giovedì 4 giugno 2015

LA MORTE DI MASSIMO TROISI (04/06/1994)

Di Giampaolo Carboni.
E' scomparso prematuramente, a quarantuno anni, per un fatale attacco cardiaco, conseguente a febbri reumatiche  di cui soffriva sin dall'età di dodici anni. Massimo Troisi (NELLA FOTO IN ALTO) ci ha lasciato così decedendo a Roma. Era nato a San Giorgio a Cremano il 19 febbraio del 1953 cittadina alle porte di Napoli, da Alfredo Troisi, macchinista ferroviario, e da Elena Andinolfi, casalinga. Crebbe in una famiglia molto numerosa; abitò nella stessa casa con i genitori, cinque fratelli, due nonni, gli zii e i loro cinque figli. Troisi si diplomò geometra all'Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri "Eugenio Pantaleo" di Torre del Greco. Contemporaneamente scrisse alcune poesie in dialetto ispirate a Pasolini, suo autore preferito. Nel 1972 a Troisi venne diagnosticata un'anomalia cardiaca che lo obbligò, nel 1976, a recarsi negli Stati Uniti per un intervento alla valvola mitralica; alle spese del viaggio contribuì una colletta organizzata, tra gli altri, dal quotidiano di Napoli Il Mattino. L'operazione venne eseguita a Houston dal professor Michael E. De Bakey ed ebbe buon esito, tanto è vero che Troisi riprese la sua carriera teatrale poco tempo dopo. Troisi non amava parlare della sua malattia, solo i familiari e gli amici intimi erano a conoscenza dei suoi problemi di saluteTroisi cominciò la sua carriera di attore, dal 1969, nel teatro parrocchiale della Chiesa di Sant'Anna insieme ad alcuni amici d'infanzia (tra cui Lello Arena, Nico Mucci, Valeria Pezza). Successivamente il gruppo affitterà un garage in via San Giorgio Vecchio, 31 che verrà chiamato Centro Teatro Spazio, dove verranno rappresentati diversi spettacoli in stile pulcinellesco, al quale si aggiunge una commedia scritta dallo stesso Troisi: Si chiama Stellina. Al gruppo si aggiungerà successivamente anche Vincenzo Purcaro, che più tardi cambierà il suo cognome in Decaro. Dopo il ritorno di Troisi dagli Stati Uniti, dove si era recato per l'intervento chirurgico, il gruppo del Centro Teatro Spazio si assottiglia e nasce quello de I Saraceni che, oltre all'attore napoletano, comprende anche Enzo Decaro e Lello Arena. In seguito il gruppo cambierà definitivamente nome in La Smorfia, voluto proprio dallo stesso Troisi in quanto « è un riferimento, tipicamente napoletano, a un certo modo di risolvere i propri guai: giocando al Lotto, e sperando in un terno secco... la "smorfia", infatti, non è altro che l'interpretazione dei sogni e dei vari fatti quotidiani, da tradurre in numeri da giocare a lotto».Dopo alcuni spettacoli al Teatro Sancarluccio di Napoli, il gruppo ha un rapido successo che gli consente di approdare prima al cabaret romano La Chanson e ad altri spettacoli comici in tutta Italia, poi alla trasmissione radiofonica Cordialmente insieme, e infine in televisione, dove il trio partecipa ad alcuni programmi tra i quali Non stop (1977), La sberla (1978) e Luna Park (1979). L'ultimo spettacolo teatrale del trio è Così è (se vi piace), citazione del Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello. Dopo aver lasciato la Smorfia, Troisi decise di intraprendere la carriera cinematografica. Il produttore Mauro Berardi gli propose un film di Luigi Magni, "'O Re", dedicato a re Francesco II di Borbone, che lui però rifiutò in favore di Ricomincio da tre, sempre prodotto da Mauro Berardi, pellicola nella quale debuttò sia come attore che come sceneggiatore e regista. Il film, acclamato dalla critica, permise a Troisi di ottenere tre Nastri d'argento per il miglior regista esordiente, miglior attore esordiente e per il miglior soggetto e due David di Donatello per il miglior film e per il miglior attore. Il film ottenne anche un buon successo di pubblico. L'anno seguente accettò di dirigere uno speciale televisivo trasmesso da Rai Tre per la serie Che fai, ridi?, dedicato ai nuovi comici italiani di inizio anni ottanta, Morto Troisi, viva Troisi!, con Marco Messeri, Roberto Benigni, Lello Arena e Carlo Verdone. Sempre nel 1982, tornò a recitare al fianco di Lello Arena nel film No grazie, il caffè mi rende nervoso, nel quale un fanatico e invasato difensore delle tradizioni napoletane (pizza, sole e mandolino), cercando in tutti i modi di impedire lo svolgimento del "Primo Festival Nuova Napoli", simbolo della novità usurpatrice della tradizione, finisce col provocare la morte di Troisi, in un vicolo, dentro un organetto e con la pizza in bocca. Di questo film sono da ricordare in particolare i monologhi di Troisi nell'albergo, al commissariato e dal giornalaio. La successiva tappa della carriera cinematografica è del 1983, con Scusate il ritardo, nel quale il protagonista è simile nei caratteri al Gaetano del film precedente, ma più timido e impacciato; è incapace di consolare un suo amico in crisi affettiva ma è a sua volta incapace di amare la sua donna. Il titolo del film è un riferimento sia al troppo tempo trascorso dal film precedente, del 1981, sia ai diversi tempi dell'amore e alla non sincronia dei rapporti di coppia.
