lunedì 22 giugno 2015

LA MORTE DI LAURA ANTONELLI (22/06/2015)

Di Giampaolo Carboni.
Addio a Laura Antonelli. L'attrice (NELLA FOTO IN ALTO) è morta per un malore improvviso nella sua casa a Ladispoli, vicino a Roma. A dare l'allarme è stata la domestica che l'ha trovata per terra. Laura Antonaz nome d'arte Antonelli era nata a Pola il 28 novembre del 1941. Raggiunse l'apice della popolarità negli anni settanta e ottanta, lavorando dapprima in pellicole erotiche e poi in film d'autore. Insieme alla quasi coetanea Femi Benussi e alle più anziane Alida Valli e Sylva Koscina fa infatti parte delle "bellissime quattro" dalmato-istriane. Da bambina con la sua famiglia fu profuga durante l'esodo istriano. Compì gli studi superiori a Napoli, presso il Liceo Scientifico "Vincenzo Cuoco", e in seguito si diploma presso il locale I.s.p.e.f. (Istituto Superiore Pareggiato di Educazione Fisica). Trasferitasi a Roma con la propria famiglia, per un breve arco di tempo svolse l'attività d'insegnante di Educazione fisica presso il Liceo artistico sito in Via di Ripetta. Dopo aver girato alcuni Caroselli per la Coca Cola ed interpretato numerosissimi fotoromanzi, diffusi anche all'estero, esordì nel cinema interpretando piccoli ruoli in vari film, a cominciare da Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli del 1964 e Le sedicenni di Luigi Petrini del 1965. La sua prima parte importante le fu offerta, nel 1969, dal regista Massimo Dallamano che la scelse come protagonista del film Venere in pelliccia, ispirato al romanzo di Leopold von Sacher-Masoch. Ma l'occasione sfumò a causa della feroce censura del tempo, che bloccò l'uscita del film, il quale venne poi riproposto sei anni più tardi con il titolo Le malizie di Venere. Nel 1971 raggiunse una certa notorietà, recitando nel film Il merlo maschio, interpretato al fianco di Lando Buzzanca e diretto da Pasquale Festa Campanile.
Nel 1973 interpretò il ruolo di una sensuale cameriera in Malizia di Salvatore Samperi, accanto a Turi Ferro ed al giovane Alessandro Momo. Il film, campione di incassi con sei miliardi di lire, divenne un vero cult movie, entrando prepotentemente nell'immaginario erotico degli italiani e innalzando l'attrice a "icona sexy" del Belpaese, oltre a farle ottenere il Nastro d'Argento alla migliore attrice protagonista, conferitole dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani e il Globo d'oro alla miglior attrice rivelazione, premio della stampa estera. Per Laura Antonelli si spalancarono le porte della notorietà e del guadagno e il suo cachet lievitò da quattro a cento milioni di lire per film. Nel frattempo alternò interpretazioni in film d'autore come Trappola per un lupo di Claude Chabrol, dove conobbe Jean-Paul Belmondo con il quale avrà una discussa e turbolenta relazione, Sessomatto di Dino Risi e Mio Dio, come sono caduta in basso! di Luigi Comencini (per il quale vince un secondo Globo d'oro), a film totalmente centrati su di lei, come Peccato veniale sempre di Salvatore Samperi o Divina creatura di Giuseppe Patroni Griffi (in quest'ultimo la Antonelli interpreta una scena di nudo integrale della durata di ben sette minuti, un'eternità per quell'epoca). Nel 1976 iniziò a lavorare con registi che svelano il lato personale dell'attrice fino ad allora nascosto dalla sua prorompente fisicità, con il personaggio di Giuliana ne L'innocente di Luchino Visconti, nel 1977 in Gran bollito di Mauro Bolognini e nel 1981 in Passione d'amore di Ettore Scola, per il quale ricevette una candidatura al David di Donatello per la migliore attrice non protagonista. In seguito lavorò principalmente in commedie come nel Malato immaginario e nell'Avaro, entrambi di Tonino Cervi con Alberto Sordi protagonista. Intanto prosegue anche nel filone erotico, sempre diretta da Samperi in Casta e pura (1981), al fianco di Massimo Ranieri, che tuttavia non riuscì a ripetere il successo di Malizia. Per tutti gli anni ottanta lavora in film comici o sexy: fu nel cast all star di Grandi magazzini di Castellano e Pipolo ed al fianco di Diego Abatantuono in Viuuulentemente mia di Carlo Vanzina. Interpretò poi nel 1985 La Venexiana, tratta dall'omonima commedia del '500, accanto a Monica Guerritore ed a Jason Connery (figlio del più noto Sean Connery). Sul finire del decennio approdò sul piccolo schermo con due mini-serie televisive, che riscuotono il gradimento del pubblico: Gli indifferenti (1988) e Disperatamente Giulia (1989), dirette rispettivamente da Mauro Bolognini ed Enrico Maria Salerno.
