lunedì 22 giugno 2015

CALCIO SERIE A:33°GIORNATA (18/06/1989)

Di Redazione.

ATALANTA-LECCE 0-0

Atalanta:

Lecce:Allenatore:Mazzone.

Arbitro:Cornieti di Forlì.

CESENA-COMO 1-0


Cesena:


Como:


Arbitro:Lanese di Messina.


Rete:78'M.Agostini.


Espulsi:Calcaterra (56') per fallo di reazione su Todesco e Todesco (76') per doppia ammonizione.

FIORENTINA-BOLOGNA 0-0

Fiorentina:

Bologna:

Arbitro:Amendolia di Messina.

Espulsi:Carobbi (65') per doppia ammonizione e Monza (81') per gioco violento su D.Pellegrini.

A Firenze si gioca il derby dell’Appennino. Il treno dei tifosi del Bologna subisce un agguato da parte di quattro tifosi fiorentini a Rifredi, verso mezzogiorno, per vendicare ciò che era successo al treno dei tifosi viola in occasione della trasferta precedente a Bologna. Comincia con una sassaiola. Poi lanciano due molotov ed una finisce su Ivan Dall’Olio, che ha appena quattordici anni. Nell’aprile 1992, tre anni dopo, arriva la condanna. La Corte d’Assise decide di condannare Domenico Secondo “Pitone” a quattordici anni di reclusione, Simone Aspidi (detto il “Morto”) a tredici e Maurizio Igneri (detto il “Vizia”) a dodici. I tre erano già stati condannati per i reati di fabbricazione, detenzione e porto di ordigno esplosivo e attentato alla sicurezza dei trasporti. Quel giorno ci furono altri tredici feriti.