Altro grande successo di pubblico lo ottenne nel 1984 con Non ci resta che piangere, unico film a fianco di Roberto Benigni, da lui molto lontano per lingua e gestualità. Il film - basato su una trama elementare - è ricco di citazioni storiche e rimane comunque nell'immaginario collettivo per le invenzioni e le gag di Troisi e Benigni. Mario (Troisi) e Saverio (Benigni), trovato chiuso un passaggio a livello, passano la notte in una locanda, ma la mattina scoprono di essersi risvegliati a "Frittole", nel 1492. Devono adeguarsi alla vita dell'epoca pur sperando di rientrare nel loro mondo. Fra le tante gag è da menzionare la scena della scrittura di una lettera a Girolamo Savonarola, chiara citazione dell'analoga scena interpretata da Totò e Peppino De Filippo in Totò, Peppino e la... malafemmina. Inoltre, nel 1986 Troisi ebbe un piccolo ruolo nel film diretto da Cinzia Torrini, Hotel Colonial, girato in Colombia, nel quale tenta la carta del cast internazionale. Troisi interpreta un traghettatore napoletano emigrato in Sudamerica che aiuta il protagonista nella ricerca del fratello. Nel 1987 fu attore e regista in Le vie del Signore sono finite, ambientato durante il periodo fascista; interpretò il ruolo di Camillo Pianese, un invalido "psicosomatico", assistito dal fratello Leone (l'inseparabile amico di sempre Marco Messeri), lasciato dalla sua donna e che si trova a consolare un suo amico, malato autentico e innamorato della stessa donna senza essere ricambiato. Il film vinse il Nastro d'argento alla migliore sceneggiatura. Nel triennio seguente collaborò come attore con Ettore Scola in tre film, i primi due con Marcello Mastroianni: Splendor (1988), in cui è proiezionista di un cinema prossimo alla chiusura; Che ora è? (1989), sui rapporti conflittuali tra padre e figlio,per il quale venne premiato con la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, ex aequo con Mastroianni, alla Mostra del Cinema di Venezia; e Il viaggio di Capitan Fracassa (1990), dove interpretò Pulcinella, presentato in anteprima alla 41ª edizione al "Berlin International Film Festival". L'ultima regia di Troisi, dove è anche sceneggiatore e protagonista, è quella di Pensavo fosse amore... invece era un calesse del 1991, con Francesca Neri e Marco Messeri. All'inizio del 1994 Troisi, recatosi ancora una volta negli Stati Uniti per dei controlli cardiaci, apprese di dover sottoporsi con urgenza a un nuovo intervento chirurgico, ma decise di non rimandare le riprese del suo nuovo film:Il postino (1994), girato a Procida e Salina e diretto da Michael Radford, liberamente tratto dal romanzo Il postino di Neruda di Antonio Skármeta, che tratta dell'amicizia tra un umile portalettere e Pablo Neruda (Philippe Noiret) durante l'esilio del poeta cileno in Italia. Troisi riuscì a terminare le riprese del film con enorme fatica e con il cuore stremato, facendosi sostituire in alcune scene da una controfigura. Troisi morì nel sonno, nella casa della sorella Annamaria e in compagnia del suo più grande amico sin dall'infanzia, Alfredo Cozzolino, a Ostia, quartiere marino di Roma, per attacco cardiaco, il 4 giugno 1994, dodici ore dopo aver terminato le riprese de Il postino. Due anni dopo la morte di Troisi,nel 1996 Il postino venne candidato a cinque Premi Oscar (tra le quali Massimo Troisi come miglior attore: il quarto di tutti i tempi a ricevere una nomination per l'Oscar postumo), ma delle cinque nomination si concretizzò solo quella per la migliore colonna sonora (scritta da Luis Bacalov). Le spoglie sono conservate nel Cimitero di San Giorgio a Cremano insieme a quelle della madre e del padre. Troisi, nel corso della sua carriera, è stato accolto in maniera favorevole da gran parte della critica cinematografica italiana, ma anche internazionale. Già il suo primo film, Ricomincio da tre, ricevette grandi consensi da parte della critica, con particolare attenzione per lo stesso Troisi, che venne definito a quel tempo come il "salvatore del cinema italiano", allora ritenuto in crisi. Inoltre, già all'uscita di Ricomincio da tre, Troisi venne paragonato a Totò e a Eduardo de Filippo, paragone che con franchezza egli così commentò: «No, a me sembra anche irriverente fare questo paragone. Ma non lo dico per modestia, perché non si fa il paragone con Totò o con Eduardo, questa è gente che è stata trenta-quaranta anni e quindi ci ha lasciato un patrimonio».
Il secondo film, Scusate il ritardo, è stato definito dalla critica italiana come "l'opera migliore dell'autore partenopeo". Antonio Tricomi su "Cinemasessanta" del 1983 scrisse: «Ancora una volta Troisi ha saputo cogliere gli umori della sua generazione, passata dalle aperture utopistiche ad un sedentarismo domestico e claustrofobico, dalla foga contestataria fino ad un'insofferenza flebile e diffusa, dai miti della rivoluzione sessuale ad una paralizzante insicurezza nei confronti delle donne». L'unico insuccesso è il film con Benigni, Non ci resta che piangere, il quale venne accolto tiepidamente dalla critica, nonostante il grandissimo successo al botteghino. Troisi apparve successivamente in Il viaggio di Capitan Fracassa nel ruolo di Pulcinella, personaggio paragonato spesso a Troisi per la comicità, per l'uso del dialetto, ma anche per l'aspetto e il modo di recitare. Federico Salvatore, originario di San Giorgio a Cremano come Troisi, in un'intervista a Vite straordinarie, ha definito Troisi un "Pulcinella moderno". Probabilmente il maggiore successo di Troisi è Il postino, il suo ultimo film. L'attore ricevette ottime critiche da moltissimi attori internazionali, tra i quali Sean Connery, che rivelò che gli «avrebbe fatto piacere girare un film con Troisi», e inoltre ottenne anche numerose recensioni favorevoli da giornali americani, come The Washington Times («Il Postino rappresenta quel trionfo internazionale che Troisi sperava di avere e che non ha fatto in tempo a godersi») e anche The New York Times («Troisi dà al suo personaggio una verità e una semplicità che significa tutto»).
