Busachi, centro dell'alto oristanese a circa trentanove chilometri dal capoluogo, con poco più di 2500 abitanti, è un altro paese sardo in lutto per una nuova faida riesplosa all'improvviso con due vittime in meno di un mese. Dopo l'uccisione dell'allevatore Giovanni Antonio Mele, sessantadue anni, avvenuta il 27 Giugno scorso, in mattinata è stato trucidato, in un agguato, il cugino Cosimo Luigi Mele, cinquantasette anni anche lui allevatore di Busachi. Il killer lo ha atteso dietro un muretto a secco e gli ha esploso contro cinque colpi di fucile caricato a pallettoni. Le indagini su questo nuovo omicidio, il ventisettesimo in Sardegna dall'inizio dell'anno, si presentano particolarmente difficili per l'assenza di testimoni e per le motivazioni agro-pastorali alla radice della faida. I Carabinieri, al comando del Capitano Ivan Pistilli, responsabile della Compagnia di Ghilarza (Oristano) e gli Agenti della Squadra Mobile diretti dal dott. Gianluca Frattini, coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica Mariangela Passanisi, dopo il sopralluogo hanno interrogato i pastori della zona ed alcuni sono stati sottoposti alla prova del guanto di parafina. Sono stati anche rispolverati i fascicoli relativi agli omicidi di Cosimo Sini, 42 anni, ucciso il 26 febbraio del 1990 e di Antonio Caboni, assassinato il 20 marzo del 1992. Entrambi i delitti sono stati compiuti ad opera di ignoti nelle campagne del paese. Secondo gli investigatori, che stanno esaminando anche gli atti di un duplice tentato omicidio compiuto il 3 aprile 1990, quando l'allevatore Francesco Mele e il pastore Giovanni Caboni erano sfuggiti all'agguato fingendosi morti, vi potrebbe essere un unico legale tra le quattro morti violente. Non viene peraltro esclusa l'ipotesi che Cosimo Luigi Mele sia stato ucciso in quanto testimone o a conoscenza di circostanze legate all'omicidio del cugino Giovanni Antonio.
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