venerdì 1 marzo 2019

CALCIO COPPA ITALIA:SEMIFINALI RITORNO (15-16/04/2003)

Di Redazione.

MILAN-PERUGIA 2-1 (15/04/2003.Andata:0-0.QUALIFICATO IN FINALE:MILAN)

Milan:

Perugia:

Arbitro:Rodomonti di Teramo.

Reti:41'Tomasson 52'Nesta 83'And.Caracciolo.

Ammoniti:Viali (11'),Sulcis (57') Di Loreto (62'),Obodo (71'),Gattuso (72'),F.Inzaghi (93'),Kalac (95'). 

Note:20000 spettatori.

Ultimo secondo del recupero di Milan-Perugia: Berrettoni inventa un assist, quattro giocatori del Perugia si avventano sulla palla della finale storica di Coppa Italia ma a toccarla è Tedesco, il peggio piazzato, che rende vana la conclusione a botta sicura del proprio portiere Kalac. La sfera rotola beffarda sul fondo tra la disperazione dei giocatori umbri e dei cinquemila splendidi tifosi al seguito, mentre al fischio finale i milanisti non riescono neanche ad esultare, paralizzati dallo spavento. E' l'epilogo, sportivamente drammatico, di una semifinale di Coppa Italia che neanche la fervida immaginazione del più geniale dei giallisti avrebbe potuto ideare. Considerazione valida soprattutto alla luce di quanto visto per oltre un'ora di gioco di dominio Milan e con un Perugia grintoso ma inefficace in fase offensiva in una gara complessivamente non bella ma agonisticamente valida, a volte al limite della cattiveria. Agli umbri non è dunque riuscito il coronamento del sogno, a dire il vero da loro poco alimentato nel primo tempo. Gli umbri infatti, probabilmente bloccati dall'importanza dell'evento, non uscivano praticamente mai allo scoperto ed il Milan, senza fare nulla di trascendentale, macinava gioco a piacimento. Una situazione difficile testimoniata dalla sostituzione dopo pochi minuti di Fusani, rilevato da Obodo. Inevitabili, con tale presidio dell'area avversaria, le occasioni da rete rossonere, la prima delle quali a dire il vero se la inventava il portiere umbro Kalac, che dopo essersi lasciato sfuggire una palla innocua calciata da Shevchenko era fortunato nel ritrovarsi tra le braccia la poco convinta ribattuta di Tomasson. L'estremo comunque aveva modo di farsi perdonare in tre occasioni: evitando con una smanacciata un colpo di testa ravvicinato di Shevchenko, uscendo su Tomasson lanciato da Rui Costa e respingendo con prontezza una palla scagliata da Ambrosini su azione da angolo. Alla fine ci voleva una fortunosa carambola per sbloccare il risultato: tiro sbagliato di Brocchi, "assist" di Nesta e tocco in rete da pochi passi di Tomasson. Alla luce dello 0 a 0 dell'andata, la ripresa obbligava il Perugia a scoprire le carte, ma ad una maggiore attività degli umbri il Milan rispondeva con Nesta: cross di Rui Costa, colpo di testa di Nesta e Kalac incapace di andare a prendere una palla angolata ma non velocissima che siglava il due a zero. I rossoneri sentivano la qualificazione in tasca, la gara si innervosiva e gli scontri ed i cartellini gialli si susseguivano. Cosmi intanto indovinava la mossa giusta, inserendo Caracciolo per uno spento Vryzas e ricavandone una maggiore profondità della manovra. L'uomo in più per gli umbri era però Grosso, che disegnava un paio di parabole con il suo sinistro per la testa di Tedesco: sulla prima il centrocampista impattava mettendo la palla al lato, sulla seconda Abbiati toccava provvidenzialmente in corner. Tra le due giocate Grosso vedeva la sua maglia dilatarsi dopo una trattenuta di Ambrosini in area, ma l'arbitro Rodomonti, piazzato nei pressi, non giudicava l'evento degno del rigore. Cosmi intanto oltre agli uomini cambiava anche tattica, calando le tre punte con l'ingresso di Berrettoni. I risultati arrivavano, anche se un po' tardi, con una pregevole girata di Caracciolo che riapriva i giochi a sette minuti dal termine. Da allora in poi era un assedio umbro: Berrettoni scaldava i pugni ad Abbiati con un destro in piena area, poi i due grandi brividi. Di quello dell'ultimo secondo abbiamo già detto, l'altro vedeva protagonista Miccoli: punizione dai diciotto metri e traversa scheggiata ad Abbiati battuto. Per il Perugia un rammarico infinito, per il Milan una nuova chance di conquistare la Coppa Italia dopo ben ventisei anni dall'ultimo trionfo.

ROMA-LAZIO 1-0 (Andata:2-1.QUALIFICATA IN FINALE:ROMA)

Roma:

Lazio:

Arbitro:Collina di Viareggio.

Rete:56'Montella.

Ammoniti:Negro,Simeone,Corradi.

Note:Recupero:1'4'. 52087 spettatori paganti per un incasso di 967.710 euro.

