Dopo l'articolo di ieri di Giancarlo Dotto sul "Corriere Dello Sport" ecco quest'oggi la risposta della conduttrice allo stesso Dotto con controreplica finale di quest'ultimo.
"A quanto pare, sono capace di fare il mio mestiere così bene che la mia professionalità fa arricciare il naso – o venire la pelle d’oca - ad una delle penne più affermate del giornalismo sportivo: Giancarlo Dotto. Da 6 anni mi occupo di sport e di calcio in tv, e non di botanica, cosmetica o astrofisica, né considero questi ultimi sei anni di lavoro il mio hobby del week-end. Né farei mai un lavoro senza averne la più pallida nozione, come Dotto sostiene. Faccio semplicemente il mio lavoro e lo faccio da anni con passione e puntualità e sì anche con un tocco di femminilità, che non guasta, e che per fortuna a volte mi fa prendere le distanze da certe situazioni paradossali che possono verificarsi a bordo campo o in uno studio, dove, ci sono personalità o giornalisti dai facili giudizi e dalle maniere da uomo non proprio moderno. Per fortuna non sono ovunque come lei dice – il che vuol dire che ho anche molto tempo per me – né sono arrivata per caso a parlare di sport in tv. Le ricordo caro Dotto, che il mio fischio d’inizio è stato tanti anni fa con lo sport sulle tv locali, con SkySport24, per poi arrivare a Sky Serie B e Goal Deejay. Per non parlare dei suoi articoli che hanno contribuito ad accrescere la mia passione per lo sport e la conoscenza sui segreti del calcio. Anche grazie a questi ho preso una laurea in giurisprudenza con una tesi sui contratti sportivi. E dal 2018 sono a Dazn. Non sono ovunque come dice lei, sono solo su Dazn. Comunque, caro Dotto(re) di calcio, che da oggi sarà ufficialmente il mio guru in materia sportiva, sono pronta con il telecomando nella mano sinistra e un Cosmopolitan nella mano destra – per trovare un cliché scontato almeno quanto il suo sulle donne del calcio - per gustarmi la sua prossima trasmissione sportiva, dove avrei solo da imparare dalle sue ultime teorie sulle tattiche di gioco. Mi verrà sicuramente da prendere un’altra laurea sempre da lei ispirata: magari con una tesi sulla discriminazione di genere nel mondo del lavoro. Tema sempre triste ma ahimè sempre in voga. Cordialmente sua, Diletta".
Di seguito la replica di Giancarlo Dotto
"Cara Leotta, che Dio mi fulmini, ci resto male, ero persuaso d’aver sottoscritto un sentito elogio della sua persona. Ci riprovo con un filo di speranza:la differenza è tutto,la differenza è il motore del desiderio,dunque della vita. Celebriamo la differenza. Se lei è un magnete per tutti noi, se il telecomando va a cercarla, non è per quello che dice, il che la omologherebbe tristemente al mucchio anonimo dei tanti valorosi colleghi maschi, ma per quanto disdice, per quanto la relega nella differenza. La seduzione eterna del femminile. Un cliché? Può darsi. Ma il cliché tiene vivi e desideranti.
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