Nella sua carriera teatrale e cinematografica, Troisi ha sempre parlato con la sua lingua napoletana. La parlata di Troisi è come una "lingua confidenziale", con la quale l'attore napoletano si sentiva a suo agio. Agli esordi Troisi non ritenne prioritaria la questione della comprensibilità e perciò continuò a parlare unicamente in napoletano. Nonostante in quel periodo la parlata dell'attore suscitasse immediatamente attenzione nella cinematografia italiana, in quanto gli elementi dialettali venivano proposti con intransigenza ed estremismo, Troisi non se ne curò molto e affermò più volte, nel corso di interviste o apparizioni televisive, di saper parlare unicamente il suo dialetto. Ad esempio si ricorda l'intervista per Mixer di Isabella Rossellini, nella quale la giornalista chiese a Troisi «Ma perché parli sempre in napoletano?» ricevendo da quest'ultimo la risposta: «Perché è l'unico modo in cui so parlare». In seguito, Troisi ebbe l'urgenza di voler comunicare anche a un pubblico maggiore e per questo la presenza del dialetto dai suoi film dopo Scusate il ritardo si affievolisce Troisi, quindi, realizza una lingua "italiana popolare", ma comunque ricca di venature dialettali. Nei suoi film e sketch, Troisi utilizza una larga varietà di tematiche che spesso sono al centro di quasi tutto l'arco narrativo dell'opera. Troisi ha più volte preso ispirazione dalla sua famiglia per alcuni sketch televisivi e teatrali. Nel corso di un'intervista a Vite straordinarie riguardo l'attore napoletano, Renato Scarpa ha raccontato che la comicità di Troisi scaturisce dalla famiglia stessa dell'attore, e ne sono una prova i moltissimi aneddoti che la madre raccontava ai suoi figli dopo essere tornata dal mercato. Ricorrenti sono anche le apparizioni televisive in cui Troisi parlava della sua famiglia, sottolineando le caratteristiche di alcuni dei suoi familiari, specialmente il nonno e la nonna, che Troisi definiva i "capocomici". Anche ne La Smorfia, Troisi si ispira alla sua famiglia per realizzare alcuni sketch. A Pippo Baudo rivelò come la battuta fosse ispirata a un fatto reale riguardo a suo nonno al quale, invece di mescolare i flaconcini con la medicina e quelli con l'acqua distillata, la nonna iniettò solamente quest'ultima: nonostante l'errore, il nonno diceva di sentirsi meglio.Anche nei suoi film, Troisi si è ispirato alla sua famiglia per realizzare nuovi personaggi o situazioni: ad esempio, in Ricomincio da tre la scena del matrimonio della sorella, interpretata da Cloris Brosca, si ispira davvero al matrimonio della sorella dell'attore,mentre in Scusate il ritardo, il personaggio del fratello che fa l'attore comico di successo (interpretato da Franco Acampora) era un personaggio autobiografico. In moltissimi film e sketch de La Smorfia, Troisi non manca di parlare anche della città di Napoli e, soprattutto, delle problematiche che all'epoca la affliggevano. Troisi, semplicemente, denuncia ironicamente i problemi che affliggevano il capoluogo campano, citando ad esempio la mancanza d'acqua, la mortalità infantile a causa dei virus (Napoli) e la difficoltà nel trovare lavoro (Natività). Troisi approfondisce questi temi anche nello sketch Il basso, sempre de La Smorfia, dove stavolta interpreta un napoletano frustrato, vittima della povertà della sua terra che cerca di raccontare in televisione la sua situazione.
La caratteristica che predomina nei film di Troisi e nella sua vita personale è sicuramente la sua timidezza. Sebbene la timidezza sia stata per Troisi un difetto negli anni giovanili (in un'intervista, ad esempio, Troisi dichiarava di non essere mai stato molto bravo con le ragazze proprio perché era timido), egli ha saputo rendere questa peculiarità un elemento di grande successo nei personaggi che lui stesso interpreta. Ad esempio, in Ricomincio da tre, la timidezza del personaggio interpretato da Troisi, Gaetano, nei confronti dell'altro sesso è l'elemento portante dell'intera storia del film. Ciò ritorna anche nei successivi film di Troisi, come Pensavo fosse amore... invece era un calesse e soprattutto ne Il postino, dove il personaggio dell'attore napoletano riesce a vincere la sua timidezza grazie alla poesia. Troisi è sempre stato molto religioso, così come tutti i membri della sua famiglia, in particolare la madre che gli insegnava diligentemente i principi del cristianesimo. Troisi inserisce la religione sia nei suoi sketch sia in alcuni dei suoi film. Ad esempio, in Ricomincio da tre, la religione si manifesta attraverso la ricerca del miracolo da parte del padre del personaggio interpretato da Troisi che, attraverso le preghiere, tenta di convincere la Madonna a fargli ricrescere la mano. Nonostante questo, Troisi era solito prendere in giro anche la religione in alcuni dei suoi sketch, come ad esempio nel famoso episodio della Natività, dove Troisi metteva in scena delle parodie dell'Angelo Gabriele, del Cherubino, di un Re Mago e di Ponzio Pilato. Sempre in Ricomincio da tre, inoltre, Troisi inserisce anche il tema del paranormale (ad esempio quando cerca di muovere degli oggetti attraverso la telecinesi).
Nel film Scusate il ritardo e in molte interviste, Troisi, dopo una simpatia giovanile per la Roma, non nascose mai il suo tifo per la squadra di calcio del Napoli, all'epoca al successo grazie a Diego Armando Maradona. Lo stesso Troisi conobbe il calciatore e i due ebbero modo di frequentarsi in molte occasioni. Troisi è stato legato sentimentalmente alla scrittrice Anna Pavignano, con la quale ha avuto anche un sodalizio artistico durato fino alla sua morte, a Jo Champa, conosciuta sul set de Le vie del Signore sono finite, a Clarissa Burt e a Nathalie Caldonazzo, con la quale rimarrà legato fino alla sua prematura scomparsa. Anna Falchi, nel 2008, ha rivelato di aver avuto una relazione segreta con Troisi, presumibilmente all'inizio degli anni novanta, quando l'attore era però già fidanzato.
Tra le collaborazioni artistiche ricorrenti di grande rilievo nella carriera di Troisi, sicuramente troviamo quelle con: 

