mercoledì 16 novembre 2016

L'AMBURGO CHIEDE I DANNI ALL'ARBITRO SCOMMETTITORE (24/01/2005)

Di Pierfrancesco Archetti.

Allo studente di ingegneria Robert Hoyzer piacciono la musica, lo sport e la storia dell' architettura; la passione più sentita però è quella del padre: l' arbitraggio. Nell' aprile del 1994, quando deve ancora compiere 15 anni, inizia a fischiare per divertimento. Nel 2003, a soli 24 anni, l' hobby del ragazzo di Berlino è quasi un mestiere: «promettente», scrivono i commissari che lo seguono nel torneo di terza divisione. Lo fanno salire in B e anche in coppa di Germania, è all' anticamera della Bundesliga. Che in serie A, dopo 12 direzioni in B e 4 in coppa, non arriverà mai è certo da sabato, a causa di un altro passatempo che non poteva confessare sul curriculum: le scommesse. Hoyzer ha dato le dimissioni, ha restituito anche la tessera di socio dell' Hertha ed è già stato interrogato da una commissione d' inchiesta sportiva. Nessuna risposta, soltanto il silenzio: è un suo diritto visto che non è più un tesserato. La Federcalcio sospetta che l' arbitro venticinquenne abbia influenzato i risultati di partite da lui dirette e sulle quali aveva puntato. Il primo caso, il più eclatante e ufficializzato, è un Paderborn-Amburgo di coppa, giocato il 21 agosto 2004: risultato 4-2 per i padroni di casa, club di serie C, contro i professionisti di Bundesliga. I quali pensavano di aver già passato il turno dopo il 2-0 alla mezz' ora e invece dopo hanno subito due rigori e l' espulsione di Mpenza. Ma accanto a questo match si scava adesso su altri cinque. Uno di coppa: Norimberga-Ahlen 2-3, 21 settembre 2004. Due di seconda divisione: Duisburg-Greuther Furth 1-0, 26 settembre; Ahlen-Wacker 1-0, 22 ottobre. Due di terza: St.Pauli-Osnabruck 2-3, 14 agosto; Eintracht Braunschweig-St.Pauli 3-2, 5 giugno. Gare risolte o condizionate da rigori dubbi, gol invalidati, errori di Hoyzer che ora assumono un altro significato, diverso dall' inadeguatezza dell' arbitro «promettente». Un esempio: nell' ultima giornata della scorsa stagione, in terza divisione, il ragazzo aveva annullato due reti a Bounoua e Albrecht del St. Pauli, favorendo il 3-2 dell' Eintracht Braunschweig. «Nemmeno i giocatori dell' Eintracht hanno capito perché i gol non fossero validi», commentò allora il tecnico del St. Pauli, Andreas Bergmann. Tornando al caso principale, quello che inquieta di più perché colpisce molto in alto, l' Amburgo si è mosso subito chiedendo la ripetizione della partita e il ricorso alla giustizia ordinaria. «Il fatto getta un' ombra terribile sui nostri direttori di gara, ma un replay è impossibile» ha fatto sapere la Dfb. Più arrabbiato Klaus Toppmoeller, allenatore quel giorno ma in seguito licenziato dal club: «Con la sconfitta in coppa per me è iniziato il calvario e la squadra non si è più ripresa. Ritengo l' arbitro colpevole. Mi ha tolto il lavoro, sono stato danneggiato». Il presidente che lo aveva esonerato, Bernd Hoffmann, adesso è un alleato: «Forse con un altro risultato, Toppmoeller poteva essere il nostro tecnico ancora oggi». Dopo la gara girava una storia che non ha avuto conferma da una prima inchiesta: Hoyzer era andato negli spogliatoi del Paderborn nell' intervallo, sul risultato di 2-2, per dire ai giocatori di «continuare così, che al resto ci avrebbe pensato lui». La versione ufficiale invece parla della visita, senza alcun colloquio. Ieri uno dei due presidenti della Federcalcio, Theo Zwanziger, ha ammesso in televisione che «c' è l' evidenza dell' imbroglio. Abbiamo dei testimoni che sono a conoscenza del giro di soldi provenienti dalle scommesse di Hoyzer». Questa mattina il consiglio federale si riunisce in una seduta straordinaria a Francoforte. Horst Hilpert, capo della commissione d' inchiesta, illustrerà prove e fatti. «Faremo giustizia nel più breve tempo possibile, la pubblicità negativa è gravissima», ha detto Zwanziger. Oggi, nel giorno in cui è in programma la presentazione ufficiale del sistema di vendita per i biglietti del Mondiale, i boss avranno altri pensieri. La speranza è che sia un caso unico.

(Da "La Gazzetta Dello Sport")

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