volo 93 era il Campidoglio di Washington, il cui nome in codice era «la facoltà di Legge».Tre edifici del complesso del World Trade Center collassarono a causa di danni strutturali, quel giorno.
La torre meridionale (denominata Wtc 2) crollò alle 9:59 circa, dopo un incendio di 56 minuti causato dall'impatto del volo United Airlines 175; la torre settentrionale (Wtc 1) collassò alle 10:28, dopo un incendio di circa 102 minuti.
La caduta di Wtc 1 produsse dei detriti che danneggiarono la vicina 7 World Trade Center (Wtc 7), la cui integrità strutturale fu ulteriormente compromessa dagli incendi, che portarono al crollo della penthouse est alle 17:20 ora locale di quello stesso giorno; l'intero edificio collassò completamente alle 17:21 ora locale.
Il National Institute of Standards and Technology promosse delle investigazioni sulle cause del collasso dei tre edifici, successivamente allargando le indagini sulle misure per la prevenzione del collasso progressivo, chiedendosi ad esempio se la progettazione aveva previsto la resistenza agli incendi e se era stato effettuato un rafforzamento delle strutture in acciaio. Il rapporto riguardo Wtc 1 e Wtc 2 fu terminato nell'ottobre 2005, mentre l'indagine sul Wtc 7 è stata pubblicata il 21 agosto 2008: il crollo dell'edificio è stato causato dalla dilatazione termica, prodotta dagli incendi incontrollati per ore, dell'acciaio della colonna primaria, la numero settantanove, il cui cedimento ha dato inizio ad un collasso progressivo delle strutture portanti vicine.Gli attacchi crearono grande confusione tra le agenzie di notizie e i controllori del traffico aereo in tutti gli Stati Uniti; a tutto il traffico aereo civile internazionale fu proibito di atterrare su terreno statunitense per tre giorni.
Gli aerei già in volo furono respinti o indirizzati agli aeroporti in Canada o Messico. Radio e televisioni diffusero notizie non confermate e spesso contraddittorie per tutto il giorno; una delle ricostruzioni più diffuse raccontava di una autobomba esplosa nella Segreteria di Stato degli Stati Uniti a Washington.Poco dopo aver annunciato per la prima volta l'incidente del Pentagono, la Cnn e altre emittenti raccontarono anche che un incendio era scoppiato al National Mall di Washington.Un altro rapporto fu diffuso dalla Associated Press, secondo il quale un Boeing 767 della Delta Air Lines, il volo 1989, era stato dirottato: anche questa notizia si rivelò poi un errore, in quanto si era effettivamente pensato che vi fosse quel pericolo, ma l'aereo rispose ai comandi dei controllori di volo e atterrò a Cleveland,Ohio.

LE VITTIME


Le vittime degli attentati furono duemilanovecentosettantaquattro (NELLA FOTO TUTTI I VOLTI DELLA TRAGEDIA),esclusi i diciannove dirottatori:duecentoquarantasei su quattro aeroplani, duemilaseicentotre a New York e centoventicinque al Pentagono. Altre ventiquattro persone sono ancora elencate tra i dispersi. Tutte le vittime erano civili a parte cinquantacinque militari uccisi al Pentagono. Furono più di novanta i paesi che persero cittadini negli attacchi al World Trade Center.Il Nist ha stimato che circa diciassettemilaquattrocento civili erano presenti nel complesso del World Trade Center al momento degli attacchi, mentre i dati sui turisti elaborati dalla Port Authority of New York and New Jersey (l'"Autorità portuale di New York e del New Jersey") suggeriscono una presenza media di quattordicimilacentocinquantaquattro persone sulle Torri Gemelle alle 8:45 del mattino.La gran parte delle persone al di sotto delle zone di impatto evacuò in sicurezza gli edifici, come pure 18 persone che si trovavano nella zona di impatto della torre meridionale;Al contrario, milletrecentosessantasei delle vittime si trovavano nella zona di impatto o nei piani superiori della torre settentrionale;secondo il Rapporto della Commissione, centinaia furono le vittime causate dall'impatto, mentre le restanti rimasero intrappolate e morirono a seguito del collasso della torre.Quasi seicento persone furono invece uccise dall'impatto o morirono intrappolate ai piani superiori nella torre meridionale.Almeno duecento persone saltarono dalle torri in fiamme e morirono, come raffigurato nella emblematica foto The Falling Man ("L'uomo che cade"), precipitando su strade e tetti degli edifici vicini, centinaia di metri più in basso.Alcune persone che si trovavano nelle torri al di sopra dei punti di impatto salirono fino ai tetti degli edifici sperando di essere salvati dagli elicotteri, ma le porte di accesso ai tetti erano chiuse; inoltre, non vi era alcun piano di salvataggio con elicotteri e, quella mattina dell'11 settembre, il fumo denso e l'elevato calore degli incendi avrebbe impedito agli elicotteri di effettuare manovre di soccorso.Le vittime tra i soccorritori furono quattrocentoundici. Il New York City Fire Department (i vigili del fuoco di New York) perse trecentoquarantuno vigili del fuoco e due paramedici;il New York City Police Department (la polizia di New York) perse ventitrè agenti,il Port Authority Police Department (la polizia portuale) trentasette. I servizi di emergenza medica privata persero altri otto tecnici e paramedici.La Cantor Fitzgerald L.p., una banca di investimenti i cui uffici si trovavano ai piani 101-105 del Wtc 1, perse 658 impiegati, più di qualunque altra azienda.La Marsh Inc., i cui uffici si trovavano immediatamente sotto quelli della Cantor Fitzgerald ai piani 93-101 (dove avvenne l'impatto del volo undici), perse duecentonovantacinque impiegati, mentre centosettantacinque furono le vittime tra i dipendenti della Aon Corporation.Dopo New York, lo stato che ebbe più vittime fu il New Jersey, con la città di Hoboken a registrare il maggior numero di morti.È stato possibile identificare i resti di sole milleseicento delle vittime del World Trade Center; gli uffici medici raccolsero anche «circa diecimila frammenti di ossa e tessuti non identificati, che non possono essere collegati alla lista dei decessi». Altri resti di ossa furono trovati ancora nel 2006, mentre gli operai approntavano il Deutsche Bank Building per la demolizione.La morte per malattie ai polmoni di alcune altre persone è stata fatta risalire alla respirazione delle polveri contenenti centinaia di composti tossici (quali amianto, mercurio, piombo, ecc.) causate dal collasso del World Trade Center. La gravità dell'inquinamento ambientale derivante da tali polveri,che investirono tutta la punta sud dell'isola di Manhattan,fu resa nota al grande pubblico solo a distanza di circa quattro anni dall'evento: sino ad allora le agenzie governative statunitensi avevano sottovalutato o nascosto il rischio ambientale, forse allo scopo di non causare ulteriore panico e di rendere più spediti i soccorsi, lo sgombero delle macerie, il ripristino delle normali attività della città così gravemente ferita.

