lunedì 13 maggio 2013

LE ELEZIONI POLITICHE IN ITALIA (13/05/2001)

Di Giampaolo Carboni.

Le elezioni politiche del 2001 si tennero con un nuovo sistema di voto (la c.d. "Legge Mattarella"), in attuazione in seguito al referendum del 18 aprile 1993, introdotto con l'approvazione delle leggi 4 agosto 1993 n. 276 e n. 277, che prevedeva per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica un sistema elettorale misto: maggioritario a turno unico per la ripartizione del 75% dei seggi parlamentari unito, per il rimanente 25% dei seggi, ad recupero proporzionale dei più votati non eletti per il Senato (attraverso un meccanismo di calcolo denominato "scorporo") e al proporzionale con liste bloccate e sbarramento del 4% alla Camera.Per la parte maggioritaria quindi (75% dei seggi), il territorio nazionale venne suddiviso in 475 collegi uninominali per la Camera, e in 232 per il Senato. L'attribuzione di questo primo gruppo di seggi avveniva in base ad un sistema maggioritario a turno unico plurality: veniva eletto parlamentare il candidato che avesse riportato la maggioranza relativa dei suffragi nel collegio. Nessun candidato poteva presentarsi in più di un collegio.I rimanenti seggi (25%) erano invece assegnati con un metodo proporzionale, funzionante però con meccanismi differenziati fra le due assemblee. Per quanto riguarda la Camera, l'elettore godeva di una scheda elettorale separata per l'attribuzione dei 155 seggi residui, cui accedevano solo i partiti che avessero superato la soglia di sbarramento nazionale del 4%. Il calcolo dei seggi spettanti a ciascuna lista veniva effettuata nel collegio unico nazionale mediante il metodo Hare dei quozienti naturali e dei più alti resti; tali seggi venivano poi ripartiti, in ragione delle percentuali delle singole liste a livello locale, fra le 26 circoscrizioni plurinominali in cui era suddiviso il territorio nazionale, e all'interno delle quali i singoli candidati — che potevano corrispondere a quelli presentatisi nei collegi uninominali — venivano proposti in un sistema di liste bloccate senza possibilità di preferenze. Il meccanismo era però integrato dal metodo dello scorporo, volto a dar compensazione ai partiti minori fortemente danneggiati dall'uninominale: successivamente alla determinazione della soglia di sbarramento, ma antecedentemente al riparto dei seggi, alle singole liste venivano decurtati tanti voti quanti ne erano serviti a far eleggere i vincitori nell'uninominale — cioè i voti del secondo classificato più uno — i quali erano obbligati a collegarsi ad una lista circoscrizionale.Per quanto riguarda il Senato, gli 83 seggi proporzionali venivano assegnati, secondo il dettato costituzionale, su base regionale. In ogni Regione venivano assommati i voti di tutti i candidati uninominali perdenti che si fossero collegati in un gruppo regionale, ed i seggi venivano assegnati utilizzando il metodo D'Hondt delle migliori medie: gli scranni così ottenuti da ciascun gruppo venivano assegnati, all'interno di essa, ai candidati perdenti che avessero ottenuto le migliori percentuali elettorali. Ancor più che alla Camera, ove lo scorporo era parziale, lo scorporo totale previsto per il Senato faceva funzionare la quota proporzionale di fatto come una stramba quota minoritaria, in aperto contrasto con l'impianto generale della legge elettorale.



GLI SCHIERAMENTI CHE SI CONFRONTARONO



La Casa delle Libertà, coalizione di centrodestra guidata da Silvio Berlusconi, era costituita da Forza Italia, Alleanza Nazionale, Centro Cristiano Democratico-Cristiani Democratici Uniti, Lega Nord e Nuovo Partito Socialista Italiano.L'Ulivo era il nome assunto dalla coalizione di centrosinistra, guidata da Francesco Rutelli. La coalizione era formata da Democratici di Sinistra, La Margherita, Federazione dei Verdi, Socialisti Democratici Italiani, Partito dei Comunisti Italiani.

Rifondazione Comunista giunse ad un accordo elettorale con l'Ulivo (patto di non belligeranza), in base al quale RC non si sarebbe presentata nella quota maggioriaria della Camera; l'Italia dei Valori, invece, decise di correre in autonomia. Fuori dai due schieramenti principali si presentarono poi Democrazia Europea (che nel 2002 confluirà dell'Unione Democratici Cristiani) e la Lista Emma Bonino (che nel 2006 darà luogo con i Socialisti Democratici Italiani alla Rosa nel Pugno).


LA CAMPAGNA ELETTORALE



Nei mesi precedenti le elezioni, Berlusconi annunciò di voler candidarsi nuovamente come leader della coalizione di centro destra della Casa delle Libertà.Nel programma televisivo Porta a Porta, durante gli ultimi giorni della campagna elettorale, Berlusconi si impegnò a firmare un cosiddetto Contratto con gli Italiani. In questo documento, Berlusconi sostenne il suo impegno a migliorare diversi aspetti dell'economia e della vita italiana.In primo luogo, si impegnò a semplificare il sistema fiscale complesso con l'introduzione di due sole aliquote (33% per coloro che guadagnano più di 100.000 euro e del 23% per tutti coloro che guadagnano meno di quella cifra: chi guadagna meno di 11.000 euro l'anno non sarebbe tassato), in secondo luogo promise di dimezzare il tasso di disoccupazione, in terzo luogo, si impegnò a finanziare e sviluppare un massiccio programma di nuovo opere pubbliche. In quarto luogo, promise di aumentare il tasso minimo di pensione mensile di 516 €, e in quinto luogo, disse che avrebbe represso l'ondata di crimine con l'introduzione di agenti di polizia per pattugliare tutte le zone locali e le aree nelle principali città italiane.Berlusconi si impegnò a non ricandidarsi per le successive elezioni, se non fosse riuscito a onorare almeno quattro di queste cinque promesse.



RISULTATI



La vittoria della Casa della libertà è netta e il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi conferisce a Berlusconi l'incarico di formare il nuovo governo. Nasce così il governo Berlusconi II (dopo il primo governo costituitosi nel 1994) che rimarrà in carica fino al 2005, battendo in tal modo il record di durata fino ad allora detenuto dal governo Craxi I.La coalizione della Casa delle Libertà di Silvio Berlusconi conquista le regioni: Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria (tranne la provincia di Genova), Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia. Silvio Berlusconi vince anche nelle province di Parma, Piacenza e Rimini (Emilia Romagna), di Macerata e Ascoli Piceno (Marche), di Massa-Carrara e Lucca (Toscana) e di Trento in Trentino Alto Adige.La coalizione dell'Ulivo di Francesco Rutelli ottiene la vittoria nelle regioni: Emilia Romagna (tranne le province di Piacenza, Parma e Rimini), Marche (province di Ancona e Pesaro-Urbino), Toscana (tranne le province di Massa-Carrara e Lucca) e Umbria. Francesco Rutelli vince anche nella provincia di Genova (Liguria).



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