“I cellulari dei cugini Paolo Enrico Pinna e Alberto Cubeddu la mattina dell’8 maggio 2015 (quando a Orune è stato ucciso lo studente Gianluca Monni, ndr) agganciavano le celle telefoniche dei loro rispettivi paesi, Nule e Ozieri. I loro cellulari sono rimasti a casa. Hanno cominciato a rigenerare traffico nel primo pomeriggio”. Così, nell’aula della Corte d’Assise di Nuoro, il maresciallo del Nucleo investigativo Graziano Marras, che ha condotto una parte delle indagini sull’omicidio di CONTINUA A LEGGERE QUI
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