La Planche des Belles Filles, il trampolino delle belle ragazze. Fabio Aru abbraccia la prima salita vera del Tour e la sua etichetta seducente: lo fa con uno scatto secco a duemilaquattrocento metri dall’arrivo, minando le fondamenta del Team Sky. Kwiatkowski, Nieve, Henao, poi sarebbe toccato a Thomas prima della stoccata di Froome. La filastrocca invece non viene portata a termine: il sardo fa saltare la piramide facendo il vuoto, e quando la sua sagoma spunta prima del falsopiano che porta al traguardo, sembra di rivedere il Nibali trionfante di tre anni fa. Mentre il sardo dell'Astana si scatena, dietro è il festival dell’incertezza. Froome vuole prendere in mano le redini dell’inseguimento, ma vuole anche la divisione della responsabilità. Prende la maglia gialla, ma non trova alleati: la mancanza di CONTINUA A LEGGERE QUI
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