-Marco Messeri 
-Lello Arena 
-Pino Daniele 
-Roberto Benigni 
-Ettore Scola 
-Marcello Mastroianni
-Anna Pavignano

Tra queste collaborazioni vanno ricordate in particolare quelle con Marco Messeri, Anna Pavignano e Pino Daniele, tutti conosciuti da Troisi nella trasmissione televisiva Non stop: col primo avvierà un sodalizio artistico e umano molto importante, la seconda sceneggerà molti film interpretati da Troisi, mentre il terzo comporrà la colonna sonora di Ricomincio da tre, Le vie del Signore sono finite e Pensavo fosse amore... invece era un calesse. Altra importante collaborazione è con Roberto Benigni, con il quale Troisi dirige, scrive e interpreta Non ci resta che piangere. Gli attori appariranno insieme anche in Morto Troisi, viva Troisi! e "FF.SS." - Cioè: "...che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?". La coppia ottiene un grande successo di pubblico e il film da loro diretto è considerato una delle "pietre miliari della nuova comicità italiana".
Non a caso queste due personalità rappresentano l'identità regionale tipica del comico italiano che riesce però a spandere la propria vena coinvolgendo e conquistando l'intera nazionalità. Anche dopo l'esperienza artistica i due attori si terranno spesso in contatto e infatti avranno modo di discutere sull'eventualità di girare un sequel di Non ci resta che piangere, poi mai realizzato a causa della prematura scomparsa di Troisi.

