giovedì 8 agosto 2013

IL GIP "LITIGAVANO,L'HA COLPITO DI FRONTE" (22/07/2013)

Di Daniela Scano.

Mario Loi potrebbe aver tentato di allontanare da sè la moglie, sconvolta dalla gelosia, che lo fronteggiava armata di coltello. Nella cucina dell’abitazione di Caniga potrebbe esserci stata una lite furibonda e una colluttazione tra i due coniugi, o forse un estremo tentativo di difesa da parte del presidente della “Soccorso Sant’Anna”, prima che la lama gli penetrasse nel torace fino a raggiungere l’aorta.Uno strappo, nella maglietta indossata mercoledì sera da Marina Gavina Orrù, ha attirato l’attenzione del giudice delle indagini preliminari Maria Teresa Lupinu. Alla t shirt della moglie della vittima è dedicato un lungo passaggio della ordinanza di custodia cautelare in carcere. Ma le riflessioni del gip non sono quelle che l’indagata sperava di leggere. Secondo la difesa quello strappo all’altezza dell’ascella destra, largo circa 15 centimetri, avvalorerebbe il racconto della moglie di Mario Loi. Non a caso il verbale di sequestro della maglietta è stato prodotto, durante l’udienza di convalida del fermo, proprio dall’avvocato difensore Vittorio Delogu. In quella maglietta strappata e macchiata di sangue nella parte posteriore della manica destra c’è, secondo il legale, la conferma di un evento imponderabile. La donna, ora rinchiusa nel nuovo carcere di Bancali, sostiene la tesi dell’incidente domestico. «Lui si è appoggiato dietro di me e quando mi sono girata ho visto che era ferito – ha fatto mettere a verbale –. Non stavamo litigando in quel momento, l’avevamo fatto dieci minuti prima perché lui era disordinato. Stavo per uscire di casa. Gli ho sempre voluto bene anche se avevamo problemi economici e dei normali litigi, per i figli per i soldi, ma ci volevamo bene».Di diverso avviso il giudice Lupinu, alla quale la polizia ha descritto il quadro di un delitto passionale. Marina Gavina Orrù, secondo questa tesi, indirettamente confermata dalle dichiarazioni del genero e della figlia, avrebbe accoltellato il marito al culmine di una scenata di gelosia nei confronti di una giovane volontaria.Secondo il magistrato, sia la macchia di sangue sia la lacerazione della maglietta sono «perfettamente compatibili con un accoltellamento avvenuto con la vittima di fronte». Il gip illustra quella che ritiene la dinamica più plausibile, alla luce dei riscontri investigativi raccolti dalla squadra mobile diretta da Bibiana Pala. Secondo questa ricostruzione, è possibile che l’azione si sia svolta con l’aggressore in posizione frontale che ha colpito «dirigendo il braccio armato, quello destro, verso l’emitorace destro della vittima e quindi forse poggiando la parte posteriore del braccio destro al corpo dell’aggredito per imprimere maggiore forza». Le lacerazioni della maglia, è il ragionamento del giudice, «sono verosimilmente riconducibili a un tentativo di resistenza della vittima che, in qualche maniera aveva cercato di allontanare da sè, forse afferrandolo per la maglia, l’aggressore».Il gip non crede che Marina Gavina Orrù impugnasse quel coltello (lungo 38 centimentri, con una lama di 25) casualmente perché voleva tagliare una fetta d’anguria. Questo è quanto, nell’immediatezza, la donna ha raccontato al genero Paolo Azzena e alla figlia Monica Loi. «Mia suocera mi ha detto che era stato un incidente in quanto, mentre era con un coltello in mano in procinto di aprire il frigo per tagliarsi una fetta di anguria, aveva constatato l’arrivo di una chiamata o di un messaggio nel telefonino del marito – ha raccontato Azzena agli investigatori –. Aveva quindi tentato di prendere l’apparecchio, senza riuscirci in quanto era stata preceduta da mio suocero. Nella circostanza, mia suocera sostiene di avere alzato il braccio portandolo all’indietro e con il coltello che aveva in mano sferrava un fendente al coniuge senza rendersene conto».Secondo il gip Lupinu, però, la scusa dell’anguria non regge. «Pare oltremodo inusuale – si legge nella ordinanza – che chi voglia tagliare un’anguria si diriga a prenderla dal frigo con un grosso coltello in mano. È invece più prudente il comportamento di chi, presa l’anguria e poggiatala su un piano di lavoro, impugni un coltello per tagliarla». Il giudice si attarda anche sulle dimensioni del coltello «con una lama di 25 centimetri di lunghezza e 4,3 di larghezza, eccessive per tagliare un’anguria».La spiegazione, scrive ancora il giudice delle indagini preliminari, è tanto semplice quanto tragica: «Il fatto trova giustificazione nel clima di grave tensione familiare e di disaffezione fra i coniugi, contesto nel quale erano frequenti i litigi e le manifestazioni di gelosia ricollegate alla convinzione della donna che il marito avesse relazioni extraconiugali».Dopo la tragedia, quando ancora non sapeva che il marito era spirato in ospedale, Marina Gavina Orrù aveva ripetuto più volte la frase «se è morto mi uccido, mi ammazzo io». Anche per questo, nel carcere dove è rinchiusa da quattro giorni, ora la donna è sottoposta a vigilanza speciale.

(Da "La Nuova Sardegna")

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