lunedì 4 settembre 2017

LA MORTE DI GIACINTO FACCHETTI (04/09/2006)

Di Redazione.

Una grande foto troneggia sul sito dell'Inter. E' il volto sorridente di Giacinto Facchetti (NELLA FOTO IN ALTO), stella nerazzurra e attuale presidente della società. Facchetti se n'è andato quest'oggi a sessantaquattro anni, stroncato da una grave malattia. Un lutto che colpisce la società di Moratti e l'intero calcio italiano. Una vita in nerazzurro quella di Facchetti, prima come giocatore e poi come dirigente. Una classe innata, un'eleganza in campo, uno stile confermato anche da dirigente. "Se ne va una persona perbene" si legge sul sito dell'Inter. Ma non se ne va solo un grande nerazzurro, se ne va un giocatore che è stato novantaquattro volte in Nazionale. Per ricordarlo, la squadra azzurra giocherà mercoledì a Parigi contro la Francia con il lutto al braccio. Come Scirea, Facchetti è stato simbolo di attaccamento alla maglia, lealtà, correttezza. Espulso una sola volta in tutta la carriera, ne parlava qualche volta con rimpianto. E il suo nome è in tutte le filastrocche, in tutte le formazioni imparate a memoria da quelli che hanno intorno ai cinquant'anni. Sarti, Burgnich, Facchetti... ma mitica formazione dell'Inter di HH, l'Inter di Angelo Moratti. Nato a Treviglio, in provincia di Bergamo, il 18 luglio 1942. Il salto nel calcio che conta ci fu nel 1960-1961, quando Helenio Herrera rimase colpito dalle sue qualità e lo volle a tutti i costi nella sua Inter per il finale di stagione. Il Mago Herrera fece di lui uno dei più grandi giocatori italiani di sempre, impiegandolo come laterale sinistro con compiti sia difensivi che offensivi. Facchetti verstì la maglia nerazzurra fino al 1978 (diciotto stagioni), collezionando con la maglia nerazzurra seicentotrentaquattro partite e settantacinque gol. Nel suo palmares vantava quattro scudetti, due Coppe Intercontinentali, due Coppe Campioni e una Coppa Italia. Sotto la sua presidenza l'Inter ha vinto due Coppe Italia e una Supercoppa italiana. Poi l'addio al calcio giocato e il passaggio alla dirigenza sempre al fianco dell'Inter. E' vice-presidente, membro del Cda, direttore tecnico. Il 30 gennaio 2004 Massimo Moratti gli lascia la massima carica: Facchetti è il primo calciatore della storia nerazzurra a essere nominato Presidente. Ha potuto almeno vedere lo scudetto sulle maglie dell'Inter. In prima persona aveva vissuto le polemiche dell'ultimo scandalo. Il giorno dopo la vittoria sulla Roma, Marco Materazzi ha voluto portargli la Supercoppa vinta, in ospedale. Dedicata al presidente anche quella. Toccanti le parole che si leggono sul sito dell'Inter: "Giacinto Facchetti ci ha lasciato troppo velocemente per non confondere, in questi attimi, il dolore e la rabbia, il senso d'ingiustizia e la preghiera. Ci ha lasciato dopo aver giocato, con determinazione e stile, l'ultima partita. Spinto nel campo del dolore da un destino nascosto, improvviso, bastardo. L'atleta, nella testa e non solo nel fisico, nella morale e nei riti di una vita quotidiana all'insegna della lealtà e dello sport, ha lasciato il posto all'uomo di sessantaquattro anni sorpreso, colpito, ferito, ma non vinto. Ha stretto i denti, ha combattuto sorretto dall'affetto dei suoi cari, di Massimo Moratti, di tutta l'Inter e di tutti gli interisti, mai abbandonato dal campionato infinito di amici che aveva, che ha, che lascia attoniti, storditi, in Italia e nel mondo".



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