lunedì 13 maggio 2013

CALCIO CAMPIONATO JUGOSLAVO:INCIDENTI NELLA PARTITA STELLA ROSSA-DINAMO ZAGABRIA (13/05/1990)

Di Giampaolo Carboni.
Gli incidenti della partita tra Dinamo Zagabria e Stella Rossa di Belgrado sono un episodio di guerriglia calcistica avvenuto allo stadio Maksimir di Zagabria tra gli ultras della Dinamo Zagreb (Bbb - Bad Blue Boys) e quelli della Stella Rossa Belgrado (Delije).I due club per anni erano stati ai vertici del campionato jugoslavo e molto spesso si contendevano il titolo. L'atteso incontro tuttavia non venne neanche giocato a causa dei disordini in atto sugli spalti. Gli scontri ebbero luogo in un momento cruciale per l'ex Jugoslavia: sette giorni prima si era infatti tenuto il secondo turno di elezioni in Croazia, con la vittoria dell'Unione Democratica Croata (Hdz) di Franjo Tuđman. Con questo esito la Slovenia e la Croazia, guidate da gruppi politici nuovi, erano saliti in testa al piano di riorganizzazione della Jugoslavia in una confederazione. Tale progetto aveva i suoi oppositori più accesi in Serbia e in particolare nel cosiddetto partito socialista di Milošević. I tumulti di Zagabria provocarono sessanta feriti. Le due squadre (e le rispettive tifoserie) nutrivano una reciproca rivalità da sempre, ma ad essa si aggiunsero delle tensioni nazionali extracalcistiche. Prima della partita giunsero a Zagabria circa tremila Delije che all'epoca erano guidati da Željko Ražnatović (in seguito noto, con il nome di Arkan, come criminale di guerra alla guida di gruppi paramilitari durante il conflitto jugoslavo) che si disse entusiasta di essere presente alla gara (comunque non confermato). Allo stadio erano presenti complessivamente tra i quindicimila ed i ventimila spettatori. Alcune ore prima della partita si sono registrati numerosi atti vandalici da parte della tifoseria della Stella Rossa. Lo scontro vero e proprio si verificò nello stadio Maksimir. I tifosi di Belgrado, isolati nel proprio settore, iniziarono a strappare cartelloni pubblicitari e a inveire contro la tifoseria avversaria con cori da stadio offensivi (Zagabria è Serbia, Uccideremo Tuđman) fino ad arrivare a veri e propri aggressioni con coltelli e sedie. La polizia, a maggioranza serba (e quindi tollerante verso i tifosi ospiti), caricò presto i tifosi della Dinamo, servendosi di manganelli e di gas lacrimogeni. Questi reagirono invadendo il terreno di gioco e raggiunsero gli ultrà serbi. La situazione precipitò e la polizia ordinò l'intervento dei reparti antisommossa, delle autoblindate e dei cannoni ad acqua. Gli scontri divampati dentro lo stadio si estesero anche fuori, per poi terminare dopo un'ora.Durante gli scontri alcuni giocatori della Dinamo rimasero feriti sul campo, mentre i calciatori della Stella Rossa riuscirono a rifugiarsi negli spogliatoi e a fuggire con un elicottero militare. Le riprese televisive rivelarono che, nel corso degli incidenti, il capitano della Dinamo Zagabria Zvonimir Boban sferrò un calcio a un agente di polizia che stava picchiando un sostenitore della sua squadra: pur venendo preso di mira, fu tratto in salvo da alcuni tifosi e dirigenti della Dinamo.Il gesto ebbe una larga eco e Boban divenne per i croati una sorta di eroe nazionale, mentre i serbi lo bollarono come nazionalista. La Federcalcio jugoslava lo sospese per nove mesi e lo condannò a pagare le spese processuali.Qualche anno più tardi l'agente aggredito (che risultò essere un musulmano bosniaco) perdonò pubblicamente il gesto di Boban. Commentando la propria reazione Boban dichiarò: "(...) posso solo dire che ho reagito a una grande ingiustizia, così chiara che uno (...) semplicemente non poteva rimanere indifferente e non reagire in nessun modo. (...) Ci furono sicuramente anche da parte mia abbastanza provocazioni, prima che l'agente di polizia mi colpisse e io gli restituissi il colpo (...)". Tale avvenimento fu in seguito indicato come il preludio alla guerra d'indipendenza croata nonché uno degli episodi più emblematici della fine della Jugoslavia. 

"Non ci vidi più. Mi avventai su un poliziotto e gli gridai: Vergognatevi. State massacrando i bambini.” Lui mi colpì due volte urlando: Brutto figlio di puttana. Sei come tutti gli altri! A quel punto ebbi una reazione d’istinto. Gli fratturai la mascella con una ginocchiata".

ZVONIMIR BOBAN


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