DANNI

Oltre alle Torri gemelle, i due grattacieli da centodieci piani, numerosi altri edifici del World Trade Center furono distrutti o gravemente danneggiati,inclusi il 7 World Trade Center, il 6 World Trade Center, il 5 World Trade Center, il 4 World Trade Center, il Marriott World Trade Center e la chiesa greco ortodossa di St Nicholas.Il Deutsche Bank Building, situato al di là della Liberty Street rispetto al complesso del World Trade Center, è attualmente in demolizione, in quanto l'ambiente all'interno dell'edificio è tossico e inabitabile.

La Fiterman Hall del Borough of Manhattan Community College, situato al 30 West Broadway, ricevette gravi ed estesi danni durante gli attacchi e la sua demolizione è stata programmata.Altri edifici limitrofi, come il 90 West Street e il Verizon Building, subirono gravi danni, ma sono stati riparati.
Gli edifici del World Financial Center, la One Liberty Plaza, il Millenium Hilton, e 90 Church Street riportarono danni moderati.
Anche gli impianti di telecomunicazioni situati sulla torre settentrionale andarono distrutti, incluse le antenne di trasmissione radio e televisive e i ponti radio, ma le stazioni degli organi di informazioni re-instradarono rapidamente i segnali e ripresero le trasmissioni.Nella contea di Arlington, una porzione del Pentagono fu gravemente danneggiata dall'impatto e dal successivo incendio, e una sezione dell'edificio crollò.

OPERAZIONI DI SALVATAGGIO E SOCCORSO

Successivamente agli attacchi alle Torri gemelle,il New York City Fire Department inviò rapidamente sul sito duecento unità, pari a metà dell'organico del dipartimento, che furono aiutati da numerosi pompieri fuori-servizio e da personale dei pronto soccorso. Il New York City Police Department inviò delle unità speciali dette "Emergency Service Units" e altro personale.

Durante i soccorsi, i comandanti dei vigili del fuoco, della polizia e dell'Autorità portuale ebbero difficoltà a condividere le informazioni e a coordinare i loro sforzi,tanto che vi furono duplicazioni nelle ricerche dei civili dispersi invece che ricerche coordinate.Con la situazione che peggiorava, il dipartimento di polizia, che riceveva informazioni degli elicotteri in volo, fu in grado di diffondere l'ordine di evacuazione che permise a molti dei suoi agenti di allontanarsi prima del crollo degli edifici;tuttavia,poiché i sistemi di comunicazione radio dei dipartimenti di polizia e di vigili del fuoco erano incompatibili, questa informazione non fu inoltrata ai comandi dei vigili del fuoco. Dopo il collasso della prima torre, i comandanti dei vigili del fuoco trovarono difficoltà a inviare gli ordini di evacuazione ai pompieri all'interno della torre, a causa del malfunzionamento dei sistemi di trasmissione all'interno del World Trade Center. Persino le chiamate al 911 (il servizio di emergenza) non furono correttamente inoltrate.Una enorme operazione di ricerca e salvataggio fu lanciata dopo poche ore dagli attacchi; le operazioni cessarono alcuni mesi dopo.