La Gazzetta dello Sport titola: "Roma, derby d'Europa. Batte la Lazio, conquista la finale contro il Milan e si prenota per un posto in Uefa". Continua la "rosea": Io so come si fa. Vincenzino Montella di gol nel derby ne aveva già realizzati diversi, sette per la precisione. Deve averci pensato sostituendo Cassano all'inizio del secondo tempo. Soprattutto dopo dieci minuti e spiccioli della sua partita, quando s'è avventato sul pallone lasciato libero vicinissimo alla linea da una parata impapocchiata di Marchegiani su un colpo di testa di Samuel. Gol. E gol a tanti carati perché ha dato la spinta decisiva alla qualificazione della Roma] alla finale contro il Milan e perché segna un'altra tappa della resurrezione (siamo quasi a Pasqua...) dell'aeroplanino dopo la doppietta con l'Empoli e il preziosissimo rush finale contro l'Inter. Insomma, dopo una lunga sosta nell'hangar, imprigionato dalla testa affollata da problemi personali, il centravanti napoletano ha ripreso a decollare. E ora la Roma può dare un senso al suo finale di stagione (e anche un po' alla prossima dove il posto in Europa è ormai garantito) inseguendo l'obiettivo coppa Italia, mentre la Lazio dovrà ammortizzare in fretta gli effetti della delusione per non mandare a monte la sua bella stagione. Per la verità la partita ha dormito un po' fino al gol, poi s'è svegliata di botto ed è stata piacevole con una bella zuppa di capovolgimenti di fronte. Comunque con la Roma a più due (forte del due ad uno dell'andata) e sufficientemente tranquilla per non farsela sotto. E la Lazio ancora una volta a faticare molto, ma a produrre poco come le è capitato diverse volte nei quattro derby di quest'anno. Tipo quei pugili che portano un sacco di pugni, senza trovare quello risolutivo. Claudio Lopez, per esempio, ha avuto sulla testa un pallone incredibilmente scappato a Pelizzoli, alla metà del primo tempo, ma non ha centrato la porta. Passato il treno giusto, la Lazio ne ha visto passare almeno un altro, all'inizio un tiro di Cesar a distanza ravvicinatissima su cui Pelizzoli ha fatto dimenticare l'errore del primo tempo. Poi il gol di Montella ha detto alla partita: vattene di là. E' stato un derby un po' freddo all'inizio. Diversi vuoti sugli spalti, un'immagine davvero inusuale per un derby, seppure di coppa Italia. Quantomeno la temperatura ci ha messo un po' a salire. Squadre corte, grande folla a centrocampo, Emerson il primo ad andare in fuga, cioè a offrire le prime buone giocate con un dribbling e un colpo di tacco. Ma il primo quarto d'ora è stato poverello: un tiro di Castroman, un cross insidioso di Tommasi. Piano piano però, verso la metà del primo tempo, il pressing della Lazio s'è fatto più incisivo. E proprio in quel momento la squadra di Mancini ha avuto due chance importanti: cross di Fiore, volata di Castroman che stacca Lima e conclude di poco a lato; poi dopo qualche secondo, il treno mancato, dopo il solito maxi lancio di Mihajlovic con pallone che finisce in area e Pelizzoli che va in tilt con la più classica delle uscite contro tempo: Lopez è più sveglio di Panucci e ha sulla testa il pallone dell'uno a zero che però sfiora il palo e se ne va fuori. E' sulla destra che la Lazio ha insistito perché Castroman era particolarmente ispirato (perché sostituirlo?), forse gasato dal ricordo di quello spettacolare rasoterra del due a due di due anni fa (era aprile anche allora...). Capello ha deciso che era troppo: niente più difesa a tre, Candela ha cambiato fascia e ruolo per tamponare l'argentino. A quel punto Tommasi ha preso casa come esterno di destra e in un paio di occasioni Totti e Cassano non si sono accorti dello smarcatissimo compagno accorso in sostegno, in funzione di simil Cafu. Totti si è dato un gran da fare, ma quel quattro più uno (oltre ai difensori c'è Giannichedda che fa da difensore supplementare) ha lasciato pochi spazi a lui e a Cassano. Nella ripresa la Lazio ha cominciato bene - dopo l'occasione di Cesar anche un colpo di testa di Corradi - prima di finire gelato da Montella. A quel punto la squadra di Mancini ci ha messo un po' a riorganizzarsi. La Roma si è tirata su, ha inventato una bella triangolazione Totti-Montella-Emerson, poi ha subito l'orgoglio della Lazio: prima un rinvio sbagliato da Pelizzoli con pallonetto impreciso di Corradi, poi una bella stoccata di Negro da fuori con il portiere che dice no con affanno, quindi un altro pallonetto di Chiesa alto di poco prima del gol di testa a Stankovic annullato per fuorigioco (e il serbo sulla deviazione di Simeone pare davvero in posizione irregolare). In mezzo un bella conclusione di Totti e un bel lavoro di Montella, una sorta di melina attiva con un lavoro di alleggerimento che è servito parecchio alla squadra. D'altronde la primavera è sempre stata la sua stagione preferita e tutto sommato ha ancora tempo per continuare a dimostrarlo.



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