giovedì 22 maggio 2014

UDIENZA DEL PROCESSO STAMINA (22/05/2014)

Di Giampaolo Carboni.

E' iniziata questa mattina a Torino la prima udienza del processo contro il famigerato metodo Stamina privo di alcuna valenza scientifica ed il suo mentore Davide Vannoni (NELLA FOTO) che invece sostiene il contrario e la veridicità dei suoi studi nonché dei benefici derivanti dalla sua stessa applicazione. "Voglio dimostrare che Vannoni faceva tutt'altro rispetto al campo scientifico, ma non solo: che quello che faceva ha lasciato uno strascico documentale mentre quello che si è inventato non ha lasciato assolutamente niente". L’intento del pm Giancarlo Avenati Bassi spiega chiaramente l’importanza del processo per tentata truffa ai danni della regione Piemonte anche in correlazione all’inchiesta parallela della procura di Torino che ha contestato l’assoluta infondatezza scientifica della terapia Stamina paragonandola a una colossale truffa. E oggi all’udienza contro il fondatore della discussa terapia staminale è emerso chiaro come i due procedimenti siano strettamente collegati. Dietro alla richiesta di Vannoni di un finanziamento da 500 mila euro (prima tranche di un totale di circa tre milioni e mezzo di euro) vi era infatti la volontà di creare un laboratorio dove infondere le sue cellule staminali, ma il progetto su cui si fondava quella richiesta era, per l’accusa, basato su presupposti completamente falsi, dai casi clinici indicati alle questioni più formali, come il fatto che la società Medicina Rigenerativa non fosse in realtà una Onlus. Eppure secondo i politici che avevano presentato la richiesta di finanziamento la sua metodica "aveva funzionato nel 70 per cento di casi", in malattie considerate inguaribili, facendo guarire oltre 500 casi. Oggi il processo, a cui Vannoni non era presente perché impegnato in campagna elettorale (e che i suoi difensori hanno cercato invano di far svolgere a porte chiuse "per non turbare la par condicio"), ha preso il via con una serie di testimonianze utili a chiarire l’incipit della vicenda, in particolare il suo aspetto "politico", dato che il finanziamento disposto dalla giunta Bresso era stata a un passo dall’essere erogato. Dopo quella dell’ex capo di gabinetto Roberto Moisio, che ha semplicemente spiegato di "aver solo materialmente firmato l’accantonamento dei 500 mila euro dal bilancio che passavano dall’essere in carico all’assessorato alla sanità a quello per l’innovazione", è stata la volta dell’ex consigliere del Nuovo Psi Riccardo Nicotra, colui cioè che presentò la delibera. "Si trattava di due emendamenti al bilancio molto generici, uno da 150 mila euro e uno da 350 mila euro - ha detto in aula - che mi vennero presentati già scritti dal professor Olivieri, persona in cui riponevo grande fiducia sui temi della ricerca in quanto era stato anche assessore alla Sanità. Sapevo che dietro c’era Burzi, ma che lui non poteva fare la richiesta, in quanto ne aveva già fatte troppe. Se me l’avesse chiesto direttamente però gli avrei detto di no, in quanto non avevo nessuna fiducia politica in lui. Con mia grande sorpresa la cosa fu approvata all’unanimità o quasi. Per me era un successo politico, ero molto felice, anche se non avevo la minima idea di chi fosse Vannoni e di cosa riguardasse quello stanziamento che non indicava né società ne altro se non l’argomento della medicina rigenerativa". Ma il pm Giancarlo Avenati Bassi a quel punto ha sfoderato un comunicato stampa a sua firma di soli 5 giorni dopo in cui l’ex consigliere scriveva che con i due emendamenti approvati dal Consiglio Regionale il 12 aprile 2007, lui "proponeva di finanziare la costituzione di un centro di ricerca dal valore internazionale in Piemonte. Il centro di ricerca specializzato nel trattamento con cellule staminali adulte si avvale di ricercatori italiani e stranieri con esperienza clinica e di ricerca nella medicina rigenerativa. Il gruppo che lavorerà in Piemonte si avvale dell’esperienza di oltre 500 casi clinici trattai con il 70 per cento di casi risolti o quasi completamente risolti su sclerosi multipla, morbo di Parkinson, paraplegie e diabete. L’associazione per la medicina rigenerativa Onlus presieduta da Davide Vannoni dell’Università di Udine sta componendo un comitato scientifico a livello internazionale composto da universitari ucraini, russi e italiani..". Eppure in aula Nicotra ha sostenuto di non ricordare di aver parlato con Vannoni, per avere queste informazioni, ma con un medico del nord est di cui non ricorda però il nome. Prima di lui hanno testimoniato anche i finanzieri e un carabiniere dei Nas, Loreto Buccola (colui che si è poi occupato di seguire l’inchiesta parallela del pm Raffaele Guariniello). E’ emerso che a capo di Vannoni e del suo socio Marcello La Rosa (socio anche di Burzi in Società Aperta) erano riconducibili ben 13 società. Ma soprattutto che durante la perquisizione effettuata nella villa in collina di Davide Vannoni era stato trovato un frigorifero con all’interno ben 103 confezioni di siero fetale bovino, e altro materiale "riconducibile alla separazione e alla coltivazione delle cellule staminali". Gli avvocati difensori Pasquale Scrivo e Liborio Cataliotti hanno cercato di adombrare la possibilità che si trattasse di "fertilizzanti", dato che la villa di Vannoni è dotato di un ampio giardino oltre che di una grande piscina. Il processo è stato già aggiornato a settembre, dopo la pausa estiva.

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