martedì 20 ottobre 2015

GARANZIA GIOVANI NEL CAOS TIROCINANTI SENZA COMPENSI (20/10/2015)

Di Silvia Sanna.
Per capire quanto è alto il tasso di disoccupazione giovanile è sufficiente dare un’occhiata agli elenchi pubblicati sul sito della Regione. Ci sono settantotto pagine fitte di nomi e cognomi, tutti under 29, che hanno partecipato al programma “Garanzia giovani”. E quell’elenco, in realtà, è solo una minima parte del totale. Perché al piano europeo per la lotta alla disoccupazione in Sardegna hanno risposto sinora già in 36.582. Per capire invece quanto ancora il sistema vacilli si può dare una sbirciata sui social: anche qui lunghi elenchi, di giovani che a distanza di mesi, non hanno ricevuto i compensi pattuiti – da 400 a 470 euro al mese – o aspettano la chiamata per sostenere l’esame e portare a casa l’attestato tanto desiderato. La proposta. I numeri crescono di settimana in settimana, i giovani bussano alle porte dei Csl, Centri servizi per il lavoro, in cerca di un’opportunità. Che può tradursi, a seconda dell’età, del titolo di studio e delle personali richieste e ambizioni, nello svolgimento di un tirocinio in un’azienda, in un corso professionale per imparare un mestiere, nell’esperienza di servizio civile oppure, se si ha voglia di rischiare, in un sostegno all’auto impiego e all’auto imprenditorialità. Per dare gambe ai sogni o almeno accompagnarli nella fase iniziale del cammino, la Regione ha a disposizione 54 milioni di euro. Obiettivo: inserire in un percorso valido i giovani sotto i 30 anni entro 4 mesi dalla fine degli studi o dall’inizio della disoccupazione. Tra i 36mila e spiccioli che hanno manifestato il loro interesse, la maggior parte sceglie tirocini in azienda o corsi di formazione. L’aspirazione massima alla fine del percorso è firmare un contratto d’assunzione. A qualcuno è già successo: attraverso il bonus occupazionale sono stati stipulati 310 contratti di lavoro, di cui quasi il 75% a tempo indeterminato. La stragrande maggioranza dei partecipanti, invece, attende ancora la chiamata che cambia la vita. E moltissimi aspettano i soldi annunciati e mai arrivati. La polemica. Non tutti i progetti attivati vengono retribuiti. Ed è qui che è nato il grande equivoco. I corsi di formazione professionale, della durata normalmente fissata in 200 ore, non prevedono il pagamento di un compenso ai partecipanti: «Su precisa direttiva del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali – precisano dall’assessorato al Lavoro – non è consentita l'erogazione dell'indennità di frequenza e del rimborso spese di trasporto, come da prassi per altre attività formative per le quali l'assessorato ha maggiore autonomia di spesa». Una brutta delusione per tanti giovani convinti di portare a casa almeno 400 euro, 2 per ogni ora di lezione. I soldi non arrivano. È invece previsto un compenso per chi fa servizio civile o un tirocinio in azienda: dai 433 ai 470 euro al mese per percorsi che possono durare da 3 a 12 mesi. I soldi, liquidati dall’Inps, arrivano spesso con notevole ritardo. Due, tre mesi, c’è chi ancora aspetta i voucher di luglio. I giovani formati restano disoccupati e, soprattutto, senza un euro.

(Da "La Nuova Sardegna")

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