AGGIORNAMENTO DEL 10/10/2013

11 SETTEMBRE:ORA L'AMERICA SA CHE IL GOVERNO HA MENTITO

Hanno davvero assassinato tremila innocenti per poi avere l’alibi per invadere il mondo? I retroscena sull’11 Settembre, ancora giudicati “puro delirio cospirazionista” dal mainstream, stanno facendo passi da gigante: di fronte all’aggressione della Siria, l’ex deputato Dennis Kucinich ha detto che gli Stati Uniti «diventeranno ufficialmente l’aeronautica militare di Al-Qaeda», ma l’America ne ha avuto abbastanza: nove americani su dieci erano contrari all’invasione. E a proposito dell’11 Settembre, un incredibile 84% delle persone oggi dice che il governo sta mentendo. «Disponiamo di precedenti documentati storicamente che dimostrano come il governo sia pronto a commettere i peggiori crimini contro la propria stessa popolazione». Grazie a “Consensus 9/11”, il board di tecnici indipendenti che ha smontato la verità ufficiale, emerge in tutta la sua minacciosa potenza la tesi peggiore, quella della strategia della tensione: senza esplosivo, le Torri Gemelle non sarebbero mai crollate. Lo dicono ex funzionari dell’intelligence, ingegneri, vigili del fuoco. Sconcertante, per dovizia di particolari, il reportage trasmesso l’8 settembre 2013 da “Russia Today”, il network televisivo “all news” di Mosca, in una Il dolore dei familiari delle vittime dell'11 Settembretrasmissione in lingua inglese molto seguita negli Usa, trascritta testualmente da “Global Research”, il centro studi canadese di geopolitica coordinato dal professor Michel Chossudovsky. «Alti funzionari – spiega il conduttore di “Rt”, Daniel Bushell – dicono che la Casa Bianca stia dietro il terrorismo contro la stessa popolazione americana», esibendo nuove prove sull’11 Settembre. «Per decenni, atti di terrorismo di cui si è attribuita la responsabilità ad “estremisti” sono stati in realtà pianificati e finanziati dalla Casa Bianca». Secondo l’ex capo della Cia, Bill Colby, l’organizzazione denominata Gladio – tristemente nota in Italia – ha rappresentato «un’operazione di primaria importanza». Nel corso di una testimonianza sotto giuramento, uno dei cospiratori ha confessato: «Tu devi attaccare i civili, la gente, le donne, i bambini, lontano da qualunque gioco Daniel Bushell, di Rtpolitico, in modo che le autorità possano dichiarare uno stato di emergenza». Un affare «più grosso del Watergate», l’ha definito Dennis Saccher, dell’Fbi, riferendosi al supporto che gli Usa hanno dato ai leader di Al-Qaeda fino al 2001, mentre “Veterans Today” scrive che la cosa va avanti ancora oggi. L’ex funzionario dissidente dell’Fbi Siebel Edmonds ha svelato la verità sugli «innumerevoli meeting» in cui, regolarmente, rappresentanti del governoUsa e l’allora numero due di Al-Qaeda e oggi suo leader, l’egiziano Ayman Al-Zawahiri, si incontravano fino a poco prima del settembre 2001. Già a luglio di quell’anno, agenti dell’Fbi che si erano messi sulle tracce dei futuri attentatori delle Torri sono stati esclusi dalle indagini e minacciati di procedimento disciplinare. Nell’estate del 2001, dopo che alcuni agenti avevano arrestato Mohammed Khalifa, direttamente collegato al terrorista Ramzi Yousef (uomo incluso nella lista dei terroristi più ricercati dagli Usa), il segretario di Stato in persona Kevin Barrettintervenne perché Khalifa fosse immediatamente trasferito in Arabia Saudita, dove fu rilasciato. «Questo è esattamente quel che è in realtà Al-Qaeda: il burattino delle agenzie di intelligence dell’Occidente», sostiene Kevin Barrett, autore del libro “Questioning the War on Terror”. «Lo abbiamo sentito dire da Mohamed Heikal, che è il più importante commentatore politico del mondo arabo». Subito dopo l’11 Settembre, Heikal ha dichiarato che la storia ufficiale degli attentati alle Torri era semplicemente ridicola. «Heikal ha detto che quando lui era ai più alti livelli di governo in Europa, era la persona che aveva il compito, essenzialmente, di operare come infiltrato e dirigere, virtualmente, la cosiddetta Al-Qaeda. Ci ha detto che Al-Qaeda è piena di gente dell’intelligence saudita, americana, israeliana e naturalmente egiziana, e che come organizzazione terroristica, da sola, non sarebbe in grado di fare praticamente nulla». Secondo Nafeez Ahmed, uno dei più importanti studiosi di terrorismo, è sconcertante l’episodio vissuto in Turchia alla vigilia degli attentati: stupefatti, i poliziotti turchi, che l’uomo appena arrestato come “terrorista islamico” non pregasse mai e gradisse la carne di maiale. «Scusa, pensavamo che fossi un musulmano integralista». E lui, ridendo: «Ma no, è solo una strategia della