La parabola ascendente di Laura Antonelli si interruppe bruscamente la notte del 27 aprile 1991, quando nella sua villa di Cerveteri vennero trovati trentasei grammi di cocaina. L'attrice venne arrestata dai Carabinieri della locale stazione ed associata alla casa circondariale di Rebibbia (Roma), dove però restò solo qualche giorno, a seguito della concessione degli arresti domiciliari. Venne condannata in primo grado a tre anni e sei mesi di carcere per spaccio di stupefacenti. Nove anni dopo, nel 2000, fu invece assolta dalla Corte d'appello di Roma, che la riconobbe consumatrice abituale di stupefacenti, ma non spacciatrice. La legge italiana sulla droga venne infatti nel frattempo cambiata e l'assunzione di sostanze stupefacenti per uso personale, entro i limiti stabiliti dalla legge, non fu più considerata reato. Ciò determina il proscioglimento di Laura Antonelli dalle accuse formulate nei suoi confronti e la non punibilità per i reati a lei ascritti. Il desiderio di rivedere Laura Antonelli sul grande schermo, dopo le disavventure personali e giudiziarie per i fatti di droga, si concretizzò nella realizzazione nel 1991 di Malizia 2000, seguito della pellicola che l'aveva resa famosa quasi venti anni prima. Il film è ancora una volta diretto da Salvatore Samperi e prodotto da Silvio Clementelli. Il commento musicale è di nuovo affidato a Fred Bongusto. L'operazione commerciale, però, non sortì affatto l'effetto sperato ed il film si rivelò un autentico fiasco al botteghino. I contraccolpi di questo insuccesso, unitamente alle vicende giudiziarie di cui è suo malgrado protagonista, spinsero l'attrice ad abbandonare definitivamente il mondo dello spettacolo. Nel corso della lavorazione di Malizia 2000 si sottopose alle cure di un chirurgo estetico, il quale le praticò delle iniezioni di collagene al viso, per nascondere alcuni inestetismi tipici dell'età, ma l'infausto effetto delle iniezioni al viso ebbero come risultato quello di deturparne i lineamenti. Tale episodio è in seguito al centro di un processo civile, che vede contrapposta l'attrice al produttore ed al regista del film, rei di averla costretta a sottoporsi al trattamento anti-rughe, nonché al chirurgo plastico, per avere materialmente eseguito le iniezioni di collagene. Secondo i legali di Laura Antonelli i trattamenti estetici avrebbero sfigurato la propria assistita, deturpandone i lineamenti del viso, a seguito di una reazione allergica alle sostanze iniettatele. In conseguenza di ciò, ai tre viene chiesto un risarcimento di trenta miliardi di lire. Dopo tredici anni di attesa, sulla base della relazione tecnica redatta da un pool di esperti, il Tribunale di Roma respinse la richiesta di maxi risarcimento e sentenziò che le alterazioni dermatologiche patite da Laura Antonelli non vanno ascritte alle sostanze iniettatele, bensì ad una reazione allergica nota come edema di Quincke, che non ha nulla a che vedere con il trattamento estetico praticatole. Di conseguenza, il chirurgo plastico venne scagionato da ogni accusa, così come il produttore ed il regista citati in giudizio dai legali dell'attrice. Le ripercussioni del processo per droga e l'eccessiva lentezza di quest'ultimo fecero scivolare Laura Antonelli in una condizione di profonda sofferenza psichica, che ne determinò il ricovero presso il centro d’igiene mentale di Civitavecchia in più di un'occasione. Ciò spinse i legali dell'attrice a citare in giudizio il Ministero di Grazia e Giustizia, chiedendo un adeguato risarcimento da parte dello Stato italiano per la propria assistita. Nel 2003, al termine del processo di primo grado, a Laura Antonelli venne riconosciuto un risarcimento forfettario di diecimila euro. Una somma per nulla adeguata al danno subito, sostennero i legali dell'attrice, che sottoposero il caso giudiziario ed umano della propria assistita anche alla Corte Suprema dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo. L'estenuante iter processuale si conclude con esito favorevole per Laura Antonelli, alla quale la Corte d'Appello di Perugia, con decreto del 23 maggio 2006, riconosce un risarcimento di cento ottomila euro, più gli interessi, per i danni di salute e di immagine patiti a seguito della sua odissea giudiziaria, protrattasi per nove anni. Fondamentale ai fini della sentenza fu la consulenza tecnica di Francesco Bruno, noto psichiatra specializzato in psicopatologie, il quale nella propria relazione dichiara che l'abnorme durata del procedimento giudiziario ha «senz'altro influito in modo determinante sulla destabilizzazione morale e psichica» dell'attrice. La legittimità di tale sentenza ed il conseguente risarcimento in denaro a favore di Laura Antonelli sono ribaditi e confermati in via definitiva anche dalla Corte di Cassazione, con ordinanza numero 22280 (5 giugno - 24 ottobre 2007). 
Il 3 giugno 2010 l'attore Lino Banfi lanciò un appello dalle pagine del Corriere della Sera all'allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi ed al ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi, in cui chiedeva sostegno economico per la Antonelli che si trovava in una situazione di sofferenza economica. Sebbene il Ministro avesse accolto la richiesta auspicando l'applicazione della legge Bacchelli a sostegno degli artisti, l'attrice aveva fatto sapere di preferire di non esssere aiutata e di essere invece dimenticata.Nel 2013 il cantante Simone Cristicchi le dedicò una canzone chiamata per l'appunto Laura che sta a sottolineare la sua vita dimenticata.

