Le ossa ritrovate tempo fa nella famigerata grossa dei misteri nel cuore del Supramonte tra Orgosolo ed Urzulei presso il Rio Flumineddu certamente non appartengono a quei tanti sequestrati nelle mani dell'Anonima che nel corso degli anni non hanno mai potuto fare rientro a casa (NELLA FOTO UN MOMENTO DEGLI SCAVI ODIERNI):la certezza è arrivata nella mattinata di oggi con il terzo sopralluogo che ha fatto chiarezza e posto certezza sul fatto che quello non era il cimitero utilizzato dalle bande criminali che imperversavano nella Sardegna di quelli anni. Più che le procure che si interessarono delle vicende in quelle epoche e che d'ufficio si sono attenzionate a questa recente faccenda,questi comunque importanti ritrovamenti interesseranno gli archeologi e gli studiosi una volta avvenuta la certezza dell'esclusione di eventuali resti di teschi ed osse risalenti ed ex prigionieri come forse frettolosamente si è detto nonché rivelato all'opinione pubblica (anche se tale ipotesi era suffregata dalla presenza in uno degli scheletri ritrovati di un foro simile a quello causato da un arma di fuoco). Utile in tal senso il terzo sopralluogo disposto dalla stessa Procura con in campo Carabinieri,Forestale e Polizia con l'ausilio di medico legale e sovraintendenza che ha visto affiorare altri due teschi,uno dei quali appartenenti ad un bambino. La cautela è ora d'obbligo anche in campo archeologico in quanto simili cimiteri in qualche modo comuni all'interno di anfratti e grotte erano utilizzati nell'isola almeno sino all'Ottocento.
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