tensione». Motivazioni che quest’anno hanno portato gli analisti indipendenti e i parenti delle vittime a sfidare apertamente il governo Obama e il mainstream, esibendo a Times Square una grande insegna per denunciare il dettaglio più strano della strage di New York: il crollo della terza torre, chiamata Wtc-7, collassata in caduta libera «sgonfiandosi come un pancake» nonostante si trovasse a diversi isolati di distanza dagli edifici colpiti dagli aerei. «Questa è fisica di alta scuola», denuncia l’ingegnere strutturale Roland Angle nel video “ReThink911”. Rincara la dose un collega, Jonathan Smolens: «Un edificio non può collassare in caduta libera con quarantamila tonnellate di strutture di acciaio, e con tutti i suoi sistemi strutturali interni, se non viene fatto esplodere con una demolizione controllata». La versione del governo, ricorda “Rt”, è che il fuoco degli incendi sviluppatisi all’internoJon Coledegli uffici ha fatto in modo che l’acciaio delle 84 colonne si indebolisse e cedesse allo stesso momento. Dunque, chi è stato? «Posso dirvi chi non è stato: di sicuro, non i 19 presunti dirottatori degli aerei», afferma Jon Cole, uno delle migliaia di esperti indipendenti che fanno parte di “Architects and Engineers for 9/11 Truth”. «È impossibile che quell’acciaio possa essere stato fuso dagli incendi degli uffici, o dal carburante degli aerei, o dal collasso stesso. È fisicamente impossibile, non può essere riprodotto in via sperimentale. Sfida le leggi della fisica. Se mettiamo da parte la politica, le nostre credenze e la religione, e ci limitiamo a utilizzare il metodo scientifico, il Wtc-7 è, di base, un classico caso di demolizione controllata in cui un edificio collassa su se stesso in caduta libera, e precipita dritto dritto sulla propria superficie di appoggio. Questa è l’unica spiegazione che possa essere coerente con tutte le prove disponibili: la nano-termite, le microsfere di ferro, le alte temperature rilevate nelle macerie, la caduta libera e l’accelerazione uniforme delle torri, che sono venute giù con velocità costante e uniforme, senza strattoni o scatti neanche quando le parti superiori cedevano su quelle sottostanti». Se non ci sono variazioni nella velocità di caduta, continua Cole, la ragione non può che essere questa: «Qualcosa, all’interno, ha fatto esplodere le torri, permettendo di accelerare uniformemente verso il basso: l’unica cosa che ha senso, dal punto di vista scientifico, è che le torri sono state fatte esplodere». Il tecnico ha preso di mira i siti web del “National Geographic” e “Popular Mechanics”, che hanno tentato disperatamente di dimostrare come 80 chili di nano-termite militare non avrebbero potuto spezzare le colonne d’acciaio della struttura delle torri. Jon Cole lo ha fatto, usandone appena mezzo chilo. La nota ricercatrice Elizabeth Woodworth, scesa in campo con il gruppo “Consensus 9/11”, conferma che il loro metodo è quello di utilizzare le migliori pratiche della comunità scientifica, e sui risultati non ha dubbi: il governo ha mentito, sempre “coperto” dalla pervicace reticenza dei media. «Se le persone sapessero di queste ricerche, e le conoscessero, le troverebbero convincenti. Non s’è mai visto nessuno che Elizabeth Woodworthabbia esaminato queste prove e che non abbia condiviso le conclusioni dei nostri studi, senza più cambiare idea». Quantomeno, “Consensus 9/11” è riuscito a far modificare la versione ufficiale del governo, che oggi ammette che la terza torre, il Wtc-7, sia effettivamente collassata in caduta libera. David Chandler, un abile sviluppatore di modelli, ha dimostrato che i piani superiori sono precipitati senza incontrare alcuna resistenza. «C’è un solo modo in cui ciò possa accadere, ed è quello di far sì che tutte le 84 colonne portanti siano rotte allo stesso momento esatto», spiega Elizabeth Woodworth. Un altro tecnico, il dottor Graeme Mc Queen, ha potuto avere accesso ai dati del corpo dei vigili del fuoco di New York registrati nei giorni dell’attentato. «Abbiamo quasi diecimila pagine di materiale importantissimo, che raccoglie le dichiarazioni di testimoni oculari, e tra questi – racconta Mc Queen – ho potuto individuare 118 persone che hanno distintamente percepito esplosioni». A parlare sono «vigili del fuoco che hanno dimestichezza con incendi ai piani alti, e che sono abituati a incontrare fumo, esplosioni, caldaie, e tuttavia anche loro usano parole come “bombe”: sono parole che non corrispondono alle cose che ci si aspetterebbe di trovare in un incendio». Tra chi pretende uno straccio di verità, dopo 12 anni di versioni ufficiali che rasentano il