mercoledì 26 febbraio 2014

IL MOVIMENTO 5 STELLE APPLICA LE PURGHE 2.0: ESPULSI QUATTRO SENATORI ALTRI SEMBRANO VOLERSENE ANDARE VOLONTARIAMENTE (26/02/2014)

Di Giampaolo Carboni.
La purga 2.0 di Casaleggio e Grillo è partita,adeguata ai tempi ma non per questa non per nulla dissimilare da quelle di fascista memoria:quattro espulsioni son state quest'oggi ufficializzate dai militanti cinque stelle sul Web ma non prima che il Dio Beppe avesse con un video in pratica indicato al popolo di pecore la strada da seguire. Comunque,e questo è il buono per la democrazia del nostro paese,c'è anche da dire che altri sei senatori pronti a dimettersi che si vanno ad unire agli altri colleghi che nei mesi scorsi hanno lasciato il gruppo del Movimento 5 Stelle presente al Senato. Insulti, lacrime, minacce. In casa grillina va in scena lo psicodramma delle epurazioni,la finta democrazia dei giorni nostri,il nuovo che avanza ma che di nuovo ha veramente poco a parte la lacerazione che si porta dietro e dentro di sè. È stato probabilmente il giorno più difficile per il Movimento Cinque Stelle da quando ha fatto il suo ingresso in Parlamento undici mesi fa orsono: la scissione, tanto temuta al suo interno ma evocata spesso dagli avversari politici, è arrivata. La base accoglie l’invito di Grillo dal blog, ad urne aperte, a votare per l’allontanamento dei ribelli con una stoccata velenosa: «Si terranno tutto lo stipendio, 20000 euro al mese fanno comodo» parola di uno che lucra spudoratamente usando marchi ed omologando un blog ad uso e consumo di pochi. La verità è che ormai non si tratta più di defezioni singole o di casi isolati. I fuoriusciti del movimento Cinque Stelle, volontari o obbligati, hanno ora i numeri per formare un gruppo al Senato, proprio laddove il governo ha una maggioranza meno forte:un modo bizzarro di fare opposizione,potrebbe addirittura diventare un boomerang che può diventare musica per le orecchie di Matteo Renzi e del suo governo antidemocratico. 
Come se non bastasse, la rottura rischia di dare vita ad un effetto domino sul resto dei “cinque stelle”: la spaccatura iniziata come una piccola crepa a Palazzo Madama, potrebbe contagiare pure la Camera dei deputati dove già Alessio Tacconi,in un intervento alla trasmissione radiofonica di Radio 24 "La Zanzara" ha annunciato le sue dimissioni e quelle possibili di altri cinque deputati. Tutto è iniziato con l’avvio della procedura di espulsione dei quattro senatori «ribelli» Francesco Bocchino, Luis Orellana, Francesco Campanella e Lorenzo Battista (NELLA FOTO) per le parole di disappunto (disappunto questo sconosciuto su beppegrillo.it) nei confronti di Grillo per la gestione delle consultazioni-caciara con Matteo Renzi. L’assemblea congiunta di tutti i parlamentari, in piena notte ed in streaming, ha dato il via al procedimento ma, soprattutto, ha segnato il primo passo per la rottura: molti senatori hanno protestato per la convocazione «non valida» dell’assemblea, mentre altri hanno chiesto di evitare «un ulteriore motivo di attrito». Nulla da fare. L’atmosfera si è riscaldata con le parti che sono apparse all'esterno inconciliabili e non son mancati gli insulti molto pesanti con cui i pentastellati spesso si riempiono la bocca per provare a dialettare di politica con le altre controparti con cui devono convivere: «venduti» «approfittatori» e via discorrendo. Il segno che qualcosa si è rotto. 
In mattinata, il dissenso dei senatori è cresciuto. Ed è esploso quando in tre, Laura Bignami, Maurizio Romani e Alessandra Bencini, hanno rotto gli indugi ed hanno annunciato le loro dimissioni da senatori a sostegno dei quattro «ribelli»: «Così non può andare, torno a casa», ha detto con gli occhi gonfi di lacrime la Bencini. Inutili sono stati i tentativi di ricucitura nel corso di una assemblea nel pomeriggio. Anzi, la situazione è peggiorata al punto che i quattro dissidenti hanno lasciato l’incontro insieme ad altri sei senatori mentre dalla riunione arrivavano urla e qualcuno replicava: «Siete peggio dei fascisti». Le voci di nuove defezioni si sono rincorse per tutto il giorno. Tra i nomi più probabili - si dice - quelli di Maria Mussini, Monica Casaletto, Enrico Cappelletti e Cristina De Pietro. Numeri importanti che, uniti a quelli dei quattro espulsi di oggi e degli altri quattro fuoriusciti degli scorsi mesi (De Pin, Anitori, Mastrangelo e Gambaro), porta a 15 senatori: più che sufficienti per formare un gruppo. Tutti hanno annunciato le dimissioni ma difficilmente l’Aula del Senato le accetterà. Più probabile la formazione di un nuovo gruppo «dialogante». Quando arriva il voto dei militanti sul web alle 19 che decreta l’espulsione dei «dissidenti» i giochi sembrano già chiusi. I militanti M5S accreditati per votare sul web decidono in larga maggioranza per l’allontanamento dei quattro: 29883 voti a favore e 13483 contro. I dissidenti annunciano che anche loro si dimetteranno. Orellana conferma che, per ora, sono in nove. Si apre così una nuova partita al Senato, dove il possibile nuovo gruppo di fuoriusciti «cinque stelle» potrebbe crescere, attirando anche qualche senatore all'interno dell'area civatiana del Partito Democratico e/o Nuovo Centro Sinistra. Insomma di sicuro c'è che non tutto il Movimento 5 Stelle,i suoi deputati ed i suoi senatori son da porre all'indice,da accantonare o da metter da parte tutto di un pezzo:ma di sicuro il vertice fascista ed antidemocratico (leggasi Grillo e Casaleggio) va assolutamente cambiato per aver la minima possibilità di poter avanti quel di cui tanto si parla,per fare un opposizione seria come questo paese ha,tra l'altro,tremendamente bisogno specie in un momento come quello attuale dove antidemocrazia c'è nè fin troppa dentro le aule del potere:anche per non dover già intonare il De Profundis di un sogno in cui tanti hanno creduto,almeno un anno fa.

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