TRIBUTI

Nel 1996, a due anni dalla sua morte, a San Giorgio a Cremano è stato istituito in sua memoria il Premio Massimo Troisi, mentre nel 2003 gli è stato dedicato un museo e un istituto. Nel 1998, la canzone Απόψε (CD Λάφυρα), cantata da Μελίνα Κανά con Θανάσης Παπακωνσταντίνου, autore di testo e musica, vi si riferisce: "...Questa notte il mio cuore diventerà una vecchia bicicletta che vuole apparire in cielo, per incontrare Massimo Troisi e dirgli che nel mezzo di una notte la vita cambia. Stanotte la canzone diventerà un abbraccio che accoglierà anche te per quanto tu sia lontano..." Sono presenti almeno due tributi a Troisi nel film di Benigni La vita è bella. Uno è quello della scena del teatro dove Benigni cerca di far girare la maestra con la "telepatia" dicendo "voltati, voltati...", scena ripresa da Ricomincio da tre, film in cui Troisi in una delle scene iniziali, cerca di far avvicinare un vaso utilizzando la stessa tecnica. Il secondo tributo è la celebre scena in cui Benigni per incontrare la maestra percorre tutto il quartiere in corsa sfinendosi. Sempre in "Ricomincio da tre" Troisi per incontrare la signorina del manicomio, appena arrivato a Firenze, gira di corsa intorno al palazzo. Nel 2008 Pino Daniele ha ricordato Troisi dedicandogli il suo cofanetto di successi Ricomincio da 30, uscito nei negozi il 16 maggio 2008. Sul retro del libretto allegato al lavoro discografico si possono leggere le seguenti parole dedicate all'attore scomparso: Caro Massimo questo progetto è dedicato a te. Nu Bacio! Pino. Nel 2009 all'attore è stato dedicato il nome della ciclofficina popolare nel centro storico di Napoli. Il 5 giugno 2012, Enzo Decaro ha condotto su Rai 1 in prima sera un programma dedicato a Massimo Troisi intitolato Un poeta per amico. Massimo Troisi. La Pixar Animation Studios si è ispirata a Massimo Troisi per realizzare le movenze dei personaggi del corto La luna, diretto da Enrico Casarosa. Il 19 febbraio 2015,nel giorno in cui l'attore avrebbe compiuto 62 anni,il comune di San Giorgio a Cremano dedica una casa-museo al suo concittadino gestita dall'associazione del fratello Luigi. Tra gli oggetti presenti,tutti appartenuti personalmente all'attore,troviamo la bicicletta utilizzata per le riprese de "Il Postino". Da una classifica stilata dalla Federazione Italiana Psicologi nel 1997, Massimo Troisi risultava essere un mito per la maggior parte dei giovani.

