giovedì 17 settembre 2015

TRENI E BUS,NUOVI TAGLI.E AUMENTANO LE TARIFFE (17/09/2015)

Di Cristina Cossu.

Il Supertreno è fermo, forse parte a Natale. Il contratto con Trenitalia è in discussione da oltre un anno, non c'è accordo sul corrispettivo ma di sicuro il prezzo del biglietto (integrato) per i passeggeri aumenterà. Nel resto d'Italia la società di Ferrovie dello Stato investe molto anche sui mezzi, qui, niente: i treni li compra la Regione, che spende pure per rinnovare le rotaie. Poi c'è la questione dei tempi: si vogliono eliminare i doppioni di linee ma ci sono zone scoperte in diverse fasce orarie. «Di mattina le corse sui bus vanno verso i capoluoghi e di sera tornano verso i piccoli centri, rendendo impossibile muoversi in senso inverso», denuncia Michele Vacca, dell'associazione Utenti del trasporto pubblico. In più Filt Cgil avverte: la Giunta vuole tagliare diversi chilometri bus all'Arst e alle aziende private, e molti altre alla ferrovia a scartamento ridotto. Per risparmiare «solo 8 milioni di euro», in cambio di un impatto sociale devastante. La «razionalizzazione» del trasporto pubblico locale avviata a gennaio scorso ha generato il caos e fatto infuriare tutti. Lunedì prossimo alle 10 l'assessore ai Trasporti Massimo Deiana ha chiamato i sindacati (su loro richiesta) per discutere dei problemi del comparto. Si punta sui treni, si sa, e si rivedono le tratte su strada, ma il discorso non vale dappertutto: la mannaia della spending review, per un ulteriore 30 per cento, potrebbe ricadere anche sulla Nuoro-Macomer. «Abbiamo sventato il blitz a Ferragosto», dice Arnaldo Boeddu, segretario generale Cgil Trasporti, «ma la macelleria è soltanto rinviata. A ogni riunione dell'esecutivo temiamo che la delibera sia approvata: ci aspettiamo la cancellazione di 1,2 milioni di chilometri bus per l'Arst, 2 milioni di chilometri bus per le aziende private e 150 mila chilometri treno di Arst». Questo Piano “strategico” darebbe «un risultato minimo per quanto riguarda il risanamento del bilancio regionale, ma drammatico sotto altri punti di vista». Perché «molti collegamenti, soprattutto quelli con le località balneari e le comunità montane verrebbero meno, con il conseguente impoverimento e isolamento di territori già penalizzati». Inoltre, incidere sulla direttrice Macomer-Nuoro, «sarebbe una scelta miope e sbagliata». Primo perché si è detto che il trasporto ferroviario «deve essere primario rispetto a quello su autobus»; secondo «perché il costo per tenere in esercizio la ferrovia è talmente elevato che l'ammortamento si realizza solo se si hanno maggiori frequenze, non facendola viaggiare meno». Valerio Zoccheddu, segretario regionale Fit-Cisl, sottolinea che «manca una strategia complessiva e una vera razionalizzazione». E ora la preoccupazione maggiore è per il contratto di servizio con Trenitalia. «La Sicilia lo ha chiuso di recente, per nove anni, a 11,72 euro a chilometro e ha ottenuto 150 milioni di investimenti. In tutta Italia per il rinnovo del parco rotabile stanno spendendo 5 miliardi 700 milioni, in Sardegna zero. Noi i treni li paghiamo di tasca nostra e poi glieli mettiamo a disposizione. La Regione sta trattando, chiede più chilometri sulla Sassari-Olbia, in quanto la strada sarà impraticabile per i cantieri, e anche sulla Sassari-Cagliari, per i nuovi treni spagnoli, che poi veloci non saranno, ci metteranno 2 ore e 45 minuti, e serviranno ad appena il 5% dei passeggeri sardi, un centinaio al giorno».

(Da "L'Unione Sarda")

Nessun commento:

Posta un commento

Qualsiasi commento anonimo o riportante link NON sarà pubblicato

Any anonymous or linked comments will NOT be published