ridicolo, c’è chi ha perso i propri parenti nella strage di Manhattan. Bob Mc Ilvane, ad esempio, vuole sapere perché l’autopsia del corpo di suo figlio Bobby ha stabilito che le ferite mortali per cui è morto nella Torre Nord non siano affatto coerenti con le fiamme di un incendio, ma con gli esplosivi. Eppure, la conduttrice di un programma popolarissimo come Rachel Maddow lo ha appena deriso, sostenendo che l’uomo non è solo “un cospirazionista”, ma forse anche un infiltrato di Al-Qaeda. «Tutte queste nefande cospirazioni su trame del governo per uccidere, complottare e nascondere l’autentica verità, voglio dire, questa roba sarà ridicola, come è sempre stata, ma è tanto ridicola quanto pericolosa», ha detto la Maddow nel suo show sulla rete “Nbc”. «Mio figlio è morto, ed è morto a causa diBob Mc Ilvaneun’esplosione: posso provarlo oltre ogni ragionevole dubbio», protesta il padre di Bobby. «Se però volessi dimostrarlo in un’aula di giustizia, queste prove non potrebbero essere accettate», aggiunge Bob Mc Ilvane ai microfoni di “Russia Today”, perché l’establishment non sarebbe in grado di reggere all’imbarazzo. «E qui è il punto in cui abbiamo il nostro problema: quando io dico, “bene, questo è stato un lavoro dall’interno, mio figlio è morto per un lavoro sporco della nostra amministrazione, perché qualcuno ha messo delle bombe e le ha fatte esplodere”». Se il suo primo “nemico” è la Casa Bianca, il secondo è l’anchorwoman Rachel Maddow. «Vorrei farla sedere in questa stanza, e farle vedere quello che ho fatto vedere a voi, e poi le direi: “Tu, brutta stronza, adesso dimmi che sono un teorico della cospirazione”. Questo veramente dimostra quanto faccia schifo il nostrosistema dei media. Non voglio definirla una puttana, ma è una puttana dell’informazione. Guadagna più di un milione di dollari, e dice quello che le ordinano di dire». Una giornalista di Philadelphia è stata molto franca col padre di Bobby. Gli ha detto: «Lo sai bene Bob, come reporter, io sono il problema, perché noi perdiamo il posto. Se io porto questa piccola cosa che tu mi hai appena detto al mio caporedattore, lui la cestinerà immediatamente. Quindi ti dico molto chiaramente che io non posso Rachel Maddowprendere la tua storia e scriverla. I padroni dei media non lo permetterebbero». La stampa non ne parla, perché significherebbe instillare un dubbio nella testa delle persone. Di chi è la colpa di tutto questo? «Il popolo degli Stati Uniti ha le sue responsabilità – dice Bob Mc Ilvane – perché la gente vuole solo credere e sentirsi dire che siamo brava gente, che siamo un paese eccezionale, ed è proprio questo che fa il governo, è molto machiavellico». Il padre di Bobby va oltre, guarda al resto del mondo: «Ora abbiamo la nostra Guerra al Terrore senza fine. Io so che cosa stanno passando queste persone in Iraq, Siria, Libia, Afghanistan, perché tutti loro stanno perdendo i loro bambini. E alla fine, di questo si tratta: tutti stanno perdendo i propri familiari. E’ inferno allo stato puro». Lo conferma Daniele Ganser, autore del libro “Gli eserciti segreti della Nato”. L’accusa: anche se i media continuano a non parlarne, è ormai provato e ufficialmente documentato che decenni di William Colby, ex direttore della Ciaattacchi terroristici contro la popolazione – compresi quelli realizzati da Gladio –sono stati in realtà organizzati dalla Cia, su ordine della Casa Bianca. «Grazie ai dati – dice Ganser – la gente comincia a capire che questo è effettivamente avvenuto». Ma c’è ancora un ostacolo psicologico: «E’ molto difficile credere che queste cose stiano ancora accadendo, perché si tratta di cattive notizie». Non è affatto piacevole prendere atto del fatto che «il terrorismo può essere manipolato al fine di prendere il controllo della popolazione, e di guidarla come se fosse un gregge di pecore, letteralmente. E se qualcuno ti dice che sei una pecora, che ti hanno ingannato e manipolato con operazioni terroristiche sotto falsa bandiera, bene, si tratta di cose che nessuno davvero vuole sentirsi dire». Proprio su questo sanno di poter contare, in partenza, gli eventuali organizzazioni di stragi: se la verità è troppo enorme perché sia accettata, è più facile che venga rimossa – è più rassicurante. «Strategia della tensione in realtà significa che tu fai esplodere una bomba, e dici che è stato il tuo nemico a farlo». Purtroppo non sono soltanto analisi storiche, come quelle (anche giudiziarie) sulle tragedie che hanno torturato l’Italia. «Le prove di cui oggi disponiamo – assicura Ganser – ci dicono che questa strategia non è finita, e sta andando avanti ancora oggi».


