venerdì 21 febbraio 2014

TEATRO:"TEATRO IN VIAGGIO" A MEANA SARDO (21/02/2014)

Di Giampaolo Carboni.
Con un'avvincente trama ricca di colpi di scena ed ispirata al dialogo tra popoli e civiltà,si presenta a Meana Sardo "Teatro in viaggio". Un viaggio alla ricerca delle radici su un continente,come quello africano,ricco di storie e leggende, ispirate allo stretto rapporto con un mondo magico, e con antichi riti e saperi tradizionali, sul filo dell'inquietudine che è il senso di una “mancanza” per chi vive lontano dalla terra natìa e dai luoghi dell'infanzia ma anche il desiderio di conoscere e sperimentare, di incontrare universi e culture remote, che nutre l'ispirazione degli artisti. L'idea di ripercorrere idealmente il cammino di quanti – spinti dalla necessità e dalla fame, dalle persecuzioni etniche, politiche e religiose e dalle guerre – scelgono l'Europa come possibile e desiderabile “terra promessa” acquista un valore simbolico all'interno di un'amicizia: il regista (e attore) Pietro Floridia e lo scenografo Gabriele Silva a bordo del mitico Landone (un malandato fuoristrada) partono alla volta di Diol Kadd, il villaggio del Senegal dove ha casa Mandiaye N'Diaye (noto interprete del Teatro delle Albe) per incontrare gli attori della compagnia Takku Ligey. Un progetto “teatrale” sulle soglie del Terzo Millennio diventa – quasi inevitabilmente – un incontro tra popoli e civiltà: nell'era dei viaggi spaziali per scoprire i segreti della nostra galassia la logistica del tragitto tra Italia e Senegal si trasforma in un esercizio di fantasia, tra le molte soste in villaggi a malapena segnati sulla mappa, e gli effetti tragicomici dovuti allo sgangherato mezzo di trasporto, con visioni indimenticabili di paesaggi arcani. Racconto di un'avventura – già trascritto sulla pagina nell'omonimo libro, poi trasportato sulla scena con le animazioni di Luana Pavani e il supporto tecnico di Jahabli Zine Labidine “Teatro in Viaggio/ Lungo la rotta dei migranti” di e con Pietro Floridia racchiude in sé lo spirito dei nostri tempi e la poetica della compagnia Teatro dell'Argine, fondata nel 1994 – con sede in San Lazzaro di Savena (Bologna) - da un gruppo di (allora) giovanissimi professionisti, e aperta a nuovi apporti e progetti, con un respiro sempre più internazionale, ache grazie a co-produzioni come “Pane Quotidiano” (regia di Claudia Hamm), “The march/La marcia” (regia di Steve Lambert) e ancora “The Metamorphosis/ La Metamorfosi” con regia dello stesso Floridia, in collaborazione con il palestinese Al-Harah Theater. L'(auto)ironia è il sottile fil rouge che unisce i singoli episodi, tra le buffe peripezie di questi novelli esploratori alle prese con i misteri e la bellezza dell'Africa e i molteplici insegnamenti di un'antica e meravigliosa semplicità e saggezza di genti abituate a trasformare il poco in ricchezza e a vivere e sentire ogni istante della giornata, in un tempo naturale e più “umano”, ben diverso dai ritmi frenetici delle metropoli. Il suono del silenzio, l'aria della notte, le voci della natura che mutano ad ogni latitudine esercitano il loro potere di seduzione; è il principio stesso del viaggio, con il variare del panorama, dei sapori, dei colori e degli odori, le differenti condizioni atmosferiche, e l'eco delle parole in lingue diverse, con altre musiche e altri canti che suscitano emozioni e percezioni sempre nuove, e sorprendenti, a suggerire una sorta di risveglio della coscienza. La metafora del viaggio come percorso interiore vale pure alla rovescia, quando la misurazione delle distanze percorse e da percorrere si somma alla conta dei giorni, in un susseguirsi di appuntamenti che vanno continuamente a legarsi con il destino: il “Teatro in Viaggio” è anche esperienza pratica, della vita nomade degli attori, con gli scambi culturali con altri artisti e con il pubblico, i laboratori come momento di osmosi e creazione, e condivisione di orizzonti. Sulla mappa si susseguono territori e confini, da San Lazzaro vicino a Bologna, in Italia a Diol Kadd nel Senegal, attraverso Marocco, Sahara occidentale e Mauritania «sulle tracce di Zine, che dice aver perduto metà di sé nel deserto, di Mustafà stregato per tre anni dall’incantesimo del Caffè Hafa, di Issam musicista dalle dita di farfalla finito ustionato in una bettola di Barcellona, di Said che a piedi è giunto in Italia per amore...»

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