Primo colpo di scena al processo penale per omicidio colposo del calciatore Piermario Morosini, iniziato proprio stamattina a Pescara, presso l’unica sezione penale del tribunale abruzzese. La società del Livorno, difesa dall’avvocato Mattia Grassani è stato estromessa definitivamente alla prima udienza dibattimentale. Era stata citata quale responsabile civile a causa del comportamento del proprio medico sociale, il dottor Porcellini, entrato in azione negli istanti successivi il grave malore che colpì il calciatore e ne provocò la morte. Dopo una camera di consiglio di oltre un'ora, il tribunale abruzzese, presieduto dal giudice Valeria Battista, ha accolto l’eccezione formulata dal legale del club di Spinelli. Respinte, invece, le eccezioni avanzate dalle altre parti. Il Livorno era stato citato per essere giudicato in vista del risarcimento del danno (verosimilmente milionario): secondo l’accusa l’azione del dottor Porcellini sarebbe stata viziata da negligenze. Ma non c’è collegamento fra l’azione del medico e la responsabilità del club toscano. Rimangono, invece, nel processo, e potrebbero rispondere patrimonialmente, il Pescara Calcio, società per la quale era tesserato il medico sociale Ernesto Sabatini, e l’Asl di Pescara, in servizio con il 118 guidato dal dottor Vito Molfese, che intervenne con notevole ritardo a causa dell’impossibilità di far partire l’ambulanza, il cui passaggio era ostruito dall’auto di una pattuglia dei Vigili Urbani. Il procedimento prosegue, quindi. Oltre agli imputati ci sono due responsabili civili (Pescara Calcio e Asl di Pescara), saranno previsti numerose udienze che si succederanno nel corso dei prossimi mesi per accertare se la morte di Morosini sia stata a causa di fatalità o imperizia.
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