FILMOGRAFIA

Il magnifico cornuto, regia di Antonio Pietrangeli (1964)
Le sedicenni, regia di Luigi Petrini (1965) 
Le spie vengono dal semifreddo, regia di Mario Bava (1966) 
Scusi, lei è favorevole o contrario?, regia di Alberto Sordi (1966) 
La rivoluzione sessuale, regia di Riccardo Ghione (1968) L'arcangelo, regia di Giorgio Capitani (1969) 
Un detective, non accreditata, regia di Romolo Guerrieri (1969) 
Venere in pelliccia (alias Le malizie di Venere), regia di Massimo Dallamano (1969-1975) 
Sledge (A Man Called Sledge), regia di Vic Morrow (1970) 
Gradiva, regia di Giorgio Albertazzi (1970) 
Incontro d'amore, regia di Paolo Heusch e Ugo Liberatore (1970) 
Gli sposi dell'anno secondo (Les mariés de l'an II), regia di Jean-Paul Rappeneau (1971) 
Il merlo maschio, regia di Pasquale Festa Campanile (1971) 
Senza movente (Sans mobile apparent), regia di Philippe Labro (1971) 
Nonostante le apparenze... e purché la nazione non lo sappia... 
All'onorevole piacciono le donne, regia di Lucio Fulci (1972) 
Trappola per un lupo (Docteur Popaul), regia di Claude Chabrol (1972) 
Malizia, regia di Salvatore Samperi (1973) Sessomatto, regia di Dino Risi (1973) 
Peccato veniale, regia di Salvatore Samperi (1974) 
Simona, regia di Patrick Longchamps (1974) 
Mio Dio come sono caduta in basso!, regia di Luigi Comencini (1974) 
Divina creatura, regia di Giuseppe Patroni Griffi (1975) 
L'innocente, regia di Luchino Visconti (1976) 
Gran bollito, regia di Mauro Bolognini (1977) 
Mogliamante, regia di Marco Vicario (1977) 
Letti selvaggi, regia di Luigi Zampa (1979) 
Il malato immaginario, regia di Tonino Cervi (1979) 
Mi faccio la barca, regia di Sergio Corbucci (1980) 
Passione d'amore, regia di Ettore Scola (1981) 
Il turno, regia di Tonino Cervi (1981) 
Casta e pura, regia di Salvatore Samperi (1981) 
Viuuulentemente mia, regia di Carlo Vanzina (1982) 
Porca vacca, regia di Pasquale Festa Campanile (1982) 
Sesso e volentieri, regia di Dino Risi (1982) 
Tranches de vie, regia di François Leterrier (1985) 
La gabbia, regia di Giuseppe Patroni Griffi (1985) 
La venexiana, regia di Mauro Bolognini (1986) 
Grandi magazzini, regia di Castellano e Pipolo (1986) 
Rimini Rimini, regia di Sergio Corbucci (1987) 
Roba da ricchi, regia di Sergio Corbucci (1987) 
Gli indifferenti, regia di Mauro Bolognini (1988) Miniserie TV 
Disperatamente Giulia, regia di Enrico Maria Salerno (1989) Miniserie TV 
L'avaro, regia di Tonino Cervi (1990) 
Malizia 2000, regia di Salvatore Samperi (1991)

© Riproduzione riservata.

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