Di Redazione.
Nata nel 2009, sedi a Cagliari e nella Silicon Valley, in pochi mesi è diventata leader italiana (e tra le prime al mondo) in un settore nuovissimo e in crescita esponenziale. Con Paperlit, infatti, ogni tipo di contenuto editoriale può migrare sui più attuali media mobili: iPhone, iPod Touch, iPad, smartphone e web. Paperlit offre accesso istantaneo alle ultime edizioni di quotidiani e riviste, massima fedeltà alla versione stampata, stesso aspetto e stesse caratteristiche grafiche. L'offerta di Paperlit è diretta agli editori e in Italia viene utilizzato per tutti i quoditiani sfogliabili su iPad, da Repubblica al Corriere della Sera, alla Nuova Sardegna. La Paperlit, dopo i primi mesi di test sul mercato nazionale, ha iniziato la conquista dell'America e tra i suoi clienti c'è già il New York Magazine. Creatore di Paperlit è il veronese Gionata Mettifogo, che ha alle sue spalle una lunga esperienza in Tiscali. Paperlit è stata sostenuta economicamente da Annapurna Ventures e da The Net Value, due operatori italiani attivi nelle «start up» tecnologiche che investono in imprese ad alto potenziale. Annapurna Ventures è stata fondata da Massimiliano Magrini, che ha lanciato sul mercato italiano Altavista e nel 2002 Google. The Net Value, invece, è un incubatore di imprese creato da Mario Mariani e da Enrico Gaia. Mario Mariani, cagliaritano di quarantatré anni, fu tra i fondatori di Tiscali nel 1998 e quindi, dal 2006, amministratore delegato di Tiscali Italia. Mario Mariani, in particolare, è stato coinvolto in prima persona in Paperlit fin dalla sua fondazione, offrendo un sostanziale contributo alla definizione del business plan e del piano di sviluppo strategico. Paperlit è finanziata anche da Zernike Meta Ventures, tramite il Fondo Ingenium Sardegna. Ingenium è il fondo a compartecipazione pubblico-privata dedicato all'investimento in aziende innovative della regione. "Sfogliare i quotidiani su iPad o sugli altri tablet è semplicissimo ma questo non significa che l'attività che c'è dietro non sia complessa. Editori e lettori vogliono leggere il giornale sul tablet come sono abituati a farlo da duecento anni. Gli schermi permettono di farlo, basta sfiorarli con le dita. La tecnologia dei giornali si è sviluppata nei secoli e ora sono strumenti quasi perfetti. Per questo vengono trasposti sui tablet in modo diretto. Senza il mouse, inoltre, si fa più o meno quello che si fa con il giornale cartaceo" spiega Mario Mariani. Se Mariani, investendo nell'azienda di Mettifogo, ha già visto nel futuro, sicuramente avrà idea di cosa succederà nei prossimi dieci anni. "In futuro ci saranno sicuramente grandi cambiamenti. Alcuni giornali americani hanno già impaginazioni diverse, tra la versione cartacea e quella per i tablet, con modalità di interazione differenti. Attualmente abbiamo cinquecentomila utenti che usano le applicazioni dei nostri giornali e abbiamo visto che il novantacinque per cento di loro vuole una esperienza simile a quella dello sfoglio del giornale cartaceo. Solo una piccola parte, circa il cinque per cento, cerca funzioni più interattive e multimediali. In futuro, come sta già avvenendo in America, ci sarà una evoluzione, lo sfoglio sarà arricchito da video, gallerie di immagini, blog, collegamenti al web e ai social network". I tablet più diffusi utilizzeranno il sistema operativo Android, creato da Google. E come per i computer, la Apple avrà una fetta del mercato dei tablet che si attesterà intorno al dieci per cento. "Ci sono tante piccole società che offrono servizi personalizzati per gli editori. Noi siamo i primi e gli unici ad avere industrializzato un sistema che consente ad un editore di partire in quarantotto ore. La nostra intuizione è stata quella di inserirci facilmente nella catena di produzione dei media tradizionali. Tra la produzione delle pagine e la stampa c'è un passaggio intermedio: la creazione di documenti in formato pdf. E questo avviene in tutti i giornali del mondo. Noi non facciamo altro che catturare le pagine in pdf e convertirle nei vari formati adatti per la lettura su iPad, Android, e via dicendo" aggiunge Mariani. A Cagliari ci sono tante piccole aziende che operano nel mondo dell'informatica e del web, mancano però in gran parte dei casi le competenze manageriali per affrontare mercati più grandi rispetto a quello regionale. "Io ed altre persone abbiamo fatto esperienze in campo internazionale nelle tecnologie internet e nei nuovi media e siamo pronti a investire in imprese che abbiano realizzato prodotti validi. Il consiglio che do ai giovani è studiare bene, specializzandosi nelle tecnologie informatiche o nelle attività di impresa. Poi è importante una esperienza all'estero, da Londra a Los Angeles, per capire come funziona il mondo. Anche se si fanno sacrifici, e magari per un periodo si fa la fame, sicuramente si dà da mangiare al cervello. È bello poi anche tornare in Sardegna ed esportare nuove iniziative. È quello che stiamo facendo noi e dietro la Paperlit c'è davvero tanta Sardegna" conclude lo stesso Mariani.
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