"C’eravamo trovati al giardino di via Pasteur, come al solito, davanti al bar, quello lì era il nostro ritrovo, e c’era chi era arrivato a piedi, chi con il Ciao, chi con la Vespa o con un altro di quei motorini che andavano trent'anni fa. Io, Sergio Tedesco, avevo sedici anni, l’euforia la sentivo dappertutto, e quella era una delle nostre prime trasferte, non ne sapevamo un cazzo di quello che era successo nella partita d’andata, noi da certe dinamiche eravamo fuori, quello degli ultras era un mondo che ci attraeva sì, ma non avevamo partecipato a niente, né a scontri né ad agguati. Niente di niente. A quei tempi giravano i soldi, mica come adesso. Io mio ero già licenziato dal posto di facchino ed ero andato a lavorare con mio padre, facevo l’artigiano, arrivavo anche a mettere via un milione e seicentomila lire, come la vedi? Adesso è impensabile. Era tutto diverso, ma il calcio era la nostra passione». «Mi ricordo che quel giorno faceva un caldo assurdo, era giugno, tutti avevano la t-shirt, niente giubbotti o robe del genere, e il treno era un treno già vecchio di dieci, vent’anni, con le panchine di legno in un lungo vagone unico. Forse quella è stata anche la nostra fortuna. Per le trasferte ai tifosi davano quei treni un po’ così. E in pratica noi eravamo il vagone di Borgo Panigale, eravamo almeno una trentina, e naturalmente con noi c’era anche Ivan, che all’epoca aveva quattordici anni e il giorno prima aveva finito le medie. All’arrivo a Rifredi mi ricordo che cominciò una sassaiola pesante, il treno andava piano perché c’erano dei lavori, questo non lo ricordo esattamente, però mi ricordo che a un mio amico che si era sporto gli dissi: “Oh, coglione: chiudi quel finestrino”. Poi da fuori abbiamo visto il bagliore di un fuoco, c’erano lì questi tizi che accendevano le molotov, una la tirarono ma Ànì sulle rotaie, l’altra invece entrò dentro e prese in faccia Ivan. Di quella giornata mi ricordo tutto, come fosse adesso. Mi ricordo che fui io a tirare il freno, e poi cominciò il fuggi fuggi verso l’uscita, cinquanta persone che premevano sull’uscita, con la gente che urlava, gridava e spingeva, e mi ricordo uno che si era buttato sopra le altre persone e dava le bracciate come per nuotare, per voler arrivare prima, per prendere l’uscita per primo, mentre le fiamme avanzavano e c’era il fumo dappertutto, e tutti urlavano. Un altro si buttò fuori dal finestrino mentre il treno stava ancora andando, e un altro ancora faceva avanti e indietro per questo vagone, senza capire cosa fare, disperato, con le fiamme che toccavano il soffitto: era Ivan. Io e Gatti, un altro mio amico, gli abbiamo spento le fiamme sulla schiena. Ma lo abbiamo dovuto fare con le t-shirt, perché era giugno, faceva caldo, e non avevamo i giubbotti o altro per spegnere quelle maledette fiamme. E poi mi ricordo che siamo scesi tutti, eravamo stravolti, io tornai dentro a prendere lo striscione, “Total Chaos sez. Borgo”, c’era una puzza tremenda, e poi quando sono sceso di nuovo mi ricordo benissimo di non aver riconosciuto Ivan. Lui con coraggio, con un cuore grande era sceso dal treno coi suoi piedi, senza direi una parola. Io invece dissi ma chi è quello lì, chi è: non l’avevo riconosciuto. Mi ricordo che alcuni tifosi corsero dietro alla macchina dei tizi che avevano lanciato le molotov, era una Fiat 500, ma non la raggiunsero mai. Quando li hanno arrestati ho comprato il giornale, a casa ce l’ho ancora. Eravamo tutti ragazzi di periferia, la maggior parte lavorava già, solo due o tre si sono laureati. La sera stavamo in giro, facevamo comunità, amicizia, adesso stanno tutti coi i telefoni. Pure i soldi avevano un valore diverso. Eravamo tutti ragazzi normali, nessun delinquente o figlio di mignotta, giocavamo a pallone, il Bologna ci univa, tutti appassionati di calcio. Dopo quell’esperienza metà ha smesso di andarci, allo stadio. Gubbe non c’è più andato, nemmeno Thomas ci è voluto tornare. L’altra metà è entrata nel mondo ultras, e per un po’ ci è rimasta. Io sono sempre Sergio, il Tede, solo che ho quarantotto anni, e tre bellissimi figli, Matilde, Pietro e Gaia. A loro di quel giorno a Rifredi l’ho raccontato a piccoli sprazzi, qualcosa sì, però mai nei dettagli. Per anni mi sono sentito l’odore di quel treno addosso, l’odore di carne bruciata, la puzza delle fiamme, e ho avuto anche la sfiga di lavorare proprio davanti alla linea ferroviaria Bologna-Firenze, la ditta di papà aveva un appalto che confinava lì, dopo Pianoro, e tutti i minuti vedevo un treno passare. Non ne abbiamo parlato mai più di tanto. Ma ogni tanto ci ritroviamo, ogni due anni, e facciamo una grigliata. Anche con Ivan non ne parliamo. Lui ha una vita come tutti, è un bravissimo ragazzo. Ci vediamo. Ogni tanto litighiamo, poi siamo sempre di nuovo amici. Condividiamo la passione per la montagna. Andiamo fino ai duemila. E’ la nostra lotta al mondo moderno».

(Da "Il Corriere dello Sport" dell'11/04/2019)

LAZIO-SAMPDORIA 1-0 (NELLA FOTO IN ALTO PAOLO BERUATTO AL TIRO CON VICTOR PRONTO A RESPINGERE IN PROSSIMITA' DELLA LINEA)

Lazio:

Sampdoria:

Arbitro:Pezzella di Frattamaggiore.

Rete:37'Dezotti.

Espulso:Lanna (90') per doppia ammonizione.

Al 59' esce Pradella nella Sampdoria per far spazio al centrocampista Roberto Breda all'esordio in Serie A.

MILAN-ASCOLI 5-1

Milan:

Ascoli:

Arbitro:Baldas di Trieste.

Reti:11'Evani 15'Van Basten 23'Van Basten 55'Van Basten 76'Casagrande 88'[Autorete] Benetti.


Esordio in Serie A da titolare per il portiere del Milan Davide Pinato.

NAPOLI-PISA 0-0

Napoli:

Pisa:

Arbitro:Trentalange di Torino.

PESCARA-JUVENTUS 0-0

Pescara:

Juventus:

Arbitro:D'Elia di Salerno.

TORINO-INTER 2-0

Torino:

Inter:

Arbitro:Lo Bello di Siracusa.

Reti:54'Skoro 73'Muller.

Espulso:Verdelli (79') per doppia ammonizione.

VERONA-ROMA 0-0

Verona:

Roma:

Arbitro:Magni di Bergamo.

CLASSIFICA:


CLASSIFICA MARCATORI:

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