APOCALISSE SUGLI STATI UNITI

Di Vittorio Zucconi.

L'America è stata violentata in un atto di guerra che ha usato bombe umane e vite di americani, per ferirla a morte: sarebbero almento ventimila le vittime dell'attacco terroristico che ha polverizzato le Torri gemelle di Manhattan e mandato in fiamme il Pentagono. Bush si è impegnato col paese: "Prenderemo gli attentatori e risponderemo". Dieci ore dopo l'attacco contro New York e Washington, Kabul, la capitale dell'Afghanistan che ospita il terrorista bin Laden, è stata colpita da missili ma il Pentagono nega si tratti di un attacco Usa. Nulla, nella storia americana, aveva mai straziato la nazione come questa giornata di un Settembre nero senza eguali. Nessun nemico esterno aveva mai colpito l'America dall'aria e con tanta violenza, scegliendo i più ovvi, quasi banali simboli del suo potere economico, le due torri del commercio, e del suo potere politico, a Washington. Nessun aggressore era riuscito a paralizzare le reti di comunicazione, i telefoni cellulari, i trasporti aerei, il comando militare e politico, i ministeri, il Pentagono, le banche, le Borse come è facile fare in una società libera e aperta. E invece ieri, dopo il primo schianto dell'aereo di linea contro una torre del World Trade Center, a una a una le luci di Manhattan si sono spente, gli aeroporti, dall'Atlantico al Pacifico, si sono chiusi, i treni del metrò si sono fermati, il mercato dei cambi si è bloccato, Wall Street ha chiuso le porte, i palazzi di uffici sono stati evacuati, le scuole sono state chiuse, il Presidente si è rifugiato sul suo Air Force in volo, come previsto dallo scenario "Stranamore" dell'attacco nucleare ed è sceso il silenzio dello sbigottimento. Gli ospedali più sofisticati del mondo si sono trasformati in accampamenti da Caporetto di fronte alle migliaia di feriti e di moribondi che uscivano dalla polvere e che i luminari strappati ai loro studi eleganti di Park Avenue e accorsi nelle Emergency Room come studenti di medicina, dovevano condannare a morte, accettare o lasciare direttamente nel carnaio sui marciapiedi, dopo un'occhiata sbrigativa, come chirurghi di guerra al fronte. Sangue, sulle strade, tra le rovine, dappertutto, meno che nei luoghi dove servirebbe disperatamente, negli ospedali che invocano donatori. Tutto sembrava impossibile, tutto è invece accaduto in una mattina che ha visto, come tutte le mattine, alzarsi i quattromila voli commerciali che trasportano attraverso l'America la gente che va a lavorare e a vivere. Ma quattro di questi aerei portavano passeggeri sfuggiti a quella blanda, formale, apparentemente inutile griglia di sicurezza che serve soltanto ad annoiare gli innocenti e lascia evidentemente passare i dementi. Da Boston si era alzato il Boeing dell'American Airlines volo numero 11, un 767, diretto a Los Angeles. Sempre da Boston il volo United numero 175 per Los Angeles. Da Newark, uno dei tre aereoporti di New York, lo United Airlines 757 per San Francisco. Dal Dulles, l'aereoporto internazionale di Washington, un 757 dell'American Airlines, il numero 64, per la California. Nessuno di loro arriverà a destinazione: a bordo c'erano 256 persone tra passeggeri e membri degli equipaggi. Alle 8 e 42, il volo numero 11 punta il muso verso la prima delle due torri del World Trade Center. "Che fai, AA 11?", strilla il controllore di volo quando vede la traccia deviare di 90 gradi. "America 11, rispondi". E' una giornata splendida, limpida, di autunno perfetto, quelle giornate nelle quali i piloti degli aerei civili invitano i passeggeri ad ammirare la vista di Manhattan dal finestrino. Il volo 11 si infrange contro le vetrate all'altezza del settantacinquesimo piano, volando diritto, senza deviazioni, senza che nessuno possa fare nulla, nei 14 minuti trascorsi dal dirottamente allo schianto. Salvador Martinez, un lavavetri che stava uscendo dal palazzo, racconta di avere pensato al terremoto, come nel suo Nicaragua nativo. Sotto, i passanti stavano correndo verso Wall Street, vicinissima, le banche, i carretti degli hot dogs, la vita di tutti i giorni. Alzano gli occhi e guardano il grattacielo fumare in alto, una colonna nera vomitata come dal fumaiolo di una nave alla quale siano esplose le caldaie e stia per affondare. Ancora non lo sanno, ma Manhattan è un Titanic, e le due torri sono i suoi più alti fumaioli. Arrivano i primi furgoni delle TV locali, tutti pensano a un incidente, a un incendio, anche se erano 60 anni da quando un aereo, un bombardiere B25, aveva urtato un grattacielo a Manhattan, l'Empire State Building, e la visibilità era