FILMOGRAFIA

DA ATTORE

Ricomincio da tre, regia di Massimo Troisi (1981)
Morto Troisi, viva Troisi!, regia di Massimo Troisi (1982) - film TV
No grazie, il caffè mi rende nervoso, regia di Lodovico Gasparini (1982)
Scusate il ritardo, regia di Massimo Troisi (1983)
"FF.SS." - Cioè: "...che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?", regia di Renzo Arbore (1983)
Non ci resta che piangere, regia di Massimo Troisi e Roberto Benigni (1984)
Hotel Colonial, regia di Cinzia TH Torrini (1987)
Le vie del Signore sono finite, regia di Massimo Troisi (1987)
Splendor, regia di Ettore Scola (1989)
Che ora è?, regia di Ettore Scola (1989)
Il viaggio di Capitan Fracassa, regia di Ettore Scola (1990)
Pensavo fosse amore... invece era un calesse, regia di Massimo Troisi (1991)
Il postino, regia di Michael Radford e Massimo Troisi (1994)

REGISTA

Ricomincio da tre (1981)
Morto Troisi, viva Troisi! (1982) - film TV
Scusate il ritardo (1983)
Non ci resta che piangere, co-regia con Roberto Benigni (1984)
Le vie del Signore sono finite (1987)
Pensavo fosse amore... invece era un calesse (1991)

SCENEGGIATORE

Ricomincio da tre, regia di Massimo Troisi (1981)
Morto Troisi, viva Troisi!, regia di Massimo Troisi (1982) - film TV
No grazie, il caffè mi rende nervoso, regia di Lodovico Gasparini (1982)
Scusate il ritardo, regia di Massimo Troisi (1983)
Non ci resta che piangere, regia di Massimo Troisi e Roberto Benigni (1984)
Le vie del Signore sono finite, regia di Massimo Troisi (1987)
Pensavo fosse amore... invece era un calesse, regia di Massimo Troisi (1991)
Il postino, regia di Michael Radford e Massimo Troisi (1994)

PREMI E RICONOSCIMENTI

David di Donatello per miglior film e miglior attore protagonista per Ricomincio da tre (1981).

Globo d'oro 1980-1981: opera prima e attore rivelazione per Ricomincio da tre;
Nastri d'argento 1981: migliore soggetto, miglior regista esordiente, miglior attore esordiente per Ricomincio da tre; Targa Mario Gromo 1981: migliore attore esordiente per Ricomincio da tre; 
46ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia: Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile (ex aequeo con Marcello Mastroianni) per Che ora è?: Premi Vittorio De Sica 1983 per il cinema italiano;
Nastri d'argento 1988: miglior sceneggiatura per Le vie del Signore sono finite (con Anna Pavignano); 
Premio Pasinetti 1989 per Che ora è?;
Ciak d'oro 1990: migliore attore protagonista per Che ora è?; 
Nastro d'argento speciale 1995 a Massimo Troisi per Il postino (postumo);
Screen Actors Guild Awards 1996: nomination come miglior attore cinematografico per Il postino; 
Premi Oscar 1996: nomination come miglior attore e migliore sceneggiatura non originale (con Anna Pavignano, Michael Radford, Furio Scarpelli e Giacomo Scarpelli) per Il postino.



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