giovedì 24 maggio 2018

IL DISASTRO DI PUNTA RAISI (23/12/1978)

Di Giampaolo Carboni.

Il disastro di Punta Raisi fu la seconda tragedia che riguardò lo scalo palermitano dopo quella del 1972 di Montagna Longa (Volo Alitalia 112) e prima della strage di Ustica del 1980. L'incidente fu attribuito ad un errore dei piloti nell'eseguire le procedure per un atterraggio notturno (NELLA FOTO IN ALTO L'INTERNO DEL VELIVOLO IN UNA FOTO DEL 1988). 
Il volo Alitalia 4128 era un volo di linea tra l'aeroporto di Roma-Fiumicino e Palermo-Punta Raisi con centoventinove tra passeggeri e membri dell'equipaggio a bordo. Il 23 dicembre 1978, alle ore 00:38, il McDonnell Douglas Dc-9-32 dell'Alitalia I-Dikq "Isola di Stromboli" impattò sul Mar Tirreno a circa tre chilometri a nord dell'aeroporto, sito nel comune di Cinisi, mentre era nella fase di avvicinamento finale alla pista di atterraggio. L'incidente fu attribuito a un errore dei piloti, che ritennero di essere più vicini all'aeroporto di arrivo di quanto in realtà fossero e decisero di effettuare la discesa finale prematuramente. La parte iniziale della discesa, fu effettuata in volo strumentale fino a due miglia dall'aeroporto di arrivo, poi l'equipaggio interruppe la discesa a centocinquanta piedi (cinquanta metri) di quota sul mare, e passò a pilotare manualmente cercando di individuare il punto di contatto sulla pista, perdendo però altra quota. I piloti proseguirono la manovra, ormai divenuta pericolosa, in quanto non si scorgevano le luci dell'aeroporto. Negli ultimi nove secondi del volo, però, il Dc-9 volò quasi allo stesso livello del mare, alla velocità di centocinquanta nodi (duecentottanta chilometri orari). Un colpo di vento fece perdere la pochissima quota residua e l'aereo impattò con l'acqua con l'ala destra, spezzandosi in due tronconi e affondando. La maggior parte delle vittime perì per via dell'impatto, alcuni persero la vita per le temperature rigide dell'acqua marina. Ventuno passeggeri si salvarono e furono recuperati dalle vicine barche da pesca. Morirono centotto persone, compresi tutti i cinque membri dell'equipaggio. Tra le vittime, l'autore televisivo Enzo Di Pisa e la sua famiglia. Secondo quanto dichiarato in seguito da alcuni piloti, l'incidente potrebbe essere stato causato da un'illusione ottica che avrebbe tratto in errore i piloti (black hole approach). Sembra infatti che di notte, con particolari condizioni meteo (in particolare con copertura nuvolosa a bassa quota) le luci della pista si potessero riflettere sulle nubi e in acqua, dando l'impressione che la pista si trovasse alcune centinaia di metri prima della sua posizione reale. Il disorientamento tra le informazioni degli strumenti avute durante la prima fase dell'avvicinamento e questa illusione ottica avrebbe contribuito all'incidente.

IN FILA PER UN PEZZO DEL DC9 CADUTO 

I resti del Dc 9 precipitato a Terrasini il 23 dicembre del 1978, una sciagura che costò la vita ad ottantatré persone, adesso sono diventati una sorta di souvenir per collezionisti. Tutto è cominciato da quando uno sfasciacarrozze di Villabbate ha acquistato all' asta la fusoliera del velivolo, esposta poi in un deposito lungo l' autostrada fra Palermo e Catania. Un' insolita presenza, fra rottami e carcasse in demolizione, che ha attirato la curiosità degli automobilisti di passaggio. In molti hanno chiesto di poter visitare la carlinga: alcuni però non si sono accontentati della visita al Dc 9 ma hanno anche chiesto, e ottenuto, dei pezzi dell' aereo come ricordo: frammenti del velivolo sono così finiti ad alcuni piloti ed ingegneri dell' Aeronautica. Ad acquistare il relitto è stato Angelo Montalto, lo scorso novembre scorso, a conclusione di una vendita all' asta dei rottami. Alla gara hanno preso parte tre ditte, ma i resti de L' isola di Stromboli se li è aggiudicati lo sfasciacarrozze di Villabbate superando i concorrenti con un' offerta di cinque milioni. La cifra maggiore però l' ha sborsata per il trasporto dell' aereo. Il relitto è stato consegnato una quindicina di giorni fa, e per il viaggio dagli hangar al deposito di demolizione è stato necessario organizzare un convoglio speciale. Il grosso troncone del Dc 9 infatti ha richiesto l' impiego di un particolare camion, scortato dalla polizia che per l' occasione ha anche bloccato il traffico. La carlinga, la fusoliera, il carrello, e le altre parti del Dc 9 recuperate dopo il disastro sono così finite fra i rottami. Il processo per sciagura si è concluso lo scorso anno. Assolti i direttori dell' aeroporto di Punta Raisi, funzionari di Civilavia, e responsabili dei mezzi di soccorso che erano stati chiamati in causa per le presunte inefficienze dello scalo palermitano. A causare l' incidente fu, secondo la sentenza, un errore dei piloti che scambiarono le luci che si riflettevano sull'acqua per la pista di Punta Raisi.

(Da "La Repubblica" del 24/05/1988)

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