Di Giampaolo Carboni.
Partiva con oltre un'ora e mezzo di ritardo dalla maglia rosa, se ne stava in disparte da ogni pronostico ma oggi Maxim Belkov (NELLA FOTO ESULTANTE IN PROSSIMITA' DEL TRAGUARDO) è stato il mattatore ed autentico protagonista della frazione con una grande azione poderosa,una pedalata d'altri tempi che va segnalata senza dubbio per lo scandire regolare del passo che lo ha portato in solitaria a tagliare il traguardo della città fiorentina. Dietro, arriva a braccia alzate il Betancur: il colombiano, cosa già successa a Filippo Pozzato al Giro del Lazio, pensa di aver vinto e rimedia la classica figuraccia: "Le radioline non funzionavano quando ho attaccato, pensavo proprio di aver vinto". Belkov e Betancur a parte, è sempre più particolare questo Giro, anche dal punto di vista meteo. A Firenze in mattinata c'è il sole, buono per gli occhialoni neri che nascondono l'anima tetra di Wiggins. E il tempo non è malaccio neanche all'arrivo. Ma sul percorso l'acqua cade a secchi sull'asfalto, e il baronetto diventa di nuovo piccolo piccolo. Non c'è neanche bisogno dell'attacco dell'Astana, scorta fedele alla maglia rosa di Nibali, che controlla la situazione. Fair play da rosa? Macchè: "lo abbiamo saputo in ritardo, la nostra ammiraglia era ultima perchè abbiamo preso una multa quando sono caduto e abbiamo saputo troppo tardi di quello che stava succedendo - spiega Nibali -. E' stata una tappa più dura del previsto per le condizioni del tempo. A un certo punto è arrivato anche il freddo ma ci siamo coperti bene anche se la squadra si è stancata per tenere la fuga entro i sei minuti limite che avevamo previsto. Alla fine, comunque, è andata bene".
Acqua e discesa dopo Vallombrosa, ingredienti avariati per la tavola del sir, sempre più prigioniero di se stesso. Wiggo alla fine rientra, ma ovviamente le perplessità restano. E poi Hesjedal. Sullo strappo verso Fiesole si affloscia e finisce per regalare agli altri big oltre un minuto. Ma allora quelle dimostrazioni del terzo giorno, verso Marina d'Ascea? Mistero, o forse consapevolezza di non averne. "Il nervosismo degli uomini in fuga" è il titolo dell'attacco di giornata. I più 'cattivi' sono i colombiani, hombres de sangre caliente. Pantano discute con Proni per un cambio non dato: corpo a corpo evitato dal provvidenziale monito della giuria. Chalapud, tipetto che in compagnia soffre, se la prende con Pirazzi dopo lo sprint in salita sul primo GPM della giornata, il Passo della Consuma. Sullo sfondo, i punti per la maglia azzurra del miglior scalatore, un traguardo che stuzzica parecchio i latinos e che interessa parecchio a Visconti, anch'egli in fuga. Alla fine per litigare, tutti buttano energie a iosa e si giocano la tappa. Comunque, cose che succedono, persino ai gentleman: Cadel Evans una volta, verso la leopardiana Recanati, scazzottò poco poeticamente con Righi. Ne approfittiamo per consiglio, valido per tutti: non stuzzicate il franco algerino Bouhanni, lui la preparazione la inizia sempre in una palestra di boxe. Della fuga fanno parte parecchi altri uomini. Oltre ai litigiosi, il futuro vincitore Belkov, che nel freddo e nella pioggia si trova a suo agio. C'è il giovanissimo Ludvigsson (compagno di squadra di Degenkolb e del sempre presente cinese, anche se ritirato, Ji Cheng) e Manuel Garate. Lo spagnolo parecchi anni fa vinceva tapponi alpini (Passo San Pellegrino, nel primo giro di Basso), stavolta porta un'insidia virtuale - che non diventa reale - alla rosa. Corse parallele. Nibali controlla la rosa da vero capitano, dettando il ritmi a Kangert e compagnia. Wiggins si salva ancora una volta, Hesjedal no. Belkov invece vince con saggezza. L'azione decisiva in discesa dopo Vallombrosa approfittando delle scaramucce tra Pirazzi e Chalapud, poi respinge l'assalto finale di Pantano e Ludvigsson: amministra in salita, dà tutto in pianura. Per lui parlano le origini: è Izevsk, la città di Pavel Tonkov, uno che qualcosina ha vinto.
ORDINE D'ARRIVO
1. Maxim Belkov (Rus) in 4h31'31" (+32" abbuono) (media 38,008 km/h)
2. Carlos A. G. Betancur (Col) a 00'44" (+12" abbuono)
3. Jarlinson Pantano (Col) a 00'46" (+10" abbuono)
4. Tobias Ludvigsson (Sve) a 00'54"
5. Cadel Evans (Aus) a 01'03"
6. Benat E. Intxausti (Spa) s.t.
7. Danilo Di Luca (Ita) s.t.
8. Mauro Santambrogio (Ita) s.t.
9. Damiano Caruso (Ita) s.t.
10. Vincenzo Nibali (Ita) s.t.
11. Przemyslaw Niemiec (Pol) s.t.
12. Gianluca Brambilla (Ita) s.t.
13. Samuel Gonzalez Sanchez (Spa) s.t.
14. Robert Kiserlovski (Cro) s.t.
15. Luis S. Henao Montoya (Col) s.t.
16. Robert Gesink (Ola) s.t.
17. Michele Scarponi (Ita) s.t.
18. Tanel Kangert (Est) s.t.
24. Bradley Wiggins (Gbr) s.t.
49. Ryder Hesjedal (Can) a 02'09"
LA CLASSIFICA GENERALE
1. Vincenzo Nibali (Ita) in 34h19'31" (media 40,529 km/h)
2. Cadel Evans (Aus) a 00'29"
3. Robert Gesink (Ola) a 01'15"
4. Bradley Wiggins (Gbr) a 01'16"
5. Michele Scarponi (Ita) a 01'24"
6. Luis Sergio Montoya Henao (Col) a 02'11"
7. Mauro Santambrogio (Ita) a 02'43"
8. Przemyslaw Niemiec (Pol) a 02'44"
9. Rigoberto Uran Uran (Col) a 02'49"
10. Tanel Kangert (Est) a 03'02"
11. Ryder Hesjedal (Can) a 03'11"
12. Wilco Kelderman (Ola) a 03'26"
13. Benat Elorriaga Intxausti (Spa) a 03'36"
14. Samuel Gonzalez Sanchez (Spa) a 03'43"
15. Domenico Pozzovivo (Ita) a 04'05"
16. Rafal Majka (Pol) a 04'09"
17. Ivan Santaromita (Ita) a 04'50"
18. Rafael Vallsferri (Spa) a 04'57"
19. Franco Pellizotti (Ita) a 05'03"
20. Steven Kruijswijk (Ola) a 05'09"
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