perfetta. Puntano gli obbiettivi verso la cima dei palazzi e nei loro visori i cameramen vedono qualcosa che neppure il più coriaceo di loro aveva mai visto. Un altro aereo, un 767 con i colori della United, sbuca e punta a 400 chilometri l'ora verso la seconda torre, 18 minuti dopo il primo. Qualcuno sta lottando, nella cabina di comando. L'aereo, carico di carburante come tutti quelli dirottati e scelti appunto per questo dagli assassini, vira e ondeggia, tenta di evitare la torre di cristallo, ma il terrorista vince. Per pochi metri, sbatte contro lo spigolo ed esplode in una bolla di fiamme rosse che New York non aveva più visto da quando il dirigibile Hindemburg bruciò in atterraggio, anche allora sotto lo sguardo di una cinepresa. Sono passate da poco le nove del mattino. Dall'aeroporto internazionale di Washington, il Dulles, si alza un 757 Boeing, un grosso aereo, verso Los Angeles. Anch'esso, serbatoi gonfi per le cinque ore di volo. Non arriva neppure in quota. Racconta un pilota civile, che stava per caso alla finestra del suo albergo, accanto al Pentagono: "Sento i jet atterrare e decollare normalmente, dall'aeroporto National, che è accanto al Pentagono, poi ascolto un rumore di motori troppo forte. Strano. Mi affaccio. Vedo un 757 volare bassissimo, fuori ogni rotta. Punta verso il Pentagono, lo vedo colpire alcuni pali della luce. Sotto i miei occhi, l'aereo si schianta nel parcheggio, vedo il muso sbriciolarsi a terra, le due ali continuare andando a sbattere contro la parete del Pentagono". Negli stessi istanti, a 200 chilometri da Washington, un 757 sorvola Pittsburgh, diretto anch'esso verso Ovest. E' in quota di volo, i passeggeri sorseggiano il caffè con le ciambelle dolci offerte dagli assistenti. Sul radar di Pittsburgh controllo, improvvisamente, l'aereo perde quota. I controllori ricevono il segnale segreto e inaudibile di "dirottamento" che il pilota o il secondo hanno azionato. Lo guardano scendere, risalire, scendere ancora in una picchiata a spirale, uno "spin" come si dice in gergo, dalla quale è impossibile riprendere il controllo di un bestione come quello. Capiscono quello che sta accadendo, perché un passeggero, chiuso nella toilette, ha chiamato con cellulare un numero di emergenza e sta gridando "ci hanno dirottato, ci hanno dirottato". Cinque minuti più tardi, il 757 si sbriciola tra i campi di granoturco di Somerset, contea accanto a Pittsburgh. Dice un esperto di aviazione: "Sono certo che il comandante ha capito la situazione e ha mandato in stallo e poi nella spirale fatale il suo aereo, per sacrificare sé stesso e i passeggeri e salvare migliaia di persone". Più tardi alcune fonti ipotizzeranno che i dirottatori volessero puntare su Camp David, il luogo simbolo degli accordi mediorientali. La guerra è appena cominciata. A New York, le due torri che pure avevano resistito alle bombe di terroristi islamici in passato, cedono, come torte nuziali alle quali sia stato portato via il supporto. Crolla la Torre nord per prima e qualcuno grida alla bomba atomica, perché si alza una nube di polvere a forma di fungo. Crolla dieci minuti dopo la Torre sud e la polvere inghiotte la città dei sogni e di Woody Allen, dei soldi e della statua della libertà in una nebbia che alla sera ancora coprirà downtown, il parco sulla punta, midtown fino al Central Park, le boutique dei ricchi, i marciapiedi dei barboni, la storia di una città metafora del mondo che paga oggi per l'odio del mondo. Ci sono normalmente dieci mila persone in ciascuna delle due torri, venti mila in tutto. Il World Trade Center è una piccola città, con un codice postale a parte. Oggi non esiste più. E' un cimitero popolato di cadaveri, di pompieri, di diecine di migliaia di persone che ora vagano per le vie di Manhattan coperte di polvere, stupefatte e furiose. "Bush ammazzali tutti, tutti" grida una giovane donna davanti a ogni microfono che riesce a trovare. Lo farà, se li troverà. E se uno stato, una nazione li protegge e li aiuta, "remember Hiroshima". Alla Cnn si dice che una lista di "obbiettivi per la rappresaglia" sia già pronta. Panico. Il Pentagono è colpito. Ventiquattromila militari, dai generali alle reclute, fuggono. Un'autobomba esplode davanti al Dipartimento di Stato. I simboli sono ovvi. Impazzano le voci. C'è un altro aereo dirottato che punta alla Casa Bianca, non è vero, ma si alzano i caccia, gli agenti del Servizio Segreto puntano i loro "stingers", i missili terra aria da spalle che il Pentagono diffuse tra i talibani afghani per abbattere gli aerei sovietici. Washington impazzisce. Bush che stava tornano dalla Florida alla Casa Bianca è dirottato, il suo Air Force One è tenuto in volo per ore, come vuole il protocollo nucleare. Atterra in una base militare in Luoisiana, poi in Nebraska, al comando strategico dei bombardieri, appena il tempo per pronunciare la sua promessa di "dare la caccia senza respiro e punire i vigliacchi senza volto". Soltanto a sera rientra a Washington per pronunciare un discorso in diretta alla nazione e rassicurarla contro aggressori che sembrano poter colpire a volontà, con un'organizzazione e un coordinamento che pare perfetto, e si fonda sulla cieca disperazione, sull'odio folle dei suicidi che la compongono. New York è in agonia. Washington annaspa, evacua tutti gli edifici pubblici, i templi del potere, il Dipartimento di Stato, il Tesoro, la Federal Reserve, la zecca dove si stampano i dollari, poi quelli privati, le scuole. Il sindaco dichiara lo stato d'emergenza. Giuliani, a New York, vaga coperto di polvere, fingendo di guidare i soccorsi, per il "morale" della popolazione. La gente, i civili, si chiudono in casa a guardare la TV e a sbigottire. Nessuno, in questa nazione che si credeva invulnerabile, si sente più sicuro. E questo era l'obiettivo del primo giorno di guerra. Tutto chiude. Aeroporti chiusi, almeno fino a tutto oggi. Stazioni ferroviarie. Borse, anche per evitare il sicuro collasso di un mercato già agonizzante. Banche. Scuole. Madri corrono verso asili ed elementari a raccogliere i figli piccoli, a fare piani con le altre madri, a dare l'assalto a supermercati per comperare acqua, scatolami, latte. La sola luce accesa in una nazione che precipita in una sorta di oscuramento psicologico e morale è il focolare freddo degli schermi TV al quale ci si scalda le mani senza tepore, aspettando una spiegazione, una ragione, un conforto, anche in quel Bush che sembrava tanto fiacco, tanto leggero, tanto estraneo nel suo disprezzo per il resto del mondo ma che è l'unico salvagente al quale aggrapparsi ora per vendicare lo stupro. "Oggi siamo tutti elettori di Bush" va a dire al focolare freddo della Tv il senatore democratico Dodd, che fino a ieri giudicava il Presidente "un simpatico imbecille". I telefonini saltano, insieme con le antenne che precipitano dai palazzi, travolti dalla valanga di chiamate. I server di Internet si strozzano nella marea di traffico on line e la gente a Washington fa la fila davanti ai pochi telefoni "hard", pubblici, alle cabine sopravvissute alla valanga dei cellulari, e sembra un'amarissima rivincita della "vecchia economia" su quella "nuova". Rudi Giuliani va in TV a dire che "l'incubo che tutti abbiamo avuto si é avverato, ma sopravviveremo". "Si butta, si butta" gridavano i passanti a Manhattan vedendo gli abitanti delle torri in fiamme lanciarsi di sotto, verso una morte sicura, "crolla, crolla" gridano i passanti quando un altro pezzo viene giù dalle rovine e questa sera guardano il cielo, temendo che porti un altro aereo carico di orrore, come altre generazioni in altri continenti guardavano il buio temendo l'arrivo di bombardieri. Ma il cielo è vuoto, per ora. Volano soltanto l'Air Force one e stormi di caccia F16 ed F14 che incrociano su Washington e New York, più per rassicurare che per proteggere davvero. Finisce il giorno del grande stupro e per ora non c'è piú niente da raccontare. Tranne una cosa: oggi, i bambini di New York cercheranno di tornare a scuola, ha promesso Giuliani. E speriamo che sia vero. Nulla come vivere il coraggio della normalità, disarma i miserabili del terrorismo.

(Da "La Repubblica")

AGGIORNAMENTO DEL 06/03/2007

Anche Mohammed Atta, capo del commando suicida che ha dirottato il volo American Airlines 11, portandolo a schiantarsi contro la torre Nord del World Trade Center l'11 settembre 2001, due giorni prima dell'attentato aveva usato il circuito «money transfer» per restituire il denaro non usato durante la preparazione dell'attacco. I soldi, per la precisione duemilaottocentosessanta dollari, vennero spediti dal terrorista dagli Stati Uniti a Dubai, negli Emirati Arabi. Il riferimento ad Atta è stato fatto nel corso della presentazione dei risultati dell'operazione «Easy Money» della Guardia di finanza, a riprova delle possibilità di utilizzo di questo circuito di movimentazione parallelo di denaro anche da soggetti legati al terrorismo internazionale. Atta inviò i soldi a Dubai a un intestatario che risponde al nome Mustafa Ahmed spiegando poi che il sistema del «money transfer» era considerato dalle cellule terroriste il «più sicuro».

